Bene, anche maggio è andato: ora mi rimane la tirata finale, composta da due, forse tre interrogazioni (no comment) e altrettanti esami. Poi, finalmente, potrò tirare un sospiro di sollievo e tornare a dedicarmi ai miei amici libri. Per il momento ecco a voi quelli del mese appena conclusosi.
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> Le Pietre di Talarana, Alessandro H. Den (500 pp.- eBook inviato dall’autore)Per quanto riguarda la trama, è chiaro fin da subito che le idee presenti siano in gran parte già viste. Nonostante i cliché spesso belli grossi, devo però dire che la storia è risultata gradevole, almeno considerandola nel complesso: non mancano i momenti prevedibili e un discreto numero di scene non-sense e di incongruenze, eppure l’avventura e la tensione sono ben presenti per tutta la storia.
Io personalmente l’ho trovato piacevole, secondo questo punto di vista. Poi però mi tocca dire due parole anche sullo stile, se voglio realizzare un commento completo… ed è qui che cominciano i guai, con una scrittura intricata e confusa, problemi di PoV, raccontato e altri difetti vari.
Anche prima di cominciare a leggerlo temevo che mi sarei imbattuta in un testo piuttosto acerbo, dato che si tratta di un fantasy autoprodotto: la trama è ok, ma sullo stile c’è ancora bisogno di lavorare.
(Recensione completa qui.)
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> Musica classica per negati, D. Pogue e S. Speck (370 pp.- comprato su Amazon)
Bello, bello, bellissimo! Fidatevi di una che studia musica da quasi dieci anni!
L’unico difetto che è possibile imputargli, per come la vedo io, è il poco spazio dedicato ai musicisti italiani: del buon Verdi, per dire, è citata solamente la Messa da Requiem, mentre musicisti dell’est Europa meno importanti compaiono in interi capitoli.
Per il resto, però, è un libro a dir poco memorabile: semplice, divertente, ricco di informazioni utili e contenente un sacco di interessanti consigli musicali (parecchi dei quali, lo ammetto, che ancora non conoscevo… ma come dicono gli autori anche il nostro brano preferito un tempo era da noi ignorato!).
Bellissime soprattutto le parti dedicate all’ascolto guidato dei cd (è incredibile come ascoltando certi brani si scopra ogni volta un particolare nuovo), le istruzioni per andare a un concerto (finalmente sono riuscita a trovare chi la pensa come me, riguardo alla secondo me insensata pratica di applaudire solo alla fine di un brano a più tempi!) e le pagine dedicate ai vari strumenti.
Credo che tutti, sia musicisti esperti sia coloro che sanno suonare al massimo il campanello di casa, dovrebbero avere una copia di questo libro nella propria biblioteca: se così forte, la musica classica non sarebbe così snobbata e considerata un genere ormai sorpassato!-
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> Nytrya, Federico Galdi (278 pp. – inviato dall’autore)Anche per questo romanzo trovo che la Plesio Editore abbia fatto centro: mi è sembrato scritto bene, originale nonostante la presenza di alcune delle razze tipiche del fantasy (elfi, nani, orchi) che tuttavia viene compensata da idee tutte nuove, e soprattutto avventuroso e divertentissimo.
Un applauso va ai personaggi: tutti, senza eccezioni, hanno un carattere strepitoso. Molto interessante anche la trama, nonché il background molto bello a approfondito in cui essa è stata inserita.
Insomma, complimenti all’autore, perché per essere un romanzo d’esordio mi ha davvero catturato.
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> Lucy, Fiorella Rigoni (367 pp. – eBook comprato su Amazon)Ho comprato questo eBook su Amazon e l’ho letto in pochissime ore.
Molto, molto bello e toccante, in certi punti anche commovente: mi è piaciuto davvero come l’autrice ha narrato la storia, ovvero al presente, permettendomi di sentirmi del tutto parte della vicenda.
Si tratta di una storia che parla di adolescenti, ma che tuttavia sconsiglierei a un pubblico di lettori giovani, date le tematiche molto dure che contiene.
Particolarmente riuscita, a mio parere, la parte ambientata a scuola, forse perché talvolta è capitato anche a me di sentirmi, come Lucy, un pesce fuor d’acqua tra i miei coetanei. L’unica cosa, sempre secondo me, che poteva essere ulteriormente approfondita è il punto di vista del patrigno: mentre, ad esempio, i motivi del comportamento della madre vengono ben giustificati, la narrazione non si addentra quasi mai nei pensieri di lui, che a mio giudizio non è risultato caratterizzato così a pennello.
Comunque pazienza, può darsi che si sia trattato di una mia impressione: ciò non toglie che rimanga un ottimo libro, di quelli che fanno pensare.
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> Damned, Claudia Palumbo (401 pp. – preso in biblioteca)Una cosa che disprezzo parecchio nelle mie più o meno coetanee è l’attaccamento alle mode, che in gran parte si trasformano in fisse: quelle della mia generazione, in particolare, comprendono i romanzetti d’amore in stile Twilight e i cantanti/gruppi di scarsa bravura ma di bell’aspetto (?) stile Tokyo Hotel.
