Capita raramente, o meglio non capita mai che il Camp Nou veda dominare una squadra in campo per più di un’ora che non sia il Barcellona. Ieri invece il pubblico catalano ha dovuto assistere in silenzio alla lezione del Paris Saint-Germain, interrotta soltanto dal maestro più grande di tutti, Leo Messi.
Il PSG, come ha detto Ibra, ha dimostrato di non essere uno scherzo
Il Barca stava andando in barca, ma la Pulce in dieci minuti ha rimesso le cose a posto impacchettando l’azione del goal di Pedro e consegnando agli uomini di Vilanova l’ennesimo pass per le semifinali. Prima, però, c’è stato solo il PSG. Un PSG senza paura, intraprendente, bello da vedere e capace di imporre il proprio gioco nella terra dei marziani.
Pastore e Lucas hanno dominato le fasce contro due mostri sacri come Dani Alves e Jordi Alba, ed il centrocampo, seppur orfano di Matuidi, ha dato grandi risposte di fronte a sua maestà Xavi e sua eminenza Iniesta. Al momento del sorteggio i ragazzi di Ancelotti erano stati dati per spacciati, oggi sono loro ad avere addirittura i maggiori rimpianti per non essere arrivati tra le prime quattro d’Europa.
“Come si dice, gliel’abbiamo incartata”, ha detto Ancelotti con orgoglio. E’ mancato soltanto il fiocco. Il PSG ha creato tante occasioni, ma non ha avuto la cattiveria giusta per dare il colpo di grazia ad un Barcellona che per lunghi tratti è sembrato un pugile suonato.
Il PSG, però, ha dimostrato tanto in questi 180 minuti contro i blaugrana. Ha dimostrato di non essere soltanto l’ennesimo parco giochi per sceicchi. Ha dimostrato di potersela giocare contro chiunque e di essere squadra con e non solo grazie a Zlatan Ibrahimovic.
Solo Messi è riuscito a fermare un’impresa che sarebbe stata tanto clamorosa quanto meritata
A proposito di Ibra, è stato lui a fornire l’assist (il settimo in Champions) per il goal di Pastore e a voler sottolineare che “tutti si sono accorti che non siamo uno scherzo”.
Perchè il PSG ha perso la Champions, ma ha guadagnato rispetto. L’ha guadagnato nello stadio più grande e pauroso d’Europa contro la squadra più forte e vincente del mondo. Niente male come inizio. Ancelotti deve infatti iniziare da qui a costruire i propri successi sotto la Torre. Il PSG ha imparato a perdere, adesso dovrà imparare a vincere.
Il campionato e la coppa di Francia sono i primi trofei da mettere in bacheca per inaugurare un ciclo. La Champions è lì che aspetta. La coppa dalle grandi orecchie a cui il nuovo PSG si è presentato nel modo migliore. Una stretta di mano vigorosa per guadagnarsi subito rispetto.
Marco Trombetta