Lettera aperta di Guglielmi a Landini

Creato il 05 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Segue la lettera aperta inviata da Carlo Guglielmi, Presidente del Forum
Dititti/Lavoro, a Maurizio Landini dopo l’accordo del 31 Maggio.

Forum Diritti Lavoro

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Caro Landini, hai commentato l’accordo interconfederale del 31 maggio sulla
rappresentanza dal sito della tua organizzazione (e poi ribadito
nell’intervista rilasciata sabato al Manifesto) giudicandolo positivo e
importante un passo avanti in materia di democrazia nei luoghi di lavoro
che riconosce il valore delle nostre lotte e che parla alla
politica perchè risolve quella che è una crisi generale della rappresentanza. Ed invece – interrogato sui problemi che restano aperti – l’unico limite che hai identificato è che il patto non risolve il problema della Fiat,ed è proprio per questo necessario arrivare comunque ad una legge che evidentemente speri possa ricalcare i medesimi contenuti dell’accordo.
Ed allora vediamo quali sono questi contenuti. Nell’accordo del 31 maggio
si poggia la rappresentatività sindacale su due gambe: le iscrizioni
certificate e il dato elettorale nelle elezioni per le Rsu. Le iscrizioni certificate sono le deleghe ovverosia le trattenute sindacali
operate dai datori di lavoro, di cui – dopo gli sciagurati referendum del
1995 – solo i sindacati firmatari di contratto (sostanzialmente Cgil Cisl e
Uil) hanno diritto. E davvero non credo che proprio tu possa ritenere che
l’esclusione dalla possibilità di rappresentare i lavoratori dei sindacati
che non hanno firmato il contratto nazionale sia un passo avanti in
materia di democrazia nei luoghi di lavoro. Ma ancora più rilevante è
l’analisi della seconda gamba, ovverosia il dato elettorale nelle
elezioni per le Rsu. Ed infatti in base all’accordo del 31 maggio nei
posti di lavoro (di certo prevalenti) ove i lavoratori già oggi non
votano per eleggere i propri rappresentanti si potrà procedere al passaggio alle elezioni delle Rsu.solo se definito unitariamente dalle
federazioni aderenti alle Confederazioni firmatarie il presente accordo con pesantissimo arretramento rispetto al protocollo del 1993 che
prevedeva il potere di impulso a qualsiasi sindacato raccogliesse il 5%
delle firme dei lavoratori e aderisse alle procedure elettorali di cui al
protocollo stesso. Con il patto del 31 maggio il diritto di scelta dei
propri rappresentati non è più neppure formalmente dei lavoratori ma
diviene una facoltà di Cgil, Cisl e Uil azionabile discrezionalmente a
seconda delle convenienze azienda per azienda. Insomma, quando anche la
Fiat rientrasse in Confindustria, comunque senza il consenso di Fim e Uilm
e Federmeccanica i lavoratori non potrebbero votare. Ma addirittura
stupefacente è la successiva previsione contenuta nell’accordo del 31
maggio per cui comunque – laddove le elezioni delle Rsu invece si terranno
- ai fini della misurazione del voto espresso da lavoratrici e lavoratori
nella elezione della Rappresentanza Sindacale Unitaria varranno
esclusivamente i voti assoluti espressi per ogni Organizzazione Sindacale
aderente alle Confederazioni firmatarie della presente intesa.
Insomma – dato che tu stesso additi le regole dell’accordo di venerdì scorso alla politica come strumento per risolve(re) quella che è una
crisi generale della rappresentanza – è come se consigliassi all’omologo
governo di larghe intese di fare una riforma elettorale che dica che il
cittadino può scegliere il partito che vuole ma poi, per la distribuzione
dei seggi in Parlamento, varranno esclusivamente le tessere e i voti
espressi per i soli partiti aderenti alla maggioranza che sostiene il
