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Liberali con tutti. Ma non con i (veri) cattolici

Creato il 08 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Federico Catani il 8 ottobre | ore 10 : 58 AM


C’è chi si professa liberale a parole e poi non lo dimostra nei fatti e chi invece liberale lo è per davvero. Si tratta di una constatazione che potrà pure sembrare banale, ma è emersa in tutta la sua evidenza proprio in questi ultimi giorni, in cui è stato assegnato il premio Acqui Storia, per la sezione storico-scientifica, al professor Roberto de Mattei. De Mattei è un docente universitario, è stato vice presidente del Cnr fino a non molto tempo fa ed è un cattolico tradizionalista. Il libro premiato, infatti, è “Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta”, uno studio accurato e inedito sui fatti avvenuti prima, durante e dopo l’assise conciliare che cambiò il volto della Chiesa. Certo, il professor de Mattei assume una posizione critica nei confronti del Vaticano II e si oppone alla celebre “Scuola di Bologna” di Alberigo e Melloni. Ma questo è naturale, perché ogni storico ha la sua propria idea del mondo. Però l’opera, non appena è uscita, è stata da tutti valutata come un lavoro serio e scientifico. Non sono certo mancate le critiche, che tuttavia hanno riguardato l’idea di fondo del testo, ma non il metodo.

Ebbene, perché ci occupiamo di una premiazione che forse ai più non dice proprio un bel nulla? Perché attorno a de Mattei è scoppiato un caso. Un altro, oseremmo affermare. Si, perché il professore è stato già al centro delle polemiche nella scorsa primavera, a causa di due suoi interventi tenuti a Radio Maria, in cui, sostanzialmente, aveva sostenuto che il terremoto in Giappone potrebbe essere stato un castigo di Dio e che l’Impero romano cadde anche a causa degli omosessuali. Sto sintetizzando grossolanamente, tanto per rinfrescare la memoria. Il fatto è che quanto sostenuto dal professore, bollato come fanatico e integralista, è quello che da sempre la Chiesa ha insegnato. Il guaio è che oggi i pastori d’anime hanno cambiato rotta. Per questo de Mattei è stato visto come un marziano non degno di convivere con altri esseri umani.

La stessa cosa è successa per il premio al suo libro sul Concilio. Il professor Guido Pescosolido, presidente della giuria chiamata a scegliere il vincitore, avendo compreso che il suo collega de Mattei avrebbe ottenuto il primo posto, per esprimere tutto il suo disappunto e la sua protesta, si è dimesso prima della decisione finale, dichiarando che il libro in questione non è opera di uno storico ma di un militante. Eppure, quando venne compilata la cinquina dei finalisti, lo scorso mese di giugno, anche Pescosolido aveva riconosciuto meriti e validità ai testi in questione, compreso quello di de Mattei. Evidentemente c’è qualcosa che non va.

Premettiamo che Pescosolido rivendica il suo essere laico e liberale. Ma, a quanto pare, secondo il chiarissimo docente, tutti possono esprimersi liberamente tranne i cattolici tradizionalisti. Che restino nel loro ghetto! Li facciamo partecipare a una competizione culturale, ma non pretendano di vincere! Questo sarebbe il liberalismo? Questa sarebbe la democrazia? Da che mondo è mondo, nella società civile, chi ottiene la maggioranza dei voti vince. Ma forse questo non vale per chi non la pensa come Pescosolido. Il suo è il tipico atteggiamento dei liberali ottocenteschi che hanno fatto il Risorgimento e dei giacobini francesi che hanno fatto la Rivoluzione. Ben diverso è stato il comportamento degli altri membri della giuria, che hanno votato tutti a favore del libro del professor de Mattei, tranne uno, il quale però non ha trovato nulla da obiettare e, anzi, ha criticato la mossa di Pescosolido. E, tengo a precisarlo, non si trattava affatto di una giuria composta da cattolici. A parte il professor de Leonardis, gli altri erano tutti riconducibili all’area laica. Però sono stati intellettualmente onesti. Pescosolido, invece, a quanto pare, non ha saputo perdere. E poi il militante sarebbe de Mattei?


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