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Libello contro lo shopping mortificante

Creato il 06 agosto 2010 da Missvavette
Sartre parlava di nausée, mentre io parlo di tristezza e di desolazione: due sentimenti che mi pervadono se parto da casa con l'intenzione di fare shopping nel centro della mia città. Bello fare shopping, sì, ma D O V E? Anche se urbanisticamente rinnovata di recente - vedi il Corso aka Nouveaux Champs Elysés - non esiste un negozio dove fiondarsi allegramente per fare un minimo di acquisti.Limitando un po' la polemica posso dire che esistono giusto due-tre posti dove rifugiarsi speranzosi di uscire carichi di sacchetti, vuoi perché la commessa è simpatica e ci sa fare e vuoi perché i prezzi sono abbordabili; nella maggior parte dei casi, però, ci si trova di fronte a negozi con abiti o  inutili o troppo cari o con vetrine allestite alla meno peggio. La vetrina, tra l'altro, è proprio l'anticamera del negozio, e in teoria dovrebbe invitare il cliente ad entrare perché affascinato da ciò che viene proposto. Peccato che due volte su tre la merce esposta sia buttata lì senza un minimo di gusto. E secondo te io ci entro lì? Certo, aspettami che arrivo.E allorami chiedo, perché non aprire un negozio di Zara, H&M o Topshop per rallegrare l'animo delle shopping-dipendenti? Mica tutti e tre in una volta sola eh, ma almeno uno potrebbero concedercelo! E poi si sorprendono se la gente emigra nelle città limitrofe per fare acquisti... Mah, vedete un po' voi.

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