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LETTURE PER POETI (9)La Rete: un gioco di pensierini rapidi, tronchi, strillati e parcellizzati

Da Ennioabate

Cisilinda Echelon di Alessandro Cisilin, “Galatea” qui

I veri protagonisti non sono tanto i segreti arnesi da 007, quanto i matematici contesi dai colossi dell’informatica e dei servizi. Sanno incrociare i dati, tra schede telefoniche, motori di ricerca, social network. Algoritmi che catalogano il cervello di ognuno di noi. Li chiamano ‘deep learning ’, e la ricaduta non è solo su una generica ‘privacy ’. In ballo sono le relazioni umane ed economiche, le idee e gli orientamenti di consumo. Controllo insieme politico, bellico e commerciale. Stesse strategie e stesso esito. I paesi ‘rivali’ degli Stati Uniti, quali Cina e Iran, pongono paletti non solo per ragioni liberticide, ma anzitutto per sottrarsi a tale controllo. Noi invece facciamo a gara per rincorrere il marketing dei colossi del ‘microblogging ’, pensando, al pari di quel che predica da tempo la Casa Bianca, di ‘fare democrazia’ e avere il mondo nelle nostre mani. “Ingoiavano tutto, senza batter ciglio, e ciò che ingoiavano non faceva soffrire”, preconizzava 65 anni fa Orwell. Frotte di cronisti hanno esaltato il ruolo dei social network nelle recenti rivolte sociali, a iniziare dal mondo arabo. La ricerca accademica (tra Dubai, Londra e New York) ne ha poi documentato l’irrilevanza. La comunicazione è un valore, ma è utile soprattutto a chi la gestisce. Specie se la fatidica ‘rete’ è un gioco di pensierini rapidi, tronchi, strillati e parcellizzati, specchio perfetto della società dei frammenti e del consumo. Strutture di massima sintesi, che per definizione depauperano lo scritto, la lettura, il pensiero alla stretta superficie. Funzionali perciò alla propaganda ed eventualmente ai populismi, non a un esteso confronto sociale. La statistica dice che si scende in piazza ancor più di trent’anni fa. Poi però si torna a casa, e si tende a chiudere il fatto ‘postando’ una foto o uno slogan. E in tali strutture di comunicazione anche i contenuti, in fondo, sono complessivamente tutt’altro che neutri. È facile, ad esempio, sostenere con un tweet che “in tempi di crisi non possiamo permetterci di accogliere i migranti”. Impossibile invece spiegare il contrario in 140 caratteri.


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