Mahmoud e' un bimbo siriano, ha lasciato la Siria un anno e mezzo fa ed ha gia' perso due anni di scuola. Ad Aleppo, dove viveva con la sua famiglia, era il primo della classe.
Ieri Mahmoud e' stato arrestato ad Alessandria d'Egitto mentre si trovava, con un amico di famiglia, in un'imbarcazione diretta in Italia.
Era a bordo di una nave che porta i profughi nel nostro Paese, senza entrambi i genitori e senza i fratellini. Era solo perche' i bambini non pagano il biglietto per il viaggio e l'amico di famiglia si sarebbe preso cura di lui fino all'arrivo in Italia.
Ho appreso la notizia ieri in rete, dal blog di Zeinoba, una famosa blogger egiziana, che sconvolta per l'accaduto, denunciava i media egiziani di aver creato qui in Egitto un odio ed un'intolleranza insopportabili verso i Siriani scappati dal conflitto che da due anni sconvolge la Siria.
Avevamo gia' parlato (qui) dell'aria di diffidenza che aleggia nelle strade egiziane, aumentata da pseudo presentatori televisivi che nei loro pseudo programmi di informazione politica inneggiano al razzismo, alcuni anche alla violenza fisica verso questa povera gente vittima due volte di un atroce destino.
Da stamattina io e mio marito siamo rimasti incollati al telefono, cercando di contattare chiunque abbia conoscenze tra la giustizia affinche' possa dare una mano a Mahmoud e farlo uscire di prigione.
Si trova in una cella con altri bambini, detenuti da 18 giorni, denutriti e pieni di pidocchi, e gia' sapere questi bimbi lontani dai detenuti adulti mi ha fatto sospirare di sollievo.
L'imbarcazione su cui si trovava e' stata fermata poco dopo la partenza, due profughi palestinesi sono rimasti uccisi dai colpi di fuoco sparati dalla guardia costiera egiziana sulle coste di Alessandria d'Egitto.
Il padre e' disperato, ha pianto piu' volte al telefono con me oggi, dicendo che non sanno piu' che fare, che Mahmoud vuole andare a scuola e vivere una vita normale e che qui in Egitto non e' possibile.
Il padre di Mahmoud ha il passaporto scaduto e non puo' rinnovarlo perche' in Egitto gli uffici consolari sono stati chiusi, e Mahmoud non e' stato accettato in nessuna scuola, perche' loro non fanno parte dei programmi dei rifugiati Siriani del UNHCR. Loro sono semplici residenti e per i loro figli le porte delle scuole sono chiuse. "Ci hanno detto di andare ad iscriverli in scuole private. Ma come facciamo? Io non riesco neanche a pagare i soldi dell'appartamento in affitto in cui viviamo, a comprare le medicine per mia madre..come pensano che noi possiamo iscrivere i nostri figli in scuole private?".
Mahmoud ha un fratellino di 7 anni che a malapena sa scrivere il suo nome ed una sorellina di 2 anni, ancora piccola per fortuna.
Dopo l'arresto di Mahmoud e gli altri, che sono circa un centinaio in tutto, la Corte ne ha ordinato la liberazione ma l'apparato di sicurezza "Amn el Watan", nuovo nome del vecchio "Amn el dawla" li ha condannati comunque all'arresto.
L'apparato di sicurezza, che durante l'era di Moubarak aveva terrorizzato il Popolo grazie al supporto dello Stato di emergenza, e la cui chiusura era stata una delle principali richieste della Rivoluzione del 25 Gennaio 2011, e' tornato attivo dopo l'arrivo di Al Sisi il 3 Luglio.
Nonostante la Corte abbia ordinato la scarcerazione di Mahmoud e di altre persone, Amn el Watan ne ha ordinato l'arresto a tempo indeterminato.
Fuori il commissariato dove si trova Mahmoud ed altri bambini, ci sono gruppi per i diritti umani che da ieri cercano di sbloccare la situazione, inutilmente. Sono riusciti pero' a portare medicine per i pidocchi e cibo ad i bambini, e gli attivisti raccontano di bambini che per il grattarsi alla testa sanguinano e soffrono terribilmente, nell'indifferenza totale delle guardie carcerarie.
Dopo tanto telefonare abbiamo trovato una maniera "legale" per far uscire Mahmoud domani ed aspettiamo di sapere se Amn el Watan, che agisce in maniera disumana supportata dallo Stato di emergenza che le dona super poteri su chiunque, rispettera' la legge e fara' uscire Mahmoud e gli altri bambini.
Mio figlio ha 7 anni, lo guardo dormire e mi immagino la sofferenza di Mahmoud in quella cella, la sofferenza dei genitori, che considero incoscienti ma che comunque non mi sento di dover giudicare.
Non sappiamo a cosa porta la disperazione, trovo impensabile "sacrificare" mio figlio ad un viaggio della speranza di cui non si sapra' l'esito, ma loro lo hanno fatto. Ed amano i loro figli, ma la disperazione e' stata comunque piu' forte.
Prego con tutto il cuore di rivedere Mahmoud alla prossima consegna a casa mia, silenzioso come sempre, seduto a bere succo di frutta e rosso in viso per la fatica di trasportare insieme al padre i pacchi per le altre famiglie.
E prego per gli altri bambini detenuti, sofferenti, soli, in celle maleodoranti, buie, in cui neanche un adulto dovrebbe dormire.
Piu' passano i giorni e piu' mi chiedo dove sta andando l'Egitto..
(nel video in basso una breve intervista a dei bambini della piccola Siria di 06 Ottobre. Il bambino con la maglietta rossa, il secondo intervistato, e' Mahmoud).