Magazine Diario personale

Liberati dalle ossessioni!

Da Chiara Lorenzetti

La cosa migliore che so fare in giorni tesi, stanchi, tribolati, in attesa di una sospirata vacanza che non arriva mai, è quella di trovare motivo di ridere. Non sorridere, proprio ridere, se poi è a crepapelle, meglio.
Ammetto che mi è costume, talvolta, quando proprio l’anelare il riposo è al top dei pensieri, cercare motivo di ridere degli altri. Non di amici e conoscenti, ma di emeriti sconosciuti e delle loro divertenti capacità.
Il web mi è amico in questo, in quanto offre un catalogo così vario di stupidaggini da colmare la mia sete di derisione.
Quest’oggi mi è capitato sott’occhio un sito di autopubblicazione per scrittori molto noto.
Spinta dai suggerimenti di un amico, mi sono addentrata nella categoria “poesia” e mi sono soffermata a leggere le presentazioni che di sé fanno gli autori stessi.
Ehm…mi sono fermata a quelle, che già mi sono bastate e non ho intrapreso il calvario delle anteprime delle poesie.

Ecco alcune perle
L’opera prima di un autore che ancora conosce il valore della metrica, delle rime, le quali, alternate a poesie in verso libero, costituiscono la delicata espressione di un animo alto. Momenti di sofferenza, quella che a detta del sommo Ezra Pound “fa il poeta”, sono alternati all’estrinsecazione di un carattere sereno, amoroso, grato alla vita e all’amore; un sentire che conduce l’autore alle sue liriche artisticamente più alte.”

“Gli appunti di un pensiero poetico come i fiori di un prato. Una raccolta frutto dell’affabulata memoria che ha come obiettivo ultimo la visione intimamente positiva del mondo, della vita, del prossimo.”

“Il primo libro di versi di un giovane amante della lettura di romanzi e della poesia. Un primo tentativo da parte dell’autore di partorire qualcosa di artisticamente valido ed originale, ma soprattutto istintivo e sincero. Il giovane poeta fa uso del verso libero ed in alcuni casi inserisce delle rime, perfette o non, nei suoi pseudosonetti.”

“E’ un poeta piuttosto insolito perché il suo stile è fortemente e tenacemente arcaico, che per altro dimostra una grande cultura, le sue liriche escono degli schemi della letteratura contemporanea che da poca importanza alla rima e alla metrica, mentre le sue poesie arcaiche rispettano le regole della poesia dei grandi poeti dell’800 – primi del 900. Lo stile difficile, l’uso di parole oggi un po’ in disuso, la sintassi involuta, fanno si che le poesie siano immediatamente riconoscibili, godibili per le loro peculiari caratteristiche”

“In un tempo come il nostro nel quale i sentimenti più riposti del cuore hanno talora perso il valore mirabile del messaggio rinnovatore leggere madrigali, sonetti, versi traboccanti ora di mestiza ora di dolcezza infinita non può che essere vivificante e salutare.”

Ascoltando le proprie voci interiori, durante il momento dell’ispirazione, compone poesie e coltiva questa passione ritenendo che sia stupendo essere in grado di trasmettere tutto ciò che la mente ed il cuore possono percepire. Con l’augurio di trasmettere questi stati d’animo anche ai propri Lettori.”

Tutto ciò che è scritto racconta l’interiorità di un poeta che, ancora oggi, vive, in maniera epidermica, sensazioni metaforiche e surreali, non del tutto distanti dalla concretezza del proprio pathos, metabolizzandole e trasformandole in visioni immaginifiche, ricche di umana suggestione”

TUTTI MI CONOSCONO, CONOSCONO LA MIA SENSIBILITA’ E LA MIA VOGLIA DI VIVERE NONOSTANTE TUTTO IL MALE RICEVUTO .. PER QUESTO IO DICO .. SONO VIVA. SCRIVO DI ATTIMI CHE PASSANO .. PER POI RITORNARE A VIVERE!!”

“*** non scrive per fare bella scrittura, limpida e semplice è la sua scrittura, *** scrive se c’è un “urgenza”. Quale sia l’urgenza di questo suo scrivere non ci è dato saperlo così com’è per la voce oracolare che ha i suoi modi ed i suoi tempi: possono passare mesi, settimane, anni…*** non si forza mai a scrivere, in lei la scrittura accade.”

“Una raccolta di alcuni miei contorti pensieri che non pretendono di chiamarsi poesie, ma hanno una gran voglia di essere condivisi. A qualcuno trasmetteranno qualcosa, ad altri nulla, ma io avrò comunque un sogno in meno nel cassetto.”

Ecco, è tornato il buon umore.
Ma tutta questa roba la si trova nelle loro poesie? Ecchemai avranno vissuto? Ma non è che ci si prenda troppo sul serio? Siamo tutti tutti, ma proprio tutti POETI?
C’è necessità di tutto questo lirismo? Ne sentiamo l’urgenza, il bisogno di leggere gli sfoghi e i pensieri contorti di altri? Ma già non ci bastano i nostri?
E che se sfoghi debbono essere, che almeno siano scritti in Italiano corretto e comprensibile! E soprattutto NON in maiuscolo!
Bene, non mi sento esente dalle derisioni, quindi leggetemi ed accomodatevi pure! 

Chiara 



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