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E' da un po' di tempo che non ti scrivo e devo ammettere di sentirmi un po' incolpa nel farlo… non è bello ricordarsi di te solo quando c'è qualche cosa dachiedere, quando si desidera qualche cosa da trovare sotto l'albero e poidimenticarsi della tua esistenza per tutto l'anno… E forse è proprio per questoche ho smesso di scriverti, tanto tempo fa… per evitare di continuare a sentireaddosso questo senso di colpa ogni volta che, aprendo il mio pacchetto cheavevi lasciato sotto l'albero, mi pervadeva nella consapevolezza di essere untantino egoista…. Un po' come tutti, insomma. Che ti archiviano già il 26dicembre per ricordarsi di te più o meno 360 giorni dopo….
Ma ora sono qui. E ci provo a scriverti una letterina.
Anche se latua identità non è più un mistero, per me, ed anche se materialmente non haipiù trovato le mie letterine nella tua cassetta della posta, io ho sempresentito la tua presenza…. Quella magia che ogni anno avverto nel periodo di Natale,quella sensazione di serenità che le lucine dell'albero di Natale mi hannosempre trasmesso… le ho sempre considerate come dei piccoli tesori da conservarenel profondo del mio cuore anche quando tutto il resto, attorno, era menoscintillante e molto più triste.
Menoscintillante, perché crescendo mi sono resa conto che non a tutti èriconosciuto lo stesso diritto di sognare e di sognarti, di immaginare le tuerenne volare in cielo, di sentire i campanelli che accompagnano il tuo arrivo.Meno scintillante perché ho capito che molti di quei bambini che nemmenoconoscevo non avevano neanche un pezzo di pane da mangiare, mentre io avevo ditutto e di più…. Crescendo ho iniziato a sentirmi prima impotente, poiresponsabile. Responsabile per i tanti sprechi quotidiani, responsabile per ipiccoli comportamenti ai quali non si fa mai caso ma che, messi tutti insieme,rappresentano davvero una mancanza di rispetto verso chi era meno fortunato dime. Ma non sono qui a chiederti di far scomparire la fame nel mondo… no… sonocerta che se avessi potuto farlo l'avresti fatto già da tempo… sono qui achiederti di rendermi sempre più responsabile anche per quei bambini…. Perchécredo che da tanti piccoli gestiquotidiani possa dipendere un futuro migliore. Un futuro che non può essereaffidato ad una magia natalizia… ma che dipende da ognuno di noi.
Menoscintillante perché ho iniziato a capire che tante mamme - mamme come la mia,mamme come ora lo sono io - non potevano vedere gli occhi sereni dei lorobimbi…. Perché i loro bimbi non erano con loro. Bimbi smarriti, bimbi rubati,bimbi lasciati davanti ad un portone sulla scia della disperazione…. E non tichiedo di riportare tutti questi bimbi alle loro mamme… No, se avessi potutofarlo credo che l'avresti fatto già. Ti chiedo di darmi il coraggio di nonrestare indifferente davanti alla sofferenza di tante mamme... Mammesconosciute, ma il cui dolore è lo stesso che proverei io se non potessi piùperdermi negli occhi dei miei bimbi.
Un Natalepiù triste… perché ho iniziato a capire che tutt'attorno quello che interessavaera l'apparire, il "dare" che non arriva dal cuore ma che è dettatodall'abitudine, da una fredda indifferenza a volte, ma pur sempre dare… un"dare" di facciata… che rattrista il cuore. Non ti chiedo di fare in modoche tutti coloro che mi sono accanto tornino a pensare con il cuore prima checon il portafogli…. Non ti chiedo questo. Ti chiedo di mantenere viva in mequella voglia di dare per vedere negli altri la gioia di un pensiero gentile…per leggere nel viso di chi riceve i miei sempre modesti doni quella luce chearriva davvero dal cuore… e non da un pacco grande e grosso incartato di frettao fatto incartare da mani sconosciute che magari hanno anche scritto, sucommissione, un anonimo biglietto d'auguri.
Un Natalepiù triste, perché ho scoperto che il dio denaro dettava legge ogni giorno dipiù…. E quando ho sentito dire in casa quest'anno niente regali latristezza non è stata tanto quella di sentire che non avremmo aperto pacchetti(cosa che poi, alla fine, si è sempre fatta comunque!) ma quella di vedersfumare, pian piano, quel senso dello stare insieme, dello scambio d'auguri chenon si misura con la grandezza del pacco consegnato o con lo scintillio delfiocco che c'è sopra… Ho letto in tutto questo una sorta di triste rassegnazioneal fatto che il Natale fosse diventato un giorno come tutti gli altri, dove cisi fa gli auguri per tradizione. Nulla più.
Ecco, allora, che oggi, a 39 anni suonati, voglio scrivertela la mia letterinadi Natale, con la speranza che non finisca in un cassetto remoto della miamente ma che resti viva anche in me ogni singola richiesta che ti sto perfare….
