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[Lettere a Sancio] A pranzo col “Terrore”. Fra cowboys e jihadisti siamo noi a pagare il conto.

Creato il 05 giugno 2011 da Subarralliccu @subarralliccu

[Lettere a Sancio] A pranzo col “Terrore”. Fra cowboys e jihadisti siamo noi a pagare il conto.

Egregio Sancio Califfo d’Isole,

sceso a Southall dopo aver scazzato due treni quasi mi viene un coccolone. Le indicazioni sono chiare: “Uscito dalla stazione giri a destra e percorri la strada fin quando non intersechi la Broadway. Gira poi a sinistra e vai sempre dritto. Il ristorante sta la’. N 185. Si chiama lo “Spicy Village”. Ci vediamo a mezzogiorno e mezzo”.

 Saranno le traveggole del poco ossigeno, ma mi pare che sto in qualche oasi mercantile allestita fra i cunicoli del Tora Bora. Altro che Gran Bretagna! Ti basta abbandonare la Central line ad Ealing Broadway e pigliare il treno per quattro fermate che ti ritrovi in un angolo imprecisato dell’Asia…perdipiu’ e’ festa oggi, e le truppaglie scrosciano per la strada principale…e tutt’un inverdurarsi di bancarelle, sacchi di semenze, pesci sguizzanti pescivendoli strillanti, sartorie d’abiti da sposa, boutique del velo in barba ai francesi, macellerie dove si squartaron agnelli e vacche, i porci stanno a mezz’ora di treno! E ancora gioielli chincaglierie specchianti, nugoli di donne canticchiano sghignazzano, il barbuto rivenditore da uno scranno sulla bancarelle di musiche sgargianti flippa la manopola…esplode un rimbalzo cingommoso…invade la strada…dev’essere l’ultima hit della disco-dance orientale. Ritmo elettronico di Papa’ Occidente sul quale s’innervano oblungazioni geroglifiche asiatiche. ‘Nsincretismo che te disce gia’ tutto. Ma io dribblo la folla che paro Messi in aria di rigore. “Il Villaggio speziato” m’attende, e ho gia’ lo sfintere che mi va su e giu’ come la campana d’uno sturalavandini.

 Ho incontrato Abu la settimana scorsa, davanti a Downing Street. Obama entrava ed usciva dal numero 10 con la sua limousine nucleare e lui, Abu, gridava e s’incazzava e sproloquiava insieme ad un altro centinaio di compari, quelli di varie organizzazioni jihadiste, fra le quali il MAC, i “Musulmani contro i Crociati”. Almeno loro sono piu’ sinceri sulle forme di linguistiche da adottare in battaglia. Una volta a settimana, solitamente il venerdi’ di preghiera, si riuniscono davanti all’ambasciata americana per infamare i cowboys. Uno slancio di tuniche e burqua e barbe e barbette e kefie di tutte le eta’. Ci stanno pure i bimbi. Ma attenzione a fotografarli. Una mamma inviperita m’ha dato del pedofilo mentre ghiacciavo un primissimo della sua madonnina nera, il broncetto d’una bimba di 4 anni stranita dal lupanare intorno.

 Comunque…staccionati come vacche in calore da una doppia fila di transenne sbraitavano contro Obama Bin Nobel e all’occasione interloquivano coi passanti. Qualche provocatore, il solito turista-canadese-con-accento-yankee-appena-sfornato-dall’universita’-democratica se l’e’ pure vista brutta, che qualche braccio nerboruto s’e slanciato dalle transenne e l’ha afferrato per la collottola. Ma la presenza della polizia e’ massiva. Gli invitati alla festa vengono scortati da un quadrato di birri che si apre solo per far defluire i nuovi arrivati dentro la stazione di pascolo. Misure precauzionali. Niente microfono. I barbuti jihadisti devono sgolarsi. La democrazia e’ l’arte della sordina. Tra uno scatto e l’altro mi chiedevo se non sarei presto diventato una polpa di carne pulsante, un filetto di cinghiale sardo piombato dall’esplosione nel giardino dove Obama e Cameron si gingillano sul barbeque. Se capita spero proprio di causare una gloriosa cacarella. Il sogno di ogni onesto giornalista. Povera mamma, pero’.

