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Lettera per Nessuno

Creato il 12 aprile 2012 da Molipier @pier78

Discorso finale, la lettera che Jack scrive a Nessuno, tratto dal film “Il mio nome è Nessuno“.

Lettera per Nessuno Lettera il mio nome è nessuno Film discorso

Caro Nessuno,
morire non è poi la cosa peggiore che possa capitare ad un uomo. Guarda me, sono morto da tre giorni e finalmente ho trovato la pace.
Dicevi sempre che la mia vita era appesa ad un filo. Bè, adesso anche la tua è appesa ad un filo.
E sono in molti a volerlo tagliare quel filo. Ma a te piace rischiare. E’ il tuo modo di sentirti vivo.
Ecco vedi, forse la differenza tra me e te è tutta qui. Io quando capivo che c’era un guaio in vista se potevo lo evitavo. Tu no.
Se il guaio non c’è, te lo inventi. E poi risolvi tutto lasciando il merito a un altro. Così puoi continuare ad essere nessuno.
Non è mal pensata, sai?  Ma stavolta hai giocato grosso. E sono già in troppi a sapere che sei qualcuno.
Così finirai anche tu per farti un nome e allora vedrai che non avrai più tempo per giocare. E sarà sempre più dura.
Finchè magari troverai anche tu uno che ti vuol mettere nella storia. E per tornare ad essere nessuno si può solo morire.
Bè, d’ora in poi dovrai camminare nelle mie scarpe. E forse ti passerà un po’ di tutta quella voglia di ridere che hai.
Ma una cosa la puoi ancora fare: conservare un po’ di quell’illusione che faceva muovere noi altri, quelli della vecchia generazione.
E anche se lo farai col tuo solito tono da burla, te ne saremo grati lo stesso.
Perché in fondo ai miei tempi eravamo dei romantici,  credevamo ancora di poter risolvere tutto faccia a faccia con un buon colpo di pistola.
Allora il West era immenso, sconfinato, deserto. Un posto dove non si incontrava mai due volte la stessa persona.
Poi…Poi sei arrivato tu ed è diventato piccolo, affollato. Ci si incontra continuamente.

Eppure se tu puoi ancora andare in giro acchiappando mosche, lo puoi fare anche perché prima ci sono stati quelli come me.
Sì, quelli che devono finire sui libri di scuola perché  la gente deve pur credere in qualcosa, come dici tu.
Ma non potrai certo farlo per molto tempo ancora. Il paese è cresciuto, è cambiato…io non lo riconsco più e già mi ci sento straniero.
Ma quello che è peggio è che anche la violenza è cambiata. Si è organizzata e un buon colpo di pistola non basta più.
Ma tu lo sai già, perché questo è il tuo tempo, non più il mio.

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