Governo Letta-Alfano, realizzando un sistema quanto meno protetto cioè
autoritario.
Ed ancora più stupefacente è che, alla domanda sui limiti dell’accordo, tu
abbia del tutto omesso di riferire come per te (e per la tua organizzazione)
sia almeno un problema il fatto che l’accordo del 31 maggio non solo
prevede l’impegno… a non promuovere iniziative di contrasto agli accordi ma che ad esso si aggiunge il rinvio ai contratti di categoria per
identificare le conseguenze di eventuali inadempimenti. E così il patto
del 31 maggio ha fatto cadere persino la davvero minimale clausola di
garanzia contenuta nell’accordo del 28 giugno 2011 che quanto meno imponeva
che le sanzioni riguardassero non i singoli lavoratori avendo invece da
oggi i contratti nazionali facoltà di colpirli qualora vogliano mettere in
campo iniziative di contrasto (come subito rilevato dal vicepresidente di
Confindustria Dolcetta sul Sole 24 ore del 2 giugno). Insomma forse per
qualche giorno la tua personale credibilità e quella della tua
organizzazione potranno impedire ai più di comprendere appieno i contenuti
dell’accordo e quindi prendere per buona la tua affermazione per cui
l’accordo del 3 maggio riconosce il valore delle nostre lotte. Ma il
punto è che quando dici “nostre” non puoi fare riferimento solo al gruppo
dirigente nazionale che ti sostiene e neppure alla sola Fiom ma lo devi fare
al ben più ampio movimento di cittadini, studiosi, personalità pubbliche,
associazioni, partiti e altri sindacati che con te si sono attivati e
battuti. Ti ricordo allora che le nostre lotte non erano per sostituire la
regola dell’art. 19 dello Statuto per cui può rappresentare i lavoratori
solo chi firma il contratto con la nuova regola del 31 maggio per cui
possono rappresentare i lavoratori solo Cgil Cisl e Uil. Le nostre lotte
non erano solo per ottenere il doverosissimo reingresso della Fiom ai tavoli
della contrattazione e nella pienezza dell’agibilità sindacale (trattenute,
diritto di assemblea eccetera) in cambio della rinunzia al conflitto
sindacale e giudiziario. Le nostre lotte erano per l’esatto contrario: un
nuovo protagonismo conflittuale e democratico dei cittadini al lavoro. E già
da sabato e domenica sono iniziate sia a Roma che a Milano contestazioni
spontanee che presumibilmente non tarderanno molto ad estendersi via via
che si sarà compreso il contenuto del patto del 31 maggio. Credo quindi tu
abbia oggi tre scelte davanti a te da prendere molto rapidamente. La
prima: dire che il tuo giudizio positivo atteneva alla scelta di contare voti e tessere ma che non approverai mai nessun accordo e nessuna legge che non prevederanno il diritto universale dei lavoratori di votare e il
corrispondente dovere di contare voti e tessere di tutti i lavoratori senza
alcuno scambio con il diritto al conflitto, continuando così ad essere uno
dei protagonisti assoluti della battaglia per la democrazia sul posto di
lavoro. La seconda scelta è dire la verità sui disastrosi contenuti
dell’accordo del 31 maggio e provare a spiegare la tua posizione per
tentare di tenere unito un filo di confronto con i moltissimi che hanno
guardato alla Fiom e a te personalmente con speranza e fiducia e che ora si
sentono abbandonati e delusi. La terza scelta è continuare a sostenere che
l’accordo del 31 maggio sia positivo e importante un passo avanti in
materia di democrazia nei luoghi di lavoro da generalizzare per legge,
diventando così tu di fatto un vero e proprio ostacolo (forse il maggiore)
sulla strada della democrazia del lavoro in questo paese. Nella sincera
speranza tu voglia scegliere la prima strada, ti invio un cordiale saluto
Roma, 3.6.2013
Carlo Guglielmi,
Presidente del Forum Diritti Lavoro

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