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Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg

Creato il 09 agosto 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Qualche giorno fa ho ripreso in mano un vecchio libro, una raccolta di opere davvero interessante: "I Beats" a cura di Seymour Krin (1966 Lerici Editori). Non ricordo più dove lo avevo acquistato a suo tempo, probabilmente in qualche bancarella di libri usati al centro di Roma. Il libro contiene opere eterogenee (racconti, frammenti, saggi, poesie, scene teatrali) di autori rappresentativi del movimento letterario e artistico beat, come Kerouac, Ginsberg, Burroughs, Corso, Mailer, Ferlinghetti, ma anche opere e interventi di altri autori meno noti al grande pubblico, come Norman Podhoretz, Philip Lamantia, Herbert Gold e altri. Nell'interessante introduzione di Seymour Krin, sono rimasto colpito dalla definizione della letteratura beat come "scrittura jazz", questo è quanto scrive in proposito il curatore di questa affascinante raccolta:
(...) In questo volume troverete una buona scelta di materiale beat e perfino lucide critiche (devi essere obiettivo, mi dissero, sventolando un assegno a un palmo dal mio agonizzante conto in banca) agli elementi negativi del movimento, poesie esplosive e veloci come musica jazz ( i beats hanno risuscitato la poesia cinque anni prima che Shapiro salisse a bordo del nuovo scatenato rapido in partenza per il futuro), buona parte della versione teatrale di The Deer Park di Norman Mailer, qualche deliziosa fanfaluca, come una registrazione datta al caffè o una lettera dal Giappone - ma tutto questo non è che un aperitivo, benchè pieno di sapore. Per ragioni di spazio,, o per la comprensibile, ma deprimente cautela degli Uomini del Dollaro, non ho avuto l'autorizzazione a pubblicare il materiale più esplosivo, i prodotti dell'avanguardia delle avenguardie. Tuttavia ce ne dovrebbe essere abbastanza per infiammare il lettore che covi il desiderio di una scrittura-jazz - la macchina da scrivere che ticchetta all'impazzata - una scrittura autentica, seria, sperimentale, veramente contemporanea, una scrittura che tenga testa al mondo in cui viviamo e turbiniamo (...)
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Trovo quanto mai azzeccata e affascinante la similitudine musicale adottata da Krin, la letteratura beat può sicuramente essere definita scrittura-jazz. Così ho deciso di scrivere questo articolo, dal titolo "Letteratura Jazz" che avrà fatto storcere il naso a qualcuno, o confondere le idee a qualcun'altro. L'obiettivo di questo post è dunque riportare e documentare alcune delle note di questo jazz letterario, estrapolandole dalla raccolta di Krin. Ho scelto di pubblicare due estratti, che a mio avviso rendono ancora più realistica l'affermazione di Krin sulla scrittura-jazz: Un episodio (Il mercato) da The Naked Lunch (Il Pasto nudo) di William Burroughs e un estratto di Morte all'Orecchio di Van Gogh di Allen Ginsberg. Prosa e poesia, (sui generis) che potranno convincere, o meno, dell'eco del jazz, del suo ritmo e delle sue libere evoluzioni, nella letteratura beat. Se non sono questi esempi di scrittura-jazz, non saprei cosa poter trovare di meglio.
Prima di lasciarvi alla lettura degli estratti, e agli arcani strumenti jazz di Burroghs e Ginsberg, penso sia opportuna qualche piccola nota sulle opere. Molti di voi penso conosceranno, più o meno, il Pasto Nudo (1959) di Burroughs (trasposto nel cinema da Cronemberg nel 1991). E' la storia, o follia,  di uno scrittore tossicomane, Bill Lee (alter ego di Burroghs) e delle sue trasformazioni psichiche della reltà dovute alle allucinazioni della droga; nascono così dal nulla luoghi fluttuanti nel tempo e nello spazio, mondi illusori come l'Interzona (un luogo imprecisato corrispondente a Tangeri) Annexia, Freeland Republic, popolate da alieni e personaggi di ogni specie, dove il protagonista vivrà la sua nuova vita di agente segreto immaginario.
