Libere di scegliere, pronte a reagire: la Tarzia è violenza alle donne

Da Suddegenere

 

“”Oggi 25 novembre 2010 durante la giornata internazionale contro la violenza sulle donne abbiamo scelto di far sentire la nostra  voce, presenza e  lotta in tutti i luoghi di conflitto, le manifestazioni e i cortei che hanno attraversato la città di Roma: dal presidio di donne davanti alla Regione Lazio,al corteo dei Movimenti Uniti contro la crisi,dalla protesta studentesca contro il DDL Gelmini  al Consiglio Municipale del  III Municipio dove stanno approvando una mozione a favore della legge Tarzia e  al presidio a Piazza Trilussa contro i C.I.E.Le donne, i collettivi femministi, i comitati di donne e sindacati riuniti nell’ Assemblea permanente delle donne contro la proposta di legge Tarzia stanno manifestando da questa mattina di fronte alla Regione Lazio dove  ieri è iniziata la discussione sulla proposta di legge Tarzia sui Consultori .Durante il nostro presidio,  sono arrivati  una decina di ‘provocatori non autorizzati’ appartenenti al Forum delle associazioni familiari del Lazio e, tra gli altri, l’Alleanza evangelica italiana capeggiati dalla stessa Olimpia Tarzia con cartelli a favore della proposta di legge e inneggiando  alla famiglia hanno provato a disturbare la protesta ma sono stati cacciati dalla piazza.Le donne con questo vogliono ribadire che gli antiabortisti e movimenti per la vita non sono ben accetti e non avranno  alcun spazio nelle piazze, nei consultori  e nelle strutture pubbliche .Una delegazione  di  15 rappresentanti  delle diverse realtà presenti oggsotto la Regione Lazio, tra cui anche due compagne  sono  entrati  in regione e attualmente sono ancora nella sala del capo di gabinetto della Giunta  in attesa di un colloquio con la presidentessa della Regione  Lazio Renata Polverini.La nostra lotta non si ferma e continuerà  fino a che la Legge Tarzia non verrà definitivamente ritirata.

Collettivi femministi e donne contro la legge Tarzia”"

IO CONSAPEVOLE, IO LIBERA

A cura della Commissione per le Pari Opportunità di Catanzaro (insediatasi nel giugno 2006): Vademecum informativo che fornisce con serietà, chiarezza e semplicità, le indicazioni necessarie relative alla legge 194/78, integrato con una breve guida per la conoscenza dei diritti delle donne all’interruzione di gravidanza e all’uso dei consultori come importante strumento a sostegno della libera scelta delle donne.

Introduzione

“”Sono passati trent’anni da quando è stata approvata, eppure la legge 194 torna costantemente ad essere oggetto di polemiche e discussioni da parte del mondo politico e di quello cattolico.

Dunque si ricomincia, o forse non si è mai smesso di parlare di aborto.Ma a farlo non sono le donne o la medicina o la scienza, ma la Chiesa e i politici. Lo Stato, afferma la legge al suo primo punto, garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile… Queste parole hanno un senso cosi’ profondo che va oltre il significato letterale delle stesse.

Una “procreazione cosciente e responsabile” coinvolge, chiama direttamente in causa diverse categorie dello spirito e della mente della donna. La donna nell’autodeterminarsi fa riferimento alla sua coscienza ovvero alla consapevolezza di sè e dell’atto che compie e alla responsabilità che esso comporta e che a volte grava come pietre su di essa.

La consapevolezza dell’interruzione volontaria di una gravidanza entro i limiti che questa legge comporta, ha a che fare non solo con il diritto della donna alla scelta, ma con la sua capacità di responsabilizzarsi. Dunque conferire responsabilità alle donne significa donare loro coscienza di sè, delle loro azioni e delle conseguenze delle stesse. Una donna consapevole e informata non sceglie in modo superficiale, una donna che ha facoltà di scegliere lo fa con lealtà prima di tutto verso se stessa, verso cioè una coscienza di sè che non puo’ tradire.

Proprio perchè la scelta ha a che fare col sè non puo’ che essere una scelta personale, singolare, individuale. Non si puo’ certo pensare che avere un diritto significhi avere un obbligo, tutt’altro.La donna, in genere, crea, da la vita, non sceglie certo di abortire perchè esistela legge 194. La natura della donna va verso la vita ed è essa a dettare le regole. Ma le circostanze del passato, del presente e del futuro ci narrano di storie complesse, di gravidanze non coscienti e responsabili, di violenze, di stupri, di malattie genetiche gravi, di casi in cui per fortuna dopo l’approvazione della legge 194, la donna non è piu’ lasciata sola nel dolore, nella vergogna, nella clandestinità.

E’ da qui, a mio avviso, che bisogna guardare, da questo lato è necessario osservare una legge che intende solo stare vicino alle donne, a tutte le donne, salvaguardandone la vita e la salute ed indirizzandole verso una procreazione consapevole, responsabile e dunque felice. “”

Chi devo ringraziare, se non Anna Pascuzzo?!

Tabella di comparazione delle principali caratteristiche delle leggi sulla interruzione volontaria di gravidanza nei paesi europei :


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