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Lettera trovata su una spiaggia di Normandia

Creato il 01 febbraio 2015 da Alfa

Lettera trovata su una spiaggia di Normandia

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Gentilissima Miss Grable, permettetemi di chiamarvi Betty. In fondo è così tanto tempo che vi guardo che mi sembra una vita. In effetti voi non sapete chi sono, ma io conosco voi. Lasciate che mi presenti. Mi chiamo John R. Hughey, caporal maggiore del 16° reggimento della 1° divisione di fanteria dell’esercito degli Stati Uniti d’America. Ne avrete certo sentito parlare come del “Grande Uno Rosso”, per via del nostro distintivo. In ogni caso, Miss Betty, non è di questo che volevo parlarvi. Vedete, siete stata con me in Africa e poi in Sicilia e mi avete sempre portato fortuna. Voglio dire, la vostra foto era nel mio armadietto, quando ne ho avuto uno, e poi mi ha seguito sempre nello zaino, avvolta in una tela cerata per evitare che l’acqua potesse bagnarla. Che è molto facile finire sott’acqua, sapete, quando si deve saltare giù dai mezzi da sbarco e avanzare verso la spiaggia sotto il fuoco nemico. Insomma, Miss Betty, volevo dirvi che presto (non so nemmeno se farò in tempo a spedire questa lettera prima di partire) vi porterò in Francia, perché stiamo per sbarcare per liberarla dai nazisti. E presto, spero, vi offrirò una coppa di champagne a Parigi. Vi invio un bacio. J.R.
Il racconto è stato scritto per il n. 23 di A6 Fanzine, che aveva come tema “Pin up”. Betty Grable era un’attrice, ballerina e cantante statunitense molto famosa negli anni Quaranta. Nel 1944 fu la protagonista di “Pin Up Girl”, film che lanciò il termine.
Il "Grande Uno Rosso" è la Prima divisione di Fanteria degli USA. Durante la seconda guerra mondiale partecipò agli sbarchi in nord Africa e in Sicilia, quindi fu inviata in Inghilterra. Il 6 giugno 1944 prese parte allo sbarco in Normandia, ad “Omaha Beach”. Le perdite quel giorno furono elevatissime. Il 16° reggimento, che faceva parte della seconda ondata di attacco, ebbe un migliaio di morti.
Il caporal maggiore John R. Hughey è un personaggio di fantasia. Il racconto vuol essere un omaggio alle migliaia di giovani che diedero la vita per combattere il nazifascismo.


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