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“Lettere a un giovane poeta” di Rainer Maria Rilke

Da Vivianap @vpicchiarelli

Layout 1Nel 1902 Franz Kappus, un aspirante poeta di diciannove anni, scrisse a Rilke, allora ventiseienne, in cerca di consigli. Kappus frequentava l’accademia militare a Vienna ed era in procinto di intraprendere la carriera di ufficiale per la quale si sentiva tuttavia poco portato. Toccato dall’innocenza del giovane e dalla somiglianza dei loro destini, Rilke rispose a Kappus dando inizio a una corrispondenza intermittente che durò fino al 1908. “Lettere a un giovane poeta” svela il punto di vista di Rilke su temi differenti come la creatività, la solitudine, l’auto-realizzazione, la leggerezza dell’ironia, l’inutilità della critica, il sesso, l’amore, Dio e l’arte. Questo libro è una sorta di manuale di vita. L’arte, scriverà Rilke nella sua lettera finale al giovane poeta, è soltanto un altro modo di vivere. Introduzione di Mark Harman.

Libretto prezioso, delicato, da accarezzare e custodire. Le Lettere a un giovane poeta furono realmente indirizzate da Rilke al giovane scrittore Kappus fra il 1903 e il 1908. Pubblicate postume nel 1929, esse rappresentano una testimonianza di quanto la sua vita – e quindi anche la nostra – sia attraversata dalla filosofia. A dimostrarlo, gli innumerevoli aforismi che l’autore dissemina con generosità: “Chi crea deve essere un mondo per sé e in sé trovare tutto, e nella natura sua compagna”, la vita ha ragione, in ogni caso”. Sembra come che Rilke volesse “istruire” il suo giovane amico, per metterlo in guardia da certi aspetti confusi della vita che avrebbero potuto trovarlo altrimenti impreparato (“è questo in fondo l’unico coraggio che si richieda a noi: essere coraggiosi verso quanto di più strano, prodigioso e inesplicabile ci possa accadere”) o anche insegnargli a considerare l’arte (“le opere d’arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica”).

In queste dieci lettere, Rilke invita Kappus a scoprire se lo scrivere sia per lui una necessità, gli descrive il peso e allo stesso tempo la grandezza dell’essere artista, lo esorta alla solitudine definita come unico mezzo per ottenere ispirazione creativa e per giungere alla maturazione di sé.

Da leggere e rileggere, soprattutto se amate scrivere.


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