Burroughs, che scriverà Il Pasto Nudo dal 1952 al 1957, in un periodo di forte dipendenza dalla droga,  si denifisce esploratore della aree psichiche, le aree geografiche immaginarie del romanzo, territori sconosciuti e desolati di noi stessi, con gli impossibili abitanti materializzati dal delirio del protagonista e dell'autore.  Più che inoltrarci nella trama di questo romanzo dalla struttura decisamente onirica, è interessante osservarne  la dimensione autobiografica, la dipendenza dalla droga raccontata dall'autore (interessante in questo senso la corrispondenza con Ginsberg nel periodo di stesura del Pasto nudo), e la dimensione narrativa e simbolica, che grazie alle allucinazioni e deformazioni della realtà magicamente assemblate da Burroughs racconta la disperazione umana, una condizione di portata apocalittica che si sposta dall'individuo per estendersi ovunque: attuale, struggente come raramente mi è capitato di leggere.
Il Pasto nudo riesce a evocare un nuovo inferno dantesco, può essere definito come un post Divina Commedia, con sangue contemporaneo (e acido sintetico), e non manca neache un post Virgilio, un nuova, e ben diversa, guida.  La scrittura Jazz di Burroughs è magmatica, delirante, frenetica, ucronica, il suo ritmo sconosciuto si inizia a cogliere lentamente, per poi condividerne i salti e le immobilità, fino a restare prigionieri di un linguaggio innovatico e geniale.
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Nel Pasto nudo non manca certo una analisi acuta e diretta, acida in tutti i sensi, della società americana, del "controllo" e del sistema, che rimarranno sempre uno dei principali obiettivi della scrittura jazz dei beats, come potremo riscontrare anche nell'estratto dell'opera Morte all'orecchio di Van Gogh di Allen Ginsberg, tra versi che facilmente ci portano ai ritmi e alle cadenze jazz e anticipazioni di problematiche di globalizzazione oggi molto attuali. Ginsberg non è dunque solo il poeta del bruciante tempo presente, ma anche una voce lunare, inquietante, che racconta in sogno il futuro, come se vivesse su un grattacielo altro centomila metri, in grado di osservare tutto.
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Ma ora vi lascio ascoltare in pace qualche nota jazz di questi due grandi autori:
William Burroughs
The Naked Lunch
da "The Beats" a cura di Seymour Krim (1966)
Marisa Bulgheroni
Il Mercato
Panorama della città dell'Interzona. Bar che si aprono a East St. Luis Toodleoo...con un rumore a momenti forte e limpido, a momenti debole e intermittente come musica in una strada battuta dal vento... La camera sembra tremare e vibrare di un moto segreto. Il sangue è l'essenza di molte razze, negri, polinesiani, mongoli delle montagne, nomadi del deserto, poliglotti del Vicino Oriente, indiani - razze ancora non nate e non concepite, mescolanze non ancora avvenute vi passavano attraverso il corpo. Migrazioni, incredibili viaggi per deserti, giungle, montagne (paralisi e morte in chiuse vallate montane dove piante crescono nei genitli, covate di enormi crostacei maturano dentro e spezzano il guscio del corpo), oltre il Pacifico, in una veloce canoa, fino all'Isola di Pasqua. la Città Composita dove tutte le potenzialità umane sono esposte in un vasto silenzioso mercato. Minareti, palme, montagne, giungla...Un pigro fiume, rimbalzante di pesci perversi, vasti parchi selvaggi dove i ragazzi si divertono tra l'erba in enigmatici giochi. Neppure una porta chiusa nella città. A ogni ora qualcuno può entrarvi in camera. Il Capo della Polizia è un cinese che ha il vizio di stuzzicarsi i denti e ascolta con attenzione anche le denuncie presentate da un pazzo. Ogni tanto il Cinese si toglie di bocca lo stuzzicadenti e ne contempla la punta. Hipsters dalle lisce facce color del rame indugiano sulle soglie attorcigliandosi al dito minuscole teste mummificate appese a lunghe catene d'oro, una cieca quiete d'insetti sui visi vuoti. Alle loro spalle, nel vano di porte spalancate, tavole, tavolini, bar e cucine, e bagni, e coppie avvinghiate su letti d'ottone in lunga fila, un incrociarsi di mille amache, tossicomani che offrono il braccio legato all'endovenosa, fumatori d'oppio, fumatori d'hashish, gente che mangia che parla che si bagna in una nebbia di fumo e di vapore. Tavoli da gioco dove si vincono e si perdono poste incredibili. Di tanto in tanto un giocatore si alza con un grido disperato perchè ha perduto la propria giovinezza - l'ha vinta un vecchio - o è diventato Latah del suo avversario. Ma ci sono poste più alte della giovinezza stessa o del ruolo di Latah, giochi di cui soltanto due persone al mondo conoscono la posta.
