Lettere dal Laos 19: La cascata.

Creato il 07 marzo 2012 da Enricobo2
Il Laos è paese di montagne e di fiumi. E' un paesaggio magnifico che appaga la vista e l'obiettivo delle macchine fotografiche. In un piccolo villaggio Kamu che incontri lungo la strada, si produce carta a mano, con metodi antichi. Si raccoglie la pasta di cellulosa sciolta nell'acqua su telai rettangolari e poi con lento movimento la si fa depositare secondo lo spessore voluto, mentre l'acqua cola via. E' difficile ottenere i fogli di spessore regolare, un po' ruvidi al tatto, che ti danno un piacere fisico ad essere sfogliati, quando raccolti e rilegati, formano quaderni, diari, album di sapore antico, magari impreziositi dall'inclusione di petali colorati o di piccole foglie a seconda della stagione. Piccolo artigianato che guardi con interesse anche se è rivolto al turista in quanto tale. Anche il successivo villaggio Hmong è un susseguirsi di banchetti ricoperti di sciarpe multicolori e i costumi tradizionali indossati sono una chiara concessione al favoreggiamento dell'acquisto, ma che delizia quella bimba che mostra il gonnellino colorato con movenza di piccola modella, quella vecchia che offre il suo cappello ricoperto di ornamenti alla tua curiosità e le mitragliate delle reflex che ascolti, sono in fondo portatrici di un reddito benedetto, un aiuto a vivere un pochino meglio. Sotto ogni sole, in fondo, pecunia non olet, e questo è ancora un modo decente ed onesto. 
Così di buon umore puoi arrivare al parco forestale di Tat Kuang Si, per goderti la giornata in un ambiente davvero piacevole. Certo c'è un po' di gente, ma non vi pare logico che se un posto è bellissimo, la gente voglia andarci? Però se lo desideri, puoi anche perderti per ore lungo, solo  i  sentieri nel bosco che sale lungo i fianchi della collina, tra alberi giganteschi, felci preistoriche, piante d'appartamento alte come palazzi, sotto le quali fermarsi ad ascoltare il respiro della foresta. Non ti puoi smarrire, guidato come sei sempre dal mormorio dell'acqua che scende. Così seguendo il torrente arrivi alla cascata. Ne vedi tantissime cascate in questo paese di acqua e di monti, ma forse questa è la più bella. Nascosta tra gli alberi, con tante balze successive, un susseguirsi di piccole piscine in cui puoi fare il bagno seguendo i mille rivoli che formano spazi isolati e protetti tra gli alberi. 
Il salto principale  poi, di oltre 25 metri, si offre da un palcoscenico naturale davanti al quale puoi fermarti almeno un poco a goderne il movimento, i colori, il suono. Una giornata davvero rilassante che puoi completare con una sosta al centro dove vengono raccolti i piccoli orsi neri indocinesi, salvati dai bracconieri o strappati alle varie fattorie della bile, dove questi poveri animali, catturati nella foresta vengono immobilizzati in gabbie minuscole per essere prelevati tramite una piccola sonda inserita nella cistifellea, del liquido ambito dalla medicina orientale, che certo ha interessanti approcci di sapienza antica, sfuggiti alla nostra visione moderna, ma anche tantissima fuffa basata sulla credulità popolare. Puoi stare ore a vedere questi simpatici animali giocare in una vasta area attrezzata, poi ti compri la maglietta "Salviamo gli orsi" e te ne torni in città contento, a farti una bella grigliata al night market. Questa sarà l'ultima sera a Luang Prabang e il piattone di frutta che la signora della guest house ti porta sorridendo, ti sembra meno dolce. Il sino- finlandese arrivato fin qui con la sua grande motocicletta, sta riempiendo le sacche laterali e si allaccia gli stivaletti. E' ora di partire.
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