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Lezione – concerto.

Creato il 02 giugno 2011 da Vilipendio

Lezione – concerto.
Bòni – porcodio, state bòni.
Chi di voi, gentili uditori, sa dirmi cosa rappresenti questo segno?

Lezione – concerto.
“La lettera Effe dell'alfabeto greco”; bravi, vedo che tra voi c'è chi ha fatto il classico.
“La Sezione aurea, cioè il rapporto tra la parte maggiore e quella minore di un segmento ovvero quello tra il segmento intero e la parte maggiore”; qui abbiamo addirittura degli studiosi di architettura, o di biologia, o di astronomia o di pittura.
“La fase di un'onda, ovvero il punto d'inizio di un'oscillazione”. Uau. Addirittura qualche fisico.

Ebbene, signori miei. Tutte le opinioni espresse sono plausibili, poiché contengono tutte una parte della verità.

“φ” è una lettera – e che lettera, addirittura una Iniziale, nella circostanza. Ed è Aurea, armoniosa come vogliono questi altri. Architettonicamente, biologicamente, astronomicamente e pittoricamente armoniosa.


E - signori miei - “ φ” non è un inizio. È l'Inizio, di ogni oscillazione violenta.

Il fatto è, cari signori, che voi incubate uno dei mali peggiori dei nostri tempi. Siete poco fantasiosamente intrisi di Semantica, mancando colpevolmente di coscienza semiotica. Se ne aveste, avreste riconosciuto senza dubbio il Significato, e non solo alcuni tra i significati.
“φ” è prima di tutto un segno. Un ideogramma, un geroglifico. Quello da cui tutto parte, e tutto spera di arrivare. Guardate a  φ graficamente, cari voi, e capirete.
Ancora niente, eh. Ebbene. Necessitate di un ajutino, la rovina del millennio. Eccolo qua.

Lezione – concerto.
Ora sì. Questa φ ce l'abbiamo tutti ben presente. Cioè: chi più, chi meno.
Di questa φ stavolta è nota la forza trainante. Che si vuole superiore addirittura a quella bovina, trainante per antonomasia. Potenzialmente e cinematicamente travolgente, stavolta ha intrappolato nelle sue vulve hypnotiche un robò. Accidenti sì: un fresso, inzenzybbile robò.
Lo sentirete contorcersi nei suoi rovelli analogici, angosciarsi nell'ambiguità dei suoi stati continui. Per poi prorompere in un lamento digitale, di improperi a stati discreti ovvero discontinui, in cui i grigi si fanno bianchi sparati o neri buii, le elaborazioni elettroniche superate dai manicheismi numerici.
Ascoltatene la sofferenza, pietosi signori. Prestate orecchio a questo giovine garbuglio d'inesperti circuiti elettrici; e ascoltandolo compatitelo.

Pelo di φ by OID music

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