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Letture insipide

Creato il 11 marzo 2014 da Altovolume
Ho letto tre libri da cui mi aspettavo di più.
Io che amo solo te, Luca Bianchini
Una barca nel bosco, Paola Mastrocola
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il ladro di Fulmini, Rick Riordan
Il punto è : quando ti presentano un libro dicendoti "Leggilo, è proprio bello!", fino a che punto fidarsi?
Letture insipideIl libro di Luca Bianchini l'ho letto perché in molti mi hanno parlato bene di lui come scrittore/giornalista/conduttore radio. Ho voluto provare a leggere qualcosa di suo, ma non è proprio il mio genere.
Del suo libro, della storia non mi è rimasto niente.
È uno di quei libri dove non succede niente di eccezionale, dove si racconta una storia semplice, la normale quotidianità di un evento speciale, il matrimonio.
I protagonisti li ho trovati molto stereotipati all'inizio, tutti calati a perfezione nei loro ruoli: la sposa, lo sposo titubante, la sorella della sposa, la madre della sposa, la suocera, i parenti, i vicini di casa. Nella prima parte del libro è come se i personaggi non avessero nomi, tutti recitano la loro particina agli occhi degli altri. Nel finale invece c'è una piccola rivelazione, ti accorgi che dietro ai loro ruoli qualcosa c'è, ognuno di loro ha qualcosa da raccontare e ha bisogno di essere ascoltato.
Al di là di questo però ho trovato la storia lenta e noiosa, non è riuscita ad appassionarmi: non fa per me.
Lo consiglierei però a chi ama le storie leggere, quelle che non danno tanto da pensare: storie che filano via silenziose e tranquille.
Su anobii avrei dato 3 stelline se non fosse stato per il capitolo finale, che non conclude la storia.
Letture insipideUna barca nel bosco, Paola Mastrocola: letto per il gruppo di lettura.
Altro libro che ho trovato molto noioso. Un libro dove non succede niente.
In breve: è la storia di Gaspare che si trasferisce dalla sua isoletta sperduta (il nome dell'isola non viene mai detto) nella grigia Torino per frequentare il liceo.
E dal liceo fin ben oltre l'università Gaspare ci racconta la sua "emozionante" vita da pesce fuor d'acqua o, come recita il titolo, da barca nel bosco.
Il tono con cui è scritto vuole essere simpatico, scritto nel linguaggio giovanile...ovvero come gli adulti credono che parlino i giovani (cosa c'è di peggio di un adulto che si figne giovane?).
All'inizio il libro è divertente, solo che dopo è quasi stancante leggere le vicende di Gaspare, perché non è credibile. È vero a scuola esistono i fighi e i disadattati, ma questo protagonista lo è troppo, così come è troppo ingenuo, al limite della stupidità. È una specie di romanzo di formazione dove il protagonista non si forma: si limita a seguire la corrente, a fare di tutto per adeguarsi agli altri. È un protaginista senza carattere, dalla prima all'ultima pagina, tanto che ti verrebbe voglia di entrare nel romanzo e dargli una bella strigliata. E anche leggendo il finale non cambi idea, io almeno non l'ho cambiata semplicemente perché non c'è differenza tra prima e dopo: non ti accorgi che qualcosa nella vita di Gaspare è cambiato. Lui non ce lo dice, ma noi lettori non sospettiamo nemmeno che sia successo perché lui è sempre il solito inetto.
Una parola anche sul mondo della scuola rappresentato dalla Mastrocola: estremizzata. Forse è il punto di vista di Gaspare quello proposto, però non ho potuto fare a meno di pensare alla visione di un'insegnante disilluso. E la Mastrocola è stata professoressa (non so se lo sia ancora). C'è astio e amarezza nella rappresentazione di liceo, professori, università; sembra che ci voglia dire una sola cosa: niente si può salvare. E io come ex-studentessa posso anche essere d'accordo sulla decadenza del sistema scolastico però so per certo che ci sono insegnanti che credono ancora nel loro lavoro. Quindi non mi è piaciuto questo pessimisimo cosmico, sopratutto nel finale dove Gaspare conclude che ognuno di noi dovrebbe fare il lavoro del padre e basta.