 Comunque ci sono arrivato al “Villaggio Piccante”. Abu dice che e’ in ritardo. Arrivera’ verso l’una e un quarto. Ordino un succo d’arancia ed aspetto. Sono maestri nelle spremute di frutta fresca, da Istanbul in poi, Sancio. E lo stomaco che ha visto solo caffe’ esulta in uno spasmo edenico. Speriamo Abu muova il culo. Alle 3 devo essere ad Holborn, central London, che io e Mascarin dobbiamo andare ad una conferenza dove interviene Nawal al Saadawi. Una vecchietta egiziana con due coglioni come due bisacce da sella, Sancio. Poi te ne parlo. Ora sto aspettando che sto Abu arrivi. E’ gia’ l’una e mezza.

 Mentre mi trastullo col passaggio dell’Asia alla finestra arriva un figuro. E’ un altro Abu.

Non capisco. Questo lo conosco. Era pure lui alla manifestazione. Appare nell’album fotografico che ho pubblicato…un metro e ottanta d’ossa ricoperto da una tunica bianca come la neve, ricamata da delicati rilievi floreali nela fila dei bottoni…un faccino smunto sul quale s’inerpica una barbetta in via di proliferazione. Tutto serio si presenta e si siede.

Rovista il telefono. Gl’occhi s’accendono quando gli mostro la foto della manifestazione.

La leggerezza abbatte qualsiasi turrita elaborazione del pensiero.

Mi dice che Southall e’ popolata quasi interamente da pakistani ed afgani. Prime e seconde generazioni. E’ disoccupato. Poi, senz’indugio, parte alla riscossa:

“Qual’e’ per te il vero significato dell’esistenza?”

E mo che gli dico.

 “Vai dritto al punto cumpa’…guarda…io…ehm…io sono curioso…e poi mi piace l’idea che si possano fare delle cose decenti per le persone…sai…”

 “Si- interviene- ma guarda questo bicchiere.”

Ribalta un bicchiere dalla mis-en-place, palesandone la concavita’.

“Questo bicchiere ha uno scopo. Anche tu ne hai uno. Non puo’ essere che tu muoia e tutto sia finito. Esiste una legge sopra di noi, quella dell’Islam professata dal profeta Maometto, che Allah lo abbia in gloria.”

 Pure d’accordo, ci vuole una missione, un senso. Mica lo contesto. Ok, la butto sull’interreligioso.

 “Guarda cumpa’…la visione integrale, “ lo stile di vita”, come lo chiami tu, appartiene a tutte le religioni. Tutte le religioni sono integrali, in questo senso. E credo sia cosa buona. Io, per me, sono una specie di oggetto postmoderno. Mica ce la faccio a seguire una regola. Non mi sconfinferano affatto le regole. Sono una specie di integralista di me stesso, se ha senso. Mi faccio gli affari miei senza disturbare nessuno, in poche parole.”

 La risposta non l’oltraggia. Sicuramente non gli piace, ma forse ha capito che con me si puo’ parlare, dopotutto. Vengo salvato dall’arrivo di Abu, Abu maior.

Tarchiato, di pelo assai piu’ consistente. Occhi neri e duri. Loquela facile, affilata, senza fioriture, procede verso il senso come una freccia scoccata. Ha la consequenzialita’ del pensiero irremovibile. Io avevo gia’ programmato di lasciarlo andare, comunque.

Ordiniamo. O meglio, Abu maior ordina per me che io il menu non lo conosco. Credo sia qualcosa con l’agnello, intercetto. Arriva una brocca di succo di mango. Deliziosa.

 “Abbiamo 25 minuti a disposizione. Poi dobbiamo tornare alla preghiera”

 Ma come…mi hanno fatto aspettare per tre quarti d’ora…vabbe’…

Sistemo il registratore nell’incavo del bicchiere vuoto. Lo avvicino ad Abu maior. La funzione delle cose e’ imprevedibile, penso, caro Abu minor. L’intervista ha inizio.

 “E’ cominciato tutto nel 1924, con la caduta dell’Impero Ottomano. Cio’ che prima era unito si e’ frammentato in 55 diversi stati grazie all’oculata intercessione di Francia e Gran Gretagna. Poi dall’11 settembre 2001 ha preso un’altra piega, naturalmente. Avendo sconfitto il Nazismo ed il Comunismo l’Occidente doveva trovare un altro nemico sul quale imporre la propria egemonia. Cio’ che e’ capitato a New York e’ nato negli anni ’80, quando, almeno secondo l’Occidente, ha avuto termine l’epoca coloniale.”

 Abbastanza d’accordo.

 “Come ha detto Osama Bin Laden esiste il campo della verita’ ed il campo della menzogna, il terrorismo PER la vita ed il terrorismo CONTRO la vita.”

 A me sembrano due terrorismi che fanno a gara chi terrorizza di piu’.

Arrivano le pietanze. Riso speziato con bocconcini d’agnello. Ho una fame della malora.

