Nella primavera del 1945, i partigiani della 4^Divisione Garibaldi diedero vita ad una offensiva sulle direttrici di collegamento tra Piemonte e Liguria
In questo panorama il 13 marzo, una colonna della G.n.r. ed una squadra tedesca (140 uomini) raggiunsero Garbagna.
Mentre la popolazione del piccolo paese era stata riunita a forza in piazza Doria, le forze partigiane della Brigata “Arzani” accerchiarono l’abitato chiudendo ogni via d’uscita ai rastrellatori.
A mezzogiorno, una volta rientrati i civili nelle case, si scatenò l’attacco dei ribelli. Mezz’ora di fuoco, conclusa con la resa incondizionata dei nazifascisti.
Mentre i comandi trattavano, un gruppo di militari tedeschi tentò, senza successo, di forzare le linee partigiane, facendosi scudo di un gruppo di ostaggi civili. Bloccati dal fuoco partigiano, i nazifascisti si dispersero, si barricarono in due case (casa Gentile accanto ai Toncini ) e presto alzarono bandiera bianca. Al segno di resa, il comandante partigiano “Argo”, uscì allo scoperto per parlamentare, ma venne colpito a morte da un cecchino nemico nel campo di fronte, di proprietà dei Montefinale . Un cippo sull'argine del campo ne ricordava il luogo esatto.
Alla fine della giornata di scontri, il bilancio fu di 6 morti e 120 prigionieri. Due furono le vittime civili: paesani, saliti per curiosità sul campanile della chiesa di San Rocco, e tragicamente scambiati dai partigiani per osservatori nemici.
Erano una Remotti Lina e l'altro Toncini Tonino
Dopo gli avvenimenti di Garbagna e nonostante i disperati tentativi di contrattacco dei nazifascisti, le valli Grue, Curone e Borbera furono definitivamente libere nella notte del 14 marzo
Garbagna racconta di Nadia Fantone
Cippo commemorativo sul ponte del Tonno
Case Gentile