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Ho finito ieri sera Lezioni in paradiso di Fabio Bartolomei. Sì, il Fabio Bartolomei autore di Giulia 1300 e altri miracoli, La banda degli invisibili e We are family.(oh, Al Santamaria...) Il Fabio Bartolomei che ho scoperto quasi per caso, e poi adorato e straconsigliato a chiunque mi capitasse a tiro. Il Fabio Bartolomei che è riuscito a farmi fare una cosa che non avevo mai fatto in vita mia: andare in libreria proprio il giorno dell’uscita dell’ultimo romanzo, tanto atteso, apposta per comprarlo. Poi sono tornata a casa e l’ho appoggiato sul divano. Indecisa se iniziarlo o meno, proprio per quella sensazione che descrivevo all’inizio, la fine dell’attesa, l’ora della verità. Avevo paura, insomma. Paura che sarei rimasta delusa, certo. Ma paura anche che non fosse colpa del libro ma delle mie aspettative.Ancora adesso, dopo ventiquattrore dalla fine, non riesco a comprendere quello che sto provando. Lezioni in paradiso mi è piaciuto sì o no? Le mie aspettative hanno rovinato in qualche modo la lettura, sì o no?
Lo stile è quello che già avevo amato in passato: una critica sociale violenta ma in qualche modo edulcorata, che in questo caso si concretizza in sostanza, trentatreenne laureata, in perenna lotta per un posto fisso, che riesce a trovarne uno solo da morta. Come angelo custode, di un uomo viscido, lecchino, imbroglione, ma forse sotto sotto anche triste e disperato. Lei dedica tutta se stessa a questo suo nuovo lavoro, al cercare di fare stare meglio il suo “diletto”. E continua a farlo, anche quando scopre che il settore degli angeli custodi è corrotto e invaso dai raccomandati, proprio come la Terra. E ancora una volta Costanza di ritrova indecisa tra il combattere e l’arrendersi, tra la voglia di fare bene e la stronzaggine di quelli che la circondano, che non apprezzano quello che fanno. Soprattutto se si mette a indire scioperi celesti…
Ammetto che la trama mi aveva lasciata un po’ spiazzata fin da subito. Non ero sicura di dove l’autore volesse andare a parare. Ma, ehi, stavamo parlando di Fabio Bartolomei, uno dei miei scrittori italiani preferiti! Eppure, più proseguivo nella lettura, più sentivo che c’era qualcosa che non mi convinceva del tutto. L’idea è sviluppata molto bene, a tratti quasi geniale. Eppure, ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, che il romanzo fosse troppo sbrigativo, frettoloso. Si arriva alla fine quasi senza rendersene conto, un po’ sicuramente perché il libro è scorrevole, un po’ perché è tutto abbozzato: i personaggi, le loro interazioni, il parallelo tra mondo terrestre e mondo celeste, la critica sociale e la tragedia dei giovani che non trovano lavoro (o che se lo trovano devono sottostare a sfruttamenti, mobbing e insoddisfazione personale). Tutte questo cose ci sono, ma, per quanto mi riguarda, non abbastanza.
Non sto dicendo che Lezioni in paradiso sia un brutto libro. Ma non è come i precedenti. Manca un po’ di quella verve, di quell’ironia, di quell’originalità che avevano reso i tre precedenti, almeno per quanto mi riguarda, dei libri bellissimi. E un po’ mi dispiace, sapete? Mi dispiace dover fare questo confronto, perché ogni libro ha una sua storia, è stato scritto in un momento diverso e diverso è il suo significato. Eppure, forse per colpa del libro forse per colpa mia e delle mie aspettative, proprio non ne posso fare a meno.
Comunque, l’attesa è stata proprio bella. E lo sarà sicuramente anche per il prossimo…
Titolo: Lezioni in paradiso
Autore:Fabio Bartolomei
Pagine: 141
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: e/o
ISBN: 978-8866325208
Prezzo di copertina: 15 €
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formato brossura: Lezioni in paradiso
formato ebook:Lezioni in paradiso
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