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Caro Babbo Natale,
mi sa che quest’anno ti sei distratto un po’ e siccome sei molto impegnato, più forte ti scriverò. Lo so, caro Babbo Natale, che noi qui in Italia ti sembriamo davvero piccoli e insignificanti di fronte a tutto il resto del mondo, e forse lo siamo veramente, ma ti prego non ti dimenticare ancora di noi. Dacci un’ultima possibilità e poi, se proprio non ce lo meritiamo, allora vabbé, lasciaci pure andare a fondo.
Ma quest’anno, lasciamelo dire, hai fatto proprio un gran casino.
Ti abbiamo chiesto di aiutarci a diventare un paese normale, insomma come gli altri, e tu ci hai ascoltato e sotto l’albero ci hai portato un professore colto e stimato che finalmente si occupava delle nostre cose, di risolvere i problemi, di rimettere in sesto questo paese un po’ bislacco e soprattutto che potesse presentarci al mondo senza che il mondo ci ridesse dietro. E ci abbiamo creduto, veramente. Sembrava che le cose cominciassero a funzionare, a girare con serietà e rigore ma invece poi a girarsi è stato proprio lui, il professore che ci hai mandato. Ma dico io, caro Babbo Natale, ma non lo sapevi prima che alla fine sarebbe stato come gli altri, anzi, peggio? Prima ci ha ammazzato con tasse e balzelli, come se questa fosse la sola cura possibile dei nostri mali e poi, anziché darci un a mano a compiere quel salto che son vent’anni che proviamo a fare, come dice il mio papà, si è messo a rifare quello che quelli prima di lui facevano molto, ma molto meglio. Sto professore che c’hai mandato ora non si capisce più che vuole, gioca ma non gioca, scende in campo ma non scende veramente, fa un partito anzi no, insomma alla fine pare che gioca a dividere e non ad unire come sembrava. Insomma, caro Babbo Natale, ti avevamo chiesto una terza Repubblica e ci hai mandato quattro partitini che vogliono rifare la prima, divisi alla Camera e uniti al Senato, che pare proprio che ci sguazzano tra liste bloccate, alleanze posteriori e convergenze parallele. Quattro partitini che aspettano che il gioco si rompa, poi così possono dirci che ce lo aggiustano loro.
Caro Babbo Natale, ma come ragioni?
Ti abbiamo chiesto di partire da lì, da dove più avevamo speranze e di aiutarci così ad avere una democrazia compiuta, come quella che vediamo negli altri paesi, dove i cittadini scelgono e vedono che quello che scelgono, poi, è quello che li comanda. E tu, ci hai dato le primarie? Insomma, ci hai fatto credere che fosse finalmente giunto il momento per noi di avere un partito democratico nuovo, giovane e moderno e hai mandato a casa quel ragazzo che, in fondo, prometteva molto bene? Insomma, ci hai lasciato con un signore che sì, sarà pure una brava persona ma è una brava persona che ci fa rivedere quello che già abbiamo visto quindici anni fa, e venti anni fa. Una brava persona che si è truccato le regole per vincere e che ci vuole governare con i quasi comunisti e con i quasi democristiani. Lo dicono tutti. Dai su, lo sai pure tu, caro Babbo Natale, così non si fa. Non si può proprio andare avanti.
Scusa sai, ma come funziona?
Io, caro Babbo Natale, sono molto arrabbiato con te. Il mio papà ha dovuto chiudere il negozio e noi quest’anno non faremo neanche il cenone di natale perché non abbiamo i soldi, come non abbiamo avuto i soldi per andare al mare quest’estate. Bella estate di merda che mi hai fatto passare, quando mamma è stata costretta a lasciarmi dalla vicina di casa per andare a fare le faccende dai ricchi per far mangiare me e mia sorella piccola. Ti abbiamo chiesto di darci una mano e tu ci hai mandato Equitalia, ti abbiamo chiesto una casa e tu ci hai mandato l’IMU, ti abbiamo chiesto un posto dove far curare il nonno e tu ci fai pagare pannoloni e sedia a rotelle, ti abbiamo chiesto una scuola dove andare e tu ce le hai chiuse, ti abbiamo chiesto un lavoro e tu ci hai costretto ad emigrare. Ma noi, caro Babbo Natale, vogliamo tornare. Io ho tutto in Italia, i miei cuginetti, i miei zii, i miei nonni, i miei vecchi compagni di scuola e poi, qui in Germania, fa veramente tanto freddo.
Allora senti, caro Babbo Natale, facciamo un patto. A questo punto, rimandaci la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista che almeno loro sapevano giocare bene a quel gioco. E noi, caro Babbo Natale, ti promettiamo che torneremo quelli di sempre.
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