Letteratura #4: Madame Bovary di Gustave Flaubert

Creato il 06 febbraio 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

Gustave Flaubert

Gustave Flaubert nasce a Rouen nel 1821 da famiglia borghese. Nel 1842 si trasferisce a Parigi dove cerca di compiere i suoi studi di Diritto, ma la sua malattia epilettica glielo impedisce. Decide quindi di trasferirsi a Croisset, dalla quale si allontanerà per alcuni viaggi con l’amico Maxime Du Camp. Nel 1848, tornato a Parigi, assiste alla Rivoluzione che pose fine alla monarchia borghese di Luigi Filippo d’Orleans: quest’evento segna inevitabilmente la fine della borghesia e l’ascesa della società di massa. Dal 1849 al 1851 farà un lungo viaggio in Medio Oriente, in Grecia e in Italia, viaggio che sarà d’ispirazione per il romanzo esotico Salammbô. Muore per un attacco di Epilessia nel 1880 a Croisset.


Titolo: Madame Bovary
Autore: Gustave Flaubert
Edito da: Mondadori (Collana: Oscar Mondadori)
Genere: Classico
Prezzo: 9,50€
Pagine: 464 pag.
Voto:
Trama: Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo aver studiato medicina durante la giovinezza, sposa una donna più grande di lui, che però muore prematuramente. Rimasto vedovo, si risposa con una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, impregnata di desideri di lusso e romanticherie, vagheggiamenti che le provengono dalla lettura di romanzi sentimentali. Charles è benestante, ma anche noioso e maldestro. Emma crede che la nascita di un maschio sia la soluzione ai loro problemi.  Ma quando Emma partorisce una femmina, Berthe, entra in depressione. Charles pensa che cambiare paese sia la soluzione per la malattia nervosa di Emma , e dal villaggio di Tostes si trasferiscono a  Yonville.  Emma accetta il corteggiamento di una delle prime persone che incontra, un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le frivolezze. Quando Léon se ne va per motivi di studio a Parigi, Emma intraprende una relazione con un ricco marchese, il dongiovanni Rodolphe Boulanger de la Huchette. Quando Emma progetta una fuga con il marchese, questi pensa bene di abbandonarla la notte precedente la fuga stessa. Emma cade di nuovo in depressione e Charles pensa che farla divertire a Rouen possa esserle d’aiuto. Una sera, a Rouen, Emma e Charles assistono all’opera, ed Emma incontra di nuovo Léon. I due iniziano una relazione: Emma si reca in città ogni settimana per incontrarlo, mentre Charles crede che lei prenda lezioni di pianoforte. Al contempo, Emma sta spendendo esorbitanti somme di denaro. I suoi debiti intanto raggiungono valori esplosivi e la gente inizia a sospettare l’adulterio.  Dopo che i suoi amanti le hanno rifiutato il denaro per pagare il debito, Emma ingoia dell’arsenico e muore, in modo penoso e lento. Charles che mai aveva sospettato i tradimenti di Emma, trova le lettere che Rodolphe e sua moglie si scambiavano. Dopo poco tempo muore anche lui, lasciando la figlia Berthe orfana.

Recensione
di Princifessa Fagiolina

Edizione GiunitY

Madame Bovary è il capolavoro di Flaubert, scrittore appartenente al filone realista del Romanticismo Francese.  Il romanzo fu messo sotto inchiesta per oltraggio alla morale pubblica: infatti nel libro non si condanna in alcun modo l’adulterio, ma se ne parla liberamente. Ovviamente l’intento di Gustave Flaubert era quello di portare alla luce la scarsa educazione sentimentale e sessuale che le donne del suo tempo ricevevano (come poi farà Émile Zola per La Joie de vivre), condannando severamente la lettura di romanzi sentimentali. Per scrivere questo romanzo, Flaubert, si ispira a fatti realmente accaduti nella provincia normamma alla giovane Delphine Delamare, del cui suicidio si parlò sui quotidiani locali del 1851.

Madame Bovary è un romanzo complesso dal punto di vista psicologico:  si fa fatica a comprendere il perché dei malesseri della giovane Emma, e ancora più incredibile è la cecità di Charles di fronte ai perpetuati tradimenti della moglie. Emma è un’attrice di grande prestigio che riesce a camuffare addirittura i sentimenti verso sua figlia Berthe, che in realtà odia perché femmina: odia il suo genere sessuale perché nella provincia francese di metà Ottocento una donna può essere solo una fattrice, una contadina, una buona moglie e una buona madre, ma non di più. Emma sogna i grandi palazzi, le feste fastose, le beau monde.

Emma è alla costante ricerca di piacere, ebbrezza, felicità. Nella sua stupidità, penserà di  averle trovate, dapprima nel marchese de la Huchette e poi nel giovane Léon. La giovane sarà tutta persa nel suo adulterio, e davanti allo specchio ripeterà più volte: “Ho un amante! Ho un amante!” come se questo fosse la tappa più importante nella sua vita. Emma vive completamente immersa nelle immagini distorte, di una vita che i romanzi sentimentali – letti di nascosto nel convento dove ha passato l’adolescenza – le hanno elargito. La giovane campagnola si comporta da gran signora: vuole sempre abiti alla moda, costosi; arreda la sua casa come un piccolo casino nobile.

Charles, dal canto suo, tutto perso nel suo ingenuo amore per una donna infida come Emma, non si accorge dei suoi tradimenti, ma si ritrova a “ruminare felicità” accontentandosi di avere una moglie bella e sensuale che però dentro è vuota, un guscio d’uovo. Il cognome Bovary ci riporta inevitabilmente alla parola “boeuf” che in francese significa bue: un animale docile, flemmatico, che passa la sua vita a ruminare sempre la stessa erba.

Il testo del romanzo scorre bene, non ci sono pensieri troppo capziosi: tutto è molto chiaro. Le descrizioni sono semplici nella loro trasparenza realista, il narratore non è invasivo come in altri romanzi realisti (per esempio il Père Gorio di Balzac). Il capitolo sulla morte di Emma è certamente quello più toccante e più ben scritto: i vari stadi dell’avvelenamento da arsenico, le urla di dolore di Emma, i suoi spasimi, sono talmente realistici, che il lettore è catapultato nella stanza dove la giovane sta morendo.

Madame Bovary è certamente uno dei romanzi che fa grande il Secolo XIX e la sua letteratura, caposaldo del realismo che intende ricostruire la realtà senza idealismi.


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