La denuncia della Mastrocola è dura, forte, ma credo che poteva essere raccontata meglio.
Non consiglio questo libro, sopratutto non lo consiglierò ai ragazzi: esistono storie di formazione di gran lunga più belle. E forse è anche perché amo questo tipo di letture, dove i protagonisti sono ragazzi (GA/YA), che non ho digerito questo libro.
Letture insipidePercy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di Fulmini.
Era da tempo che volevo leggere questa saga: tutti i ragazzi ne vanno matti. In biblioteca me lo chiedono in continuo, quasi al pari di Diario di una schiappa.
È una storia ambientata ai giorni nostri dove però gli dei esistono ancora.
Zeus e soci si adattano ad ogni epoca e l'Olimpo è mobile: si muove nel cuore della civiltà dell'epoca, in questo caso l'America. Se cercate gli dei li trovate al 600° piano dell'Empire State Building di New York.
Il libro è carino, niente di più. Piace ai ragazzi perché il protagonista è ovviamente un diverso, un ribelle: cacciato da 6 scuole, Percy Jackson, 12enne, soffre di deficit dell'attenzione ed è iperattivo. Allo stesso tempo però è un ragazzo generoso che difende sempre i suoi amici dai bulli, motivo per cui finisce spesso nei guai. Presto scopre di essere un semidio: sua madre, sposata con un puzzone di nome Gabe, un tempo si è unita a un dio potente e questo è il motivo di tutti i suoi problemi a scuola. I disturbi che ha sono dovuti al fatto che lui è nato per battersi con mostri che hanno iniziato a cercarlo ora che i suoi poteri sono diventati più evidenti.
Nel primo libro c'è la sua prima impresa: recuperare la folgore rubata a Zeus. In mezzo ovviamente altri personaggi, altri dei, altre avventure.
Non è stata proprio una lettura insipida. Più volte però il mio pensiero è corso a Harry Potter. I paragoni non si dovrebbero fare però è stato inevitabile: Percy è un ragazzino diverso nel mondo normale, poi scopre speciale; ha due amici con cui compie l'impresa: un satiro, imbranato ma coraggioso, e una ragazza, intelligente e decisa; la prima impresa si rivela essere qualcosa di più grosso: c'è un nemico molto pericoloso, che trama per sovvertire l'ordine degli dei, un nemico ancora più terribile di Ade, un nemico che sicuramente tornerà nei prossimi libri.
Somiglianze a parte, inevitabili forse quando si scrive una storia per ragazzi, è stata la scrittura che ho mal digerito. Rick Riordan ha un modo di scrivere molto semplice, immediato e cerca la battuta facile, oltre a tutto ciò i titoli sono di una banalità sorprendente: tutti in prima persona, al presente, tipo "incendio un autobus" (e poi effettivamente lo incendia, e la suspense dov'è?) o "combatto con mio cugino", bruciando sempre ogni tua aspettativa.  . È molto americano: molte situazioni hanno un qualcosa di già visto, l'esito di certe vicende è spesso scontato, i protagonisti sembrano usciti fuori da un telefim piuttosto che da un libro per ragazzi. Non c'è quella magia che aleggiava in ogni parola di Harry Potter, anzi: è tutto attualizzato, gli dei sembrano essere un gruppo ricconi annoiati con un sacco di tempo libero. C'è poca magia, poco mito, a parte i mostri e qualche effetto speciale messo lì apposta per far da scenografia.
Insomma, Percy Jackson poteva essere molto meglio per me. Capisco però perché piace: semplice, diretto, avventuroso al punto giusto.
Lo consiglierei? Ni.

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