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“Liberazioni”: aspettando il riscatto della verità

Creato il 16 gennaio 2015 da Albertocapece
McCain e il Califfo

Il Senatore McCain a colloquio con il futuro califfo Al Baghdadi, primo a sinistra. siamo nel tardo autunno del 2013

Come al solito, come sempre si è pagato il riscatto per liberare le ragazze sequestrate in Siria e apriti cielo: si è subito sviluppata la campagna contro le due cooperanti irresponsabili che se ne sono andate in un Paese in guerra costando 12 milioni ai cittadini italiani, soldi finiti poi nelle mani dei cosiddetti terroristi. Tutto vero, per carità, ma anche tutto falso  perché all’interno di una grande bugia collettiva a cui l’opinione pubblica italiana è stata chiamata. Vanessa e Greta erano andate lì ingenuamente attirate dal grande battage occidentale anti Assad, dalle parole d’ordine sui movimenti di liberazione, dal dovere morale di aiutare i gruppi che si opponevano al tiranno di Damasco che la strategia di Washington aveva deciso di far fuori, come era accaduto per Gheddafi.

Non a caso il loro rapimento si è svolto sotto gli occhi di Daniele Raineri, collaboratore de il Foglio, al quale si deve la grande patacca delle armi chimiche lanciate da Assad, corredato da un superbo servizio fotografico di reperti bellici arrugginiti e diversi, costringendo persino  i più accaniti fan della “rivoluzione siriana” a fare mea culpa per uno scoop ridicolo. In quell’occasione Raineri, che del resto aveva personalmente accompagnato le due ragazze in Siria, è miracolosamente scampato al rapimento così che noi oggi possiamo ampiamente godere della sua tempra informativa. Circondate dalle bandiere della “liberazione” che probabilmente aveva anche contagiato le loro famiglie, esaltate da personaggi opachi e dal clima che veniva continuamente alimentato,  le due ragazze sono finite in trappola, nelle mani di un gruppo correlato all’esercito di liberazione siriano che ha poi costituito il nucleo dell’Isis.

Ora invece di fare mea culpa la cattiva, la pessima informazione che ci viene imbandita ha inaugurato una  nuova e straordinaria tesi: meno male che le cooperanti sono finite nelle mani del fronte Al Nusra, ovvero dei nostri barbari, e non in quelle dell’Isis, altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Un vero peccato che questo gruppo, forte a quanto sembra di 6000 miliziani sia dato per espressione di Al Qaeda e che che non abbia fatto un’alleanza ufficiale con l’Isis solo a causa di una rivalità personale del suo capo Muhammad al-Golan con il “califfo ” Abu Bark al-Baghdadi. Cosa che peraltro non impedisce una forte permeabilità tra le due organizzazioni.  Peccato poi che nel gennaio del 2014 il congresso Usa abbia votato – su consiglio e pressione del senatore Mc Cain, nelle sue vesti di emissario di Washington in Siria – un finanziamento sia per Al Nusra che per l’Emirato islamico in Irak e Siria, con il piccolo particolare che l’intera stampa universale si è dimenticata di dare la notizia fornita dalla Reuter. Per non parlare dei soldi che arrivano dal Kuwait e dal Qatar.

Così siamo costretti a sopportare non solo il ronzio che viene dal termitaio politico – mediatico, ma anche le rampogne di un tale Udo non so che, portavoce della Merkel nella colonia italiana,  il quale si scaglia contro il pagamento dei 12 milioni fatto dai soliti italiani in violazione delle regole anti riscatto stabilite da Washington per evitare di trattare con i terroristi  e di foraggiarli. Bombe di ipocrisia che poi finiscono per esplodere nella follia che viviamo.  Ma almeno possiamo vedere chiaramente che i  milioni pagati per il riscatto non andrebbero addebitati sul conto dell’irresponsabilità di due ragazze e di un giornalista dedito alla fiction filo occidentale, ma all’irresponsabilità generale che purtroppo condividiamo quando evitiamo di farci domande, quando evitiamo di essere onesti.

La stessa cosa vale per Charlie Hebdo e per i valori di libertà di espressione prontamente tirati fuori dal freezer per l’occasione: Chomsky sommessamente ricorda che quando l’aviazione americana bombardò la sede della Tv serba facendo 30 morti, il portavoce del Pentagono,  Kenneth Bacon disse ufficialmente che “la televisione serba faceva parte della macchina omicida di Milosevic così quanto l’esercito”. E’ proprio vero, i terroristi sono in mezzo a noi.


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