Voglio idealmente rivolgermi ai giovani di oggi non come l'uomo adulto battuto ma non vinto dai colpi della vita, bensì con il cuore appassionato e arrabbiato di me stesso giovane del 1978, quando avevo circa 19 anni e volevo anche allora un'Italia migliore e giusta.
Quell'anno per chi faceva, come me, politica a destra viene tragicamente ricordato soprattutto per la strage della sezione missina romana di via Acca Larenzia, avvenuta il 7 di gennaio.
Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, tre giovani militanti missini del FdG, persero la vita. Franco e Francesco furono uccisi da un commando terroristico rosso appena usciti dalla sezione, Stefano invece, colpito negli scontri che seguirono alla notizia della strage dall'arma di un capitano dei Carabinieri, morirà pochi giorni dopo in ospedale. A questa contabilità di morte si deve aggiungere pochi mesi più tardi un'altra vittima: il padre di Francesco Ciavatta per la disperazione si tolse purtroppo la vita. Ma torniamo ai giorni nostri.
Si parla di giovani, di sviluppo e di lavoro, che non possono prescindere da loro e tanti dubbi e interrogativi nella testa si affollano. Il disincanto, ma non il cinismo, che deriva dall'esperienza di una vita fa sì che i proclami e le belle promesse non mi impressionino ormai più di tanto, soprattutto se provengono dalle istituzioni e dalla politica. I nostri giovani che seriamente e con coscienza stanno cercando di costruire il loro futuro di tutto hanno bisogno meno che delle belle parole, utili soltanto per i comunicati stampa.
Hanno bisogno di fatti e programmi concreti e di una lotta spietata al malcostume, che continua a mandare avanti quelli che hanno i "santi in paradiso". Molti politici vanno in tv parlando di flessibilità, che evidentemente va bene soltanto per i figli della gente comune, se è vero che quasi sempre i loro pargoli sono ben sistemati nello stato o nelle società pubbliche con incarichi prestigiosi e retribuzioni da sogno.
Sulla scorta delle esperienze vissute mi permetterò così il lusso di dare qualche umile consiglio ai nostri giovani.
Siate generosi e altruisti, umili ma non servili e ossequiosi, combattete le ingiustizie, non appiattitevi nella ricerca di scorciatoie facili. La vita non è facile, chiede e vuole impegno, serietà, fatica. Qualunque cosa vi piaccia e vi interessi leggete molto, studiate, approfondite, utilizzate anche le potenzialità enormi di internet e del web 2.0 per migliorare la vostra conoscenza e formazione. Imparate a fare magari poche cose bene, piuttosto che pensare con presunzione di saperne fare tante ma in modo pasticciato e superficiale. Coltivate le vostre idee, non accontantevi di rimasticare qualche slogan, sappiate uscire dall'analisi frettolosa del momento contingente, studiate la storia del passato, quella dei vostri padri e dei vostri nonni: la conoscenza del passato vi fornirà gli strumenti per capire meglio il presente ed affrontare il futuro. Usate la spada...dell'intelligenza critica, confrontantevi con le opinioni degli altri senza censure e senza mettervi in cattedra, siate seri ed esigete serietà dagli altri, docenti, colleghi, datori di lavoro, coetanei. Conquistatevi il rispetto e il vostro posto nella società con volontà, mettete nel conto le sconfitte, gli insuccessi e i giudizi sbrigativi talvolta ingenerosi sulle vostre capacità. Dalle cadute ci si rialza e si riparte. Coltivate i vostri sogni nel cassetto, magari non sempre riuscirete a realizzarli pienamente come purtroppo è accaduto a me e a tanti altri. I percorsi della vita e le scarse opportunità del mio territorio mi hanno portato altrove rispetto ai progetti originari, ma la mia coscienza non ha molto da rimproverarsi, perché quello che volevo fare l'ho perseguito a lungo con determinazione, impegno e competenza acquisita con gli studi e distillando il succo di ogni esperienza. Questo è importante giovani amici del 2011: poter guardare a testa alta chiunque nella vita, perché nessuno vi avrà regalato niente. E se avrete la fortuna, come l'ho avuta io, di incontrare qualche maestro di vita, a questi siate sempre riconoscenti anche per la fiducia che avranno saputo accordarvi a dispetto dell'inesperienza della giovane età.
Giovanni Fonghini
Magazine
Lettera di un giovane del 1978 ai giovani del 2011
Creato il 03 gennaio 2011 da Giovanni Fonghini @giannifonghiniPotrebbero interessarti anche :