Caro Babbo Natale,
quest’anno mi hanno detto che per scriverti la letterina devo usare la PEC, l’ho riportato per completezza anche nei miei aggiornamenti di stato mensili. Io ci ho provato, ma purtroppo sul Registro Imprese non riesco a trovare il tuo indirizzo… come dovrei comportarmi?
Ho scelto di scriverti comunque, pubblicamente nel mio blog, sperando che tu possa recepire il messaggio. Sei onnisciente, quindi il mio dubbio è probabilmente infondato, ma per sicurezza uso questo plugin e metto in copia conoscenza per lettura anche l’NSA.
Io sono stufo di fare il bravo per soddisfare i desideri altrui, non dovrebbe essere il mio lavoro. Chi me lo fa fare di pagare tasse su tasse per i motivi più disparati, o di pagare una pensione a qualcuno senza che ci siano le premesse affinché questi soldi possano in qualche remoto futuro ritornarmi indietro? Chi me lo fa fare di mantenere, direttamente o indirettamente, la mia amica Telecom a cui non interesso?
Voglio dire: almeno fossero soldi spesi per una giusta causa. Un “do ut des” o un “quid pro quo”, giusto per usare termini latini che nel contesto fanno figo ma che in realtà non servono ad un emerito cazzo. Invece no, sono investimenti obbligatori a fondo perduto, destinati a persone che li useranno semplicemente per accrescere il proprio ego e per sputtanarli (al mio posto).
Io non voglio nessun fottuto giocattolo, pretendo di essere trattato con rispetto. Non voglio un vecchietto magico su una slitta trainata da mammiferi volanti. Cambiamo il target di questa festività, o aboliamo direttamente il 25, per fare posto agli interessi di noi stessi: meno politici corrotti, meno mafie dilaganti, meno quaquaraquà. In tutto quest’anno penso di non aver mai dato ragione al M5S, stavolta lo farò: le cose devono cambiare. Ma non come vorrebbero loro…
L’Italia deve semplicemente riappropriarsi dei propri valori, sociali ed umani, prima di riappropriarsi della propria classe politica. Come può un ammasso di gente inconsapevolmente autolesionista (lo si è visto alle ultime nazionali) essere forza motrice di una rivoluzione? Ne abbiamo parlato anche qui, non può.
Prima di poter ambire ad un miglioramento della situazione, quindi, bisogna culturizzare un po’ la società. Il problema fondamentale è che per culturizzare la società servono riforme sull’istruzione che solo la classe politica può attuare, e quella l’abbiamo già persa da tempo. Ed da questo circolo vizioso non riusciremo a cavarne nulla, la miccia è innescata, non si torna indietro.
I risultati già si vedono. Giovani disoccupati, che vanno in cerca del conseguimento di una laurea per disperazione o che invece gettano la spugna rassegnati. 30enni/40enni che a causa della pressione fiscale (o della loro inettitudine) hanno perso il lavoro e ora cercano il primo treno decente sul quale salire all’ultimo minuto, accettando anche grandi compromessi pur di riuscire nell’impresa (un po’ come i regionali di Trenitalia… sempre che non ci tolgano anche quelli). Pensionati che di quello che hanno pagato in tutta la loro vita, vedranno ritornare indietro solo una minima parte.
Con che faccia viviamo tutto questo senza affrontare di petto il problema?
Babbo Natale, fammi questo regalo. Non voglio più vedere convegni sul “perché i giovani lasciano l’Italia”, avevo già espresso il mio pensiero sulla tematica. Non voglio nemmeno gente che come gli struzzi al primo problema sotterrano la testa, cercando la soluzione di ogni problema nel complottismo, negli amici immaginari o nella disinformazione. Quest’anno vorrei solo che la gente tirasse fuori gli attributi in tutto quello che fa, mettendoci anima e cuore.
Ti lascio delle brioches del Prix sotto l’albero, so che ne vai ghiotto, e del caffè miscela speciale Lanta per le tue renne, sicuramente ne avranno bisogno per il loro lungo viaggio. In chiusura, ti invito ad allertare la Befana: record storico di carbone, quest’anno, per la nostra nazione (come se non avessimo già abbastanza record negativi).
Cordialmente,
Lanta