Lezioni di boxe, lezioni di vita!

Creato il 19 febbraio 2015 da Morgatta @morgatta

Ho sempre praticato sport nella mia vita: sono passata dalla danza classica (durata un anno perché vestita da fiocco di neve mi sentivo idiota) al basket (perché era uno “sport più sport”, così dissi a mia madre all’età di 6 anni) per poi ritornare alla danza, hip hop, il mio vero amore e tutto il fitness del mondo (tanto che poi ho preso il brevetto per istruttrice…a questo punto ottimizziamo ;) ). Quando insegni per tanti anni, però, senti il bisogno fisiologico di tornare ad imparare, studiare, fare qualcosa per te e per il tuo corpo. Se l’anno scorso mi ero data alle discipline olistiche e meditative (yoga, pilates & co), quest’anno mi sono ritrovata con i guantoni in mano

A parte la preparazione fisica per questo tipo di sport, allenamento intenso e mirato (i cui effetti si sono fatti vedere subito, grazie al mio coach cattivo-ma-efficiente), è stato il training psicologico ad avermi impressionato e spinto a continuare: le lezioni di boxe sono lezioni di vita. Soprattutto per una persona che abitualmente con calci e pugni non ha niente a che fare!!! E’ iniziato un po’ per gioco: “ti va di fare qualche allenamento di kick boxe?“…mah, e perché no, proviamo! Imparare la tecnica, capire come portare i colpi, dove tenere le braccia (che ovviamente sventolavo….sono pur sempre ballerina inside), i calci (questi sconosciuti), la difficoltà di coordinare il tutto, compreso il fatto di respirare ogni tanto.

Quando poi è arrivato il momento del faccia-a-faccia, una-contro-una, è arrivato anche il panico: ansia, paura di prenderle, paura di darle, paura di fare e farsi male. In virtù della paura…scappavo! Sottrarsi al combattimento, svincolare, schivare sono una perdita di energia continua, che alla fine toglie il fiato, le forze e non porta a nessun risultato. Tanto più con l’agitazione dimentichi di avere delle braccia, delle gambe, dimentichi ogni cosa che avevi imparato…compreso a reagire…e ad incassare!!! Quindi le pigli: dopo la prima volta volevo piangere ed appendere i guantoni al chiodo. Per fortuna a darmi calci (metaforici) nel culo ci ha pensato il mio Santo Allenatore… Calci che mi hanno spinto a continuare, ad affrontare le mie paure, a spingermi oltre i miei limiti, a rimanere concentrata, a rimanere lì senza scappare, imparando ad avere la situazione sotto controllo, ma soprattutto me stessa sotto controllo. E’ un meccanismo sottile quello che si attiva nella testa e nel corpo: essere forti per prenderle senza farsi male (o per lo meno limitando i danni), essere agili per schivare i colpi, essere vigili e svegli per prevedere le mosse, essere veloci per attaccare per primi, avere la percezione di tutto il proprio corpo e di tutte le proprie potenzialità per sfruttarle al meglio, offuscare i punti deboli e giocare con i punti di forza, non distrarsi, non farsi prendere dall’ansia e dall’agitazione per evitare un inutile dispendio di energia e respirare. E soprattutto saper gestire la vicinanza dell’avversario. Se non è una lezione di vita questa

Chiaramente le piglio lo stesso, arrivo in fondo a 4 round senza fiato implorando di smettere, mi distraggo, ballonzolo e scazzo parecchio. Ma ogni volta imparo qualcosa…soprattutto di me!!! ;) Grazie a Dino (che ogni volta mi fa spingere oltre i miei “limiti”) e Sonia (che non mi picchia mai sul serio e che mi da’ i consigli mentre si combatte)! 

E c’era bisogno della boxe per capire tutto ciò?!? Magari anche no, ma nel frattempo che mi tengo in forma e alleno il corpo faccio anche training al cervello… ;)



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