Ascolto al ritmo di possenti cucchiaiate.

 “Quando il Grande Orso, l’Unione Sovietica, invase l’Afghanistan, tutto il mondo penso’ che fosse una guerra da concludere in 3 mesi. Dopo dieci anni il Grande Orso dovette abbandonare il campo. Il crollo dell’URRS segui’ poco tempo dopo. Non siamo contro gli occidentali ma contro i governi occidentali.

 “Gli americani hanno dato origine a due guerre per vendicare il 9/11, la morte di 3000 persone. I paesi musulmani subiscono un 9/11 ogni mese. Vecchi donne e bambini vengono uccisi quotidianamente dai bombardamenti americani. Ma a quanto pare il prezzo del sangue e’ come la valuta. Quello musulmano puo’ essere versato come acqua.

Per questo proclamiamo la jihad e crediamo nella Sharia, per questo invochiamo l’Islam come una integrale visione della vita che domini sull’intera terra.”

 “La jihad implica l’utilizzo della violenza come strumento di lotta. Nella vostra politica esiste spazio per simili strategie?”

 “Noi desideriamo vivere in pace in questa nazione, e l’uso della violenza non fa parte delle nostre scelte. Ma devi capire che nei paesi dove i fratelli musulmani si trovano sotto l’attacco delle potenze imperialiste, la risposta deve essere diversa, e ogni musulmano ha il diritto di supportare questa lotta. E coloro che hanno votato i governi che esprimono queste politiche imperialiste sono colpevoli come i loro governi.”

 Allora qualche povero occidentale puo’ perderci il culo, alla fine. Abu non puo’ esprimersi in forme dirette. Non lo biasimo. Neanche gli occidentali lo fanno. La guerra e’ sangue, poche storie.  La guerra e’ il sangue degli innocenti. Sono loro che morendo fanno piu’ baccano.

Ok. “Cosa pensi della democrazia, Abu?”

 “Comincio col dirti che in questa democrazia non abbiamo liberta’ d’espressione. Hai visto anche tu il trattamento ricevuto a Downing street. Gli agenti del MI5 ci perseguitano. Hanno addirittura cercato di infiltrare alcune talpe nella nostra comunita’.

A Guantanamo il governo americano fa scivolare delle prostitute nelle celle dei prigionieri. Pensano di poter violentare l’integrita’ dell’uomo musulmano.”

 Mi chiedo se sia vero. Lo fosse…Obama e’ proprio un politico sofisticato.

“Noi non guardiamo nemmeno le donne, ne rispettiamo la sacralita’.”

Anch’io ne rispetto la sacralita’. Sara’ per questo che le voglio ingroppare tutte.Ma anche la loro maniera non mi sembra sbagliata, Sancio. Le donne vanno glorificate.Con loro al potere tutte ste cazzate e sto sangue non ci sarebbero. Ma Condoleezza Rice e la Clinton…Vabbe’, ce ne sarebbe meno.

 “Guarda oltre questa vetrina. Questo stesso punto stanotte sara’ pieno di vagabondi e drogati e prostitute. La societa’ e’ afflitta da gravidanze minorili. Quando vai in giro hai paura che ti rubino il telefono, ci devi mettere il pin, si o no?!”- dice mostrandomi l’ultimo modello dell’Iphone- in Giappone il tasso di suicidi e’ elevatissimo. Le persone si buttano quotidianamente dai tetti delle fabbriche.

 Che il Giappone dopo la seconda guerra mondiale abbia bevuto cocacola fino a fottersi il cerebro lo penso pure io.

 “ Il profeta Maometto, la pace sia con lui, ha detto che nessuna legge puo’ esistere sopra quella santa del Corano. Il fatto stesso che esista un apparato di regole che domini il tessuto del pensiero religioso e’ inaccettabile per noi musulmani. Questa e’ la contraddizione di fondo.”

 “Che forma dovrebbe assumere allora il perfetto stato musulmano? Qualcosa che ricorda l’Iran degli Ayatollah?”

 “Niente affatto. L’Iran e’ Shia. Noi non abbiamo nulla a che fare con quella frazione dell’islamismo. Cio’ che auspichiamo e’ la riproposizione del progetto che i talebani avevano iniziato dopo la ritirata russa. Molti portano esempi sciocchi per descrivere questo sistema come barbarie. Quello delle donne per esempio. Il corano incoraggia l’educazione musulmana delle donne. Se durante il governo talibano queste non hanno potuto frequentare e’ stato per ragioni di sicurezza. In giro c’erano ancora troppi avanzi comunisti, cani sciolti, stupratori. Andare a scuola non era sicuro.”