Ebbene, con mio sommo disgusto, questo romanzo mescola entrambe le cose. Ma non è solo per questo che l’ho trovato pessimo: la trama è la solita trita e ritrita, i cliché non si contano, i dialoghi sono inverosimili, il punto di vista che salta di continuo da un personaggio all’altro crea una grande confusione… Come se non bastasse, la protagonista puzza di “author surrogate” lontano un miglio. E poi è scritto veramente male, caspita: non ha proprio niente a che vedere col “libro fenomenale scritto da un’autrice di 14 anni” di cui parla la pubblicità.
Insomma, l’ho trovato scritto da cani, per niente originale e pure noioso. Davvero pessimo.
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> L’intoccabile, Federica Leone (330 pp. – eBook comprato su Amazon)
Magari non pessimo come altri titoli del genere su cui mi è capitato, purtroppo, di mettere le mani, ma è ancora ben lontano dall’essere un buon libro: la scrittura mi è parsa molto giovanile e acerba, superficiale e spesso banale. La punteggiatura, inoltre, è tutta da rivedere: le pagine sono disseminate di virgole messe a caso e i molti “…” alla lunga sono davvero fastidiosi. E ovviamente è il Raccontato a farla da padrone, con effetti spesso disastrosi.
Gli stereotipi del genere meritano una nozione speciale: non vi ricorda niente un certo vampiro belloccio e cordiale, con gli occhi che cambiano colore e che sa leggere nel pensiero?
Non dimentichiamoci poi di alcune scene assolutamente non-sense: il vampiro che attacca la ragazza per sorseggiare un po’ del suo sangue e poi scappa via come se nulla fosse . Oppure, ancora più bella: OMG, quel vampiro assassino ha tentato di uccidermi… però è talmente bello che non può essere veramente cattivo, e poi se è morto per salvare una bambina di sicuro un’anima ce l’ha! Ma un po’ di amor proprio ti è del tutto sconosciuto, vero Daphne? T.T
Insomma, mi L’intoccabile mi è parso più che altro un concentrato di smancerie patetiche e scene prevedibili in perfetto “stile Twilight”. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, e nemmeno sul piano stilistico vale la pena di dedicarci del tempo, secondo me.
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> Il cristallo di Necros, Paolo Parente (362 pp. – eBook inviato dall’autore)La lettura de Il cristallo di Necros ha avuto un andamento un po’ altalenante, fatto di alti e di bassi, ma devo dire che questo romanzo mi è piaciuto. Mi riferisco alla trama, che presenta elementi degni di nota seguiti spesso, ahimè, da passi venuti decisamente peggio: da un lato mi sono imbattuta in idee davvero carine originali, che però si alternavano ad alcuni cliché non da poco, per non parlare di una serie di scene prevedibili.
L’altro aspetto che mi è piaciuto molto è stato lo stile: il romanzo cattura l’attenzione, è scorrevole e coinvolgente, scritto in modo semplice ma con le parole scelte accuratamente. Di sicuro è perfetto per un lettore che desideri trascorrere ore avventurose, ma è capace di accontentare anche chi ricerca un fantasy di un certo livello. Niente di eccezionale, ma trovo ugualmente che l’autore abbia fatto un ottimo lavoro.
(Recensione completa qui.)
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> L’erede dei quattro elementi, Nicoletta Ricci (310 pp. – inviato dall’autrice)Per quanto riguarda lo stile, suggerirei all’autrice di prestare un po’ più di attenzione: non si tratta di errori gravi, anzi, però la riuscita di un libro è data anche dai piccoli dettagli. Per il resto non mi pare di aver incontrato altre mancanze, escludendo un paio di descrizioni noiose.
Il maggior punto di forza, a mio parere, sono stati i personaggi: il cugino Kalyan, spassosissimo, e soprattutto i due lumaconi Yake e Augustin, che mi hanno strappato sane risate con le loro battute spiritose. Non un libro esente da difetti, in definitiva, ma che di sicuro saprà tenervi compagnia per parecchie ore. Lo consiglio a tutti, se desiderate immergervi in un fantasy un po’ diverso dal solito.
(Recensione completa qui.)
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> Ho ucciso bambi, Carla Cucchiarelli
(154 pp. – inviato dall’autrice)
Come non è difficile intuire dal titolo, questo libro non è esattamento adatto a stomaci delicati: Ho ucciso Bambi, infatti, è un viaggio all’interno della mente umana, che si domanda cosa mai possa spingere una persona (in questo caso due ragazze adolescenti) a commettere una strage cominciando a sparare tra la gente, come a voler ristabilire da sola una giustizia in cui riconoscersi. Questa è la storia di Silvia e Debora e di come un giorno siano arrivate a scuola armate e si siano messe a sparare sui loro compagni e sull’insegnante. Perché arrivare a tento?, viene spontaneo domandarsi. Già, perchè? Forse la risposta è in questo o libro… o forse occorre scavare ancora più a fondo.
Mi è piaciuto molto, insomma, in particolare il modo in cui l’autrice ha strutturato la vicenda: infatti, i capitoli presentano punti di vista molto diversi e non si susseguono in ordine cronologico, cosa che me lo ha fatto divorare in poche ore. Davvero un romanzo da leggere, a mio parere, di quelli che non capitano spesso.
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