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Tutte le case della Città sono congiunte le une alle altre. Case di terra - mongoli delle alte montagne ammiccano sulle foglie fumose - case di bambù, e di teak, case di creta, di pietra, di mattoni rossi. Case del pacifico del Sud e case maori, case tra gli alberi o su barche, case di legno così grandi da accogliere intere tribù, case fatte di sassi e di lamiera ondulata, dove vecchi cenciosi sono accucciati accanto a un piccolo fuoco, grandi tralicci di ferro arruginito si ergono nell'aria da paludi di immondizia, alti duecento piedi, con pericolanti tramezzi costruite su piattaforme a vari livelli, e amache penzolanti nel vuoto. Dalla città partono spedizioni per luoghi sconosciuti, a scopi sconosciuti. Stranieri vi giungono su zattere fatte di vecchie casse da imballaggio tenute insieme da logore funi, escono barcollando dalla giungla, gli occhi gonfi e chiusi per le punture d'insetti, discendono lungo le piste delle montegne, i piedi lacerati, sanguinanti, attraversano i polverosi sobborghi battuti dal vento, dove c'è gente in lunga fila addosso ai muri di creta a defecare, a avvoltoi che si contendono una testa di pesce. Si calano nei parchi con paracaduti rattoppati...Scortati da un poliziotto ubriaco, vanno a declinare le loro generalità in una grande latrina pubblica. I dati così raccolti sono segnati su bischeri che servono da carta igienica. Una nuvola di odori, gli odori delle cucine di tutti i paesi, incombe sulla città, una nebbia d'oppio e di hashish, il resinoso fumo rosso dello yage, il lezzo della giungla, dell'acqua salmastra, del fiume marcescente, degli escrementi disseccati, del sudore, dei genitali. Flauti delle alte montagne, jazz e bepop, strumenti mongolici a una corda, silofoni di zingari, tamburi africani, cornamuse arabe... La città è battuta da improvvise epidemie di violenza: i cadaveri abbandonati per le strade vengono divorati dagli avvoltoi. Albini ammiccano al sole. Ragazzi celati tra il fogliame degli alberi si masturbano languidamente. Uomini e donne consumati da malattie senza nome scrutano il passante con maligni occhi consapevoli. Il Caffè Centrale sorge nella zona del Mercato. Cultori di antiquati inimmaginabili mestieri intenti a scarabocchiare pigramente in caratteri etruschi, intossicati da droghe ancora non sintetiche, spacciatori di harmaline concentrata, la droga ridotta a pura abitudine, a condizione necessaria di una precaria serenità vegetale, liquori che hanno il potere di provocare il Latah, titoniani sieri di longevità, borsari neri della terza guerra mondiale, agenti incaricati di riscuotere la serenità telepatica, osteopati dello spirito; investigatori di infrazioni denunciate da giocatori di scacchi blandamente paranoici, ufficiali giudiziari con frammentari mandati d'arresto stenografati da un ebefrenico per accusati di indicibili mutilazioni dello spirito, funzionari di stadi polizieschi ancora non fondati, una nana lesbica che ha perfezionato il Bang-utot, l'erezione polmonare che permette di strangolare un nemico dormiente, venditori di serbatoi orgonici e di macchine per il relax, sensali di sogni deliziosi e di memorie sperimentate su cellule rese più sensibili dall'estenuazione della droga, da barattarsi con materia prima della volontà, medici esperti nella cura di malattie sopite nella polvere nera di città in rovina, che riacquistano virulenza nel bianco sangue di mermi senz'occhi striscianti ciecamente verso la superficie, verso l'ospite umano, malattie del fondo oceanico, e della stratosfera, malattie del laboratorio e della guerra atomica...Un luogo dove lo sconosciuto passato e l'emergente futuro si congiungono in un vibrante ronzio che non dà suono...Larve che attendono una creatura viva....
Letteratura Jazz: Note Beat di William Burroughs e Allen Ginsberg
Allen Ginsberg
da "The Beats" a cura di Seymour Krim (1966)
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