Ti chiedoserenità… Quella serenità che si conquista giorno per giorno con il rispettoreciproco, con la sincerità reciproca… anche con il duro confronto quandoserve… ma che porta sempre ad un costruttivo scambio di vedute.
Ti chiedocoraggio. Non quello della sfida ma quello che permette di fare scelteimportanti. Scelte di vita che non si possono demandare agli altri, che non sipossono rimandare a domani. Perché ogni giorno in cui apriamo gli occhi siamoposti davanti ad una scelta, piccola o grande che sia, che va fatta concoraggio.
Ti chiedoorgoglio. Non l'orgoglio che porta alle presunzione. Non quello. Ti chiedol'orgoglio di camminare a testa alta sempre e comunque, senza dover maiabbassare lo sguardo per vergogna, o per timore.
Non tichiedo di cancellare i miei errori ma di farmi trarre da loro insegnamento. Uninsegnamento vero, non quello che si dice a parole tanto per dire. Non tichiedo nemmeno di farmi dimenticare i miei errori: sarebbe troppo comodochiederti una cosa del genere. No, non farmi dimenticare i miei errori matienili vivi nella mia mente affinché non ne commetta mai più.
Non tichiedo la felicità assoluta per me e per i miei cari… Sarebbe troppo facilericeverla in dono. Ti chiedo di darmi la forza di costruire la nostra felicitàogni giorno. La felicità che si sente nell'aria al mattino con il primobuongiorno, che sento attorno al collo quando i miei bimbi si stringono a me,quella che avverto nell'aria ogni volta che incontro lo sguardo di mio marito,quella che le piccole mani dei nostri bimbi ci trasmettono ogni volta checercano le nostre. Aiutami a costruirne sempre in abbondanza, perché lafelicità non è mai troppa. Per noi come per nessuno.
Ti chiedo dinon togliermi mai il sorriso. Fin da piccina sono sempre stata una bimba moltosolare, sorridente, allegra. Ti chiedo di concedermi il dono di continuare adessere così anche quando le avversità della vita dovessero - come è giàcapitato - minacciare di spegnerlo per fare posto ad un ghigno d'indifferenza oad un muso lungo dettato dal dolore e dalla tristezza.
Ti chiedo difarmi essere comprensiva e tollerante. Comprensiva non solo quando è facileesserlo, ma anche quando la comprensione rischia di essere schiacciata sotto alpeso della rabbia o dell'indifferenza. Tollerante, perché tutti possonosbagliare ed ognuno ha diritto di farlo. Ognuno ha diritto di essere se stessoed essere accettato per questo…
Ti chiedo diconcedermi il dono del silenzio. Non quel silenzio che fa sprofondare nella solitudine,ma quel silenzio che permette di mettersi in ascolto, che fa percepire anche iminimi segnali che potrebbero confondersi con le tante, troppe parole….
…per essere che non volevo chiederti nulla… ho esagerato, vero?
Concedimi di scrivere queste righe più per chiedere tutto questo a me stessache a te. Perché so che molto di ciò che ti chiediamo dipende da noi. Avreimolto altro da aggiungere ma è meglio che mi fermi qui.
Permettimisolo un ultimo appunto.
L'altrogiorno sono stata a fare visita ad una zia che non vedevo da tempo, con i mieidue bimbi. Non si aspettava la nostra visita e ho letto nei suoi occhi la gioiavera, quella che vorrei leggere negli occhi di tutti coloro ai quali auguroBuon Natale. Era così sorpresa nel vederci che non sapeva cosa dirci… Haregalato ai miei bimbi due fischietti di plastica con delle caramelle che avevapreso - così ci ha detto - qualche mese prima con la speranza che qualcuno deisuoi nipoti gli facesse visita con qualche bimbo piccolo…. Avresti dovuto vederela gioia negli occhi dei miei bambini con quei due fischietti in mano… Hannoiniziato a giocare e giocare e giocare ancora come se avessero tra le manine ilpiù prezioso dei giochi… Ecco cosa ti chiedo. Non farmi dimenticare la gioiache ho avvertito nell'aria l'altro giorno e aiutami a portarne ancor di piùnella mia semplicità e nel mio modesto modo di essere me stessa.Con affetto,Stefania
Ps. CaroBabbo Natale di solito non rileggo le lettere che scrivo e non lo faccionemmeno io. Sii paziente con me... e perdonami se sono stata un po' confusa...
Un'ultimissimacosa ti chiedo: guarda con benevolenza tutti i miei amici, i miei cari e tutticoloro che mi conoscono... ma anche chi non mi conosce...
Anche se non ti scrivono letterine so che sai leggere nei loro cuori... aiutalinon tanto a realizzare i loro sogni, ma ad averne... e porta loro i miei piùaffettuosi auguri di Buon Natale!
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