 Questa, mio caro Abu maior, e’ una stronzata da quattro soldi. Passo falso.

 “Nella storia della legge islamica ci sono state solo 100 mani tagliate per furto. Guardati intorno. A Londra almeno 200 case al giorno vengono visitate dai ladri. La democrazia e’ la schiavitu’ dell’uomo che si piega ai suoi desideri irrazionali.”

 A me sti desideri irrazionali me gustano, pero’. La democrazia e’ portata avanti da babbei, d’accordo….pero’…

“E i pedofili, che pena dovrebbero affrontare?”

 “I pedofili verrebbero giudicati, e se trovati colpevoli un palo verrebbe inserito loro nelle terga, fino ad uscire dal collo. Potrai pensare che e’ barbarico, ma serve da monito per la societa’. Nessuno oserebbe ripetere l’errore.”

 Cazzo…ripenso alla manifestazione, alla bimba alla foto ed alla mamma incazzata…e se qualcosa andasse male durante il processo…gia’ mi vedo col buco del culo largo come una grondaia…il palo che mi esce dalla clavicola…io che guardo l’orrore con cio’ che mi avanza della vista…sotto il sole cocente o la neve dell’Afghanistan…mi passa quasi la fame…

 “Cambiamo discorso…cosa pensi della Primavera Araba?”

 “Penso che la gente non abbia grande chiarezza in cosa debba seguire a questi sussulti. La verita’, ha detto il profeta Maometto la pace sia con lui, giace nelle mani di piccole minoranze. Presto all’interno di questi stati una minoranza guidera’ la massa verso la verita’. Poi sara’ un effetto domino, e tutti i paesi cadranno sotto la legge della Sharia. Infine sara’ il turno dell’Occidente.”

 “Ma non e’ possibile pensare ad un mondo dove le diverse civilta’ vivono la loro individuale esistenza, rispettandosi reciprocamente, comunicando?…”

 “Questo e’ impossibile. Come musulmano hai dei doveri. Se vedi la casa del tuo vicino che brucia hai il dovere andare in aiuto. Quando una persona ha vissuto nell’oscurita’ per tutta la vita i primi raggi del sole, i primi raggi della verita’ dolgono, abbagliano…ma poi…”

 Ora inseriamo anche Platone. Sempre preferito Socrate. Non il brasiliano dell’82 nei quarti Sancio, quello della cicuta che ha fatto incazzare pure Nietzsche, tanti anni dopo essersi accoppato. Colla cicuta.

 “Ok Abu, per me va bene. Basta cosi’. Vado un attimo al bagno. Poi devo scappare. Ho una conferenza che comincia fra poco a Londra.”

 Vado al bagno. Quando torno i due Abu si sono alzati…stanno andando via…li ringrazio…ci teniamo in contatto…si si si certo.

“Prima che andiate via…potreste darmi nome ed impiego…sapete…il giornalismo…”

“Io ho 32 anni e sono un web manager.- fa Abu maior-, lui ne ha 26 e…lavora per un’agenzia di sicurezza.”

 Ma non era disoccupato? Filano via verso la preghiera meridiana. Si avvicinano i camerieri, tutti interessati. Intervista? Che giornale? Famoso? Mi si avvicinano in due…tutti eccitati…scribacchio l’URL del mio blog su un pezzo di carta. Uno dei camerieri mi fa:

 “Grazie, grazie…sono interessatissimo…piuttosto…vuole avvicinarsi alla cassa per il conto?”

 Il conto. Avranno pagato il loro. Mi resta la mia parte. Qualche picciolo. Pero’, alla romana eh?! Meglio cosi’. Ognuno il suo.

 “Quanto le devo?”

“Allora…tavolo 4…in tutto sono 32 e 70.”

 Porca madonna…!!!I jihadisti mi hanno lasciato la stecca!…Alla faccia del cazzo! Manco ci hanno provato a pagare…. Deve essere una usanza coranica…. solo un’incomprensione culturale…pero’ porcaccia la miseria…30 banane….vabbe’, la prossima e’ loro. Non ho tempo da perdere. Mascarin e la Saadawi mi stanno aspettando. Il Masca deve essere incazzato come una belva. Mi ci vorra’ un’ora per arrivare ad Holborn. Ma tanto lui non se la prende. E’ l’intelligenza che sbeffeggia qualsiasi cosa. E’ come l’Italia dovrebbe essere.  Lo scrivo solo per emendarmi…caro Masca…erano le 2 e mezza e mi trovavo in culo al mondo. In tutti i sensi.


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