LUCIA CECI / IL PAPA NON DEVE PARLARE –CHIESA –FASCISMO E GUERRA
D’ETIOPIA./ LATERZA-pp266 - 2010
Lucia Ceci,docente di Storia Contemporanea all’università di Tor Vergata, ci regala
uno studio stimolante, che riguarda il lungo e contradditorio rapporto tra Chiesa e guerra.
Mi riferisco a “Il Papa non deve parlare”, edito da Laterza.
Nel volume si affrontano con chiarezza e rigore scientifico i principali aspetti della campagna
militare italiana del 1935-36 in Etiopia come il dibattito ,che l’accompagnò e l’azione
del regime fascista (la propaganda) e soprattutto l’atteggiamento della Santa Sede e del clero
davanti al conflitto medesimo.
E, grazie alla documentazione nuova, proveniente dagli archivi vaticani, il testo della Ceci
fa emergere due punti particolarmente importanti.
Intanto la netta contrarietà di Pio XI all’intervento in guerra.
Infatti il Papa, dopo l’iniziale condanna della guerra, pronunciata nell’agosto del 1935,
condanna per altro stravolta dalla stampa fascista dell’epoca e annacquata dalla stessa
diplomazia vaticana,dinanzi alle reazioni intimidatorie di Mussolini, si rassegnò e tacque.
E quindi la conseguenza logica fu che il silenzio del Papa venisse poi interpretato come un
tacito avallo dell’impresa. Cosa assolutamente falsa.
Falsità che produsse nei confronti della guerra un’eccitazione spropositata e squilibrata tanto
da parte della gente comune quanto e soprattutto da parte di vescovi e prelati.
SKOONHEID /BELLEZZA/ di OLIVER HERMANUS /Sudafrica 2011
Skoonheid ,( la cui traduzione in italiano è Bellezza), è il nuovo film di Oliver Hermanus,
regista originario di Cape Town in Sudafrica.
L’importanza di questo lavoro di Hermanus, incluso già nella sezione “Un Certain Regard”
del Festival di Cannes 2011, e che ha ricevuto al Film Festival di Durban il premio per
il miglior film sudafricano, è l’essere ,tra l’altro, il primo film parlato tutto in lingua Africaans.
La storia è quella di un uomo sulla quarantina, tale François van Heerden, bianco, con
una famiglia africaans e che vive a Bloemfontein, alimentando un senso negativamente
fatalista della vita. Fino a che…
A giudizio della critica “Skoonheid” racconta una storia sudafricana molto complessa con un
forte richiamo internazionale. E l’apprezzamento, sul piano stilistico per Oliver Hermanus
è totale sia per sottigliezza che controllo e dimostrazione di conoscenza della storia del
cinema.
Avremo modo di fare anche noi spettatori le nostre valutazioni al più presto.
Infatti “Skoonheid” sarà nelle sale cinematografiche, da noi ,nella prossima stagione.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)