Non morendo l'uomo vestito di scuro, il capitano Bellodi non avrebbe indagato su tali Zicchinetta e Pizzuco e don Mariano Arena e nemmeno inscenato farse per estorcere le solite verità che ad ogni omicidio vogliono far corrispondere un colpevole. E che dire di quella macchinosa teoria a base di anelli che partendo dal muro dove ne viene fissato uno per attaccare il mulo - primo livello di una catena malavitosa che rappresenterebbe la mano armata della delinquenza -, avrebbe associato un secondo anello simbolo dell'interesse locale all'esecuzione di un omicidio, e a questo agganciare un terzo anello, quello del capomafia che conosce perfettamente il genere umano così da proporne una suddivisione in uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà. Ne consegue che, saltando la teoria bizzarra, nessun quarto anello potrebbe essere né ipotizzato né agganciato - sebbene indirettamente - al primo anello (nessuna accusa di collusione mafiosa a politici e parlamentari, nessuna necessità di far crollare castelli probatori).Se il bigliettaio dell'autobus non avesse aperto lo sportello nessuna teoria sul controllo dei patrimoni sarebbe stata espressa, nulla sarebbe emerso su presunte "messe in regola" che gli imprenditori che agiscono in Sicilia devono effettuare pagando cifre notevoli a chi controlla il territorio.Se solo quell'uomo che voleva prendere l'autobus per andare a Palermo avesse indossato un abito chiaro, forse, non ci sarebbe stato alcun motivo di ammazzarlo.
Ingredienti:
un vestito scuroquattro anelli
un autobus
un bigliettaio
mafia q.b.
(Giorgio D'Amato - Leonardo Sciascia)