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Lettere al serial killer: il tanfo del Tamigi

Creato il 26 maggio 2013 da Paolo Franchini

Erudito Greg,

il mio nome è Jona Bubbleholmes,  e mio nonno paterno , Jonajona, era un omone grosso il doppio di me, che minuto non sono.

Ricopro la carica di esimio docente presso l’Università di Topeka, Kansas. E racconto ai miei studenti le mille vicende dell’età vittoriana , ricca di stridenti contraddizioni  e di divergenze. Londra era allora la città più popolosa al mondo, caldo nocciolo del più sconfinato impero della storia : una babele strofinata dai fumi del carbone e dal tanfo del Tamigi ,percorsa da una umanità piena di stracci e degradata, così bene raccontata da Charles Dickens. Ma Londra era anche il simbolo della supremazia industriale, economica e militare britannica, lievitate nel progresso economico urticato dal malessere sociale.

Scusa la dotta premessa.

Nel 1888 la middle class fu costretta a seguire le inenarrabili atrocità degli omicidi di Jack lo Squartatore, una figura così torva e sanguinaria ,inquietante e dominante tanto da rischiare di invadere il paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Un paese dove Alice trova la sua dimensione nell’assurdo e nel paradosso, nel metamorfico e nell’onirico matematicamente ineccepibile.

Arrivo alla domanda, colto Greg.

Si sarebbe intenerito, il trucido Jack, davanti alla disarmante innocenza di Alice?

Jona Bubbleholmes

 

Sapiente Jona,

se fossi un suo studente mi verrebbe da chiederle di parlare in modo più lineare. Glielo sussurrerei garbatamente, prima di stamparle un secco pugno sul naso da professore.

Devo comunque ammettere che il suo quesito è intrigante.

Nutro una certa diffidenza nei confronti delle auree immagini dell’adolescenza e mi smarrisco nel mondo di Alice, dove il sole brilla insieme alla luna. O luna o l’altro, direbbe mio nonno Greg, che era, a sensazione, un terzo di suo nonno paterno Jonajona.

Mi sono fatto una certa idea della ragazzina che sguazza nelle meraviglie: è una doppiogiochista, una tipetta enigmatica, probabilmente ambigua. Non mi pare ingenua, ma scaltra, astuta, furba.

Per il vecchio Jack lo Squartatore sarebbe stata una sgradevole rivelazione, uno scherzo imprevisto. Me la vedo proprio, l’ineffabile Alice, sparigliare le carte. Con un sorrisino in dissolvenza, davanti al cadavere ancora caldo di Jack. Trucidato da un innocente coniglio sbucato da un cilindro pieno di nitroglicerina.

Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.


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