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Libero Sfogo: I Promessi Sposi di Guardì....Rimane pattume...ma puzza un po' meno.

Creato il 20 novembre 2010 da Barono
Grazie ad un DVD prestatomi da un'amica, son riuscito avedere questa tanto discussa commedia musicale.
IL CAST

Non è nel mio stile, ma vorrei fare alcune considerazioni puramente ignoranti e personali su un paio di artisti che ho trovato poco azzeccati.
Innanzitutto il fatto che TUTTO il reparto del "fu" NDP sia stato richiamato, quasi al completo, mi fa sospettare una qualche"camarilla" da parte della produzione (a scapito dei tanti potenzialiprotagonisti sconosciuti ma magari bravi)...comunque.. passiamo al reparto (Viavverto che sarò cattivo):Noemi Smorra (Lucia): Capisco che il personaggio di Lucia sia il più diafano di tutto il romanzo (Osservazione che veniva mossa, a ragione, anche dalla critica contemporanea allo stesso Manzoni), e che quindi si sia cercato qualcuno che ispirasse semplicità ed ingenuità (ché in fin dei conti Noemi è pure carina, senza essere troppo appariscente); va bene il personaggio timido e introverso, ma sinceramente a me quella vocina a tisica risultava fastidiosa.

Nei duetti viene addirittura sotterrata dal compagno di turno (poco male, comunque, tanto Lucia dice le solite 4 frasi per tutto lo spettacolo).

Lola Ponce (la Monaca):Odio i nomi messi lì solo per "far cassa".

Lola Ponce era una PERFETTA Esmeralda (meglio ADDIRITTURA dell'originale Esmeralda Francese, che pareva un travestito), e dato le origini andaluse della bella zingara, l'accento spagnolo, così comel'aspetto sensuale e provocante, calzava a pennello, ma per Gertrude è assolutamente inadatta: troppo provocante.
Inoltre non vedo perché scegliere proprio lei che è sudamericana (e si sente), e certo non ha bisogno di notorietà, quando potevanodare una chance a qualche sconosciuta giovincella di belle speranze.
A voler essere pignoli, poi, l'accento spagnolo della ragazza rischia di deformare il personaggio di Gertrude: Non dimentichiamo che Milano stava sotto la spagna all'epoca.

Graziano Galàtone (Renzo): Sinceramente lo trovo poco espressivo. Anche qui, lui era adatto a fare "Belloccio ma vuoto" Febo nel Gobbo, ma non un personaggio così particolare a tratti involontariamente comico, a tratti goffamente eroico come Renzo.

Gio Di Tonno (Don Rodrigo): Anche lui l'ho visto fuori posto.
Parliamoci chiaro: Gio di Tonno è e rimane il Gobbo, ed è perfetto in quel ruolo... non certo nel ruolo di Don Rodrigo.

Se fosse stata un'opera non mi sarei soffermato su certi aspetti, ma nei drammi musicali le Le Physique du Rôle.

Nel NDP, un po' per l'aspetto, un po' per quel cantare a bocca storta, quella voce emessa come se avesse un apparecchio ai denti, lo rendevano unPERFETTO Quasimodo (Scusatemi se sono cattivo, ma credo che queste suecaratteristiche siano state determinanti per fargli affidare quella parte).

Don Rodrigo è un "giovin signore" dal carattere egoista e spocchioso, dal modo di fare molle e dall'andatura regale (come si conveniva ai nobili d'epoca) che si diverte a turbare l'esistenza ad una povera

contadinotta per puro passatempo...Giò di Tonno non è un Rodrigo credibile a mio parere.

D'altra parte, se uno nasce con un ruolo cucito addosso, non c'è niente di male: un po' come Jack Nicholson che fa sempre il cattivo o Tony Sperandeo che fa sempre il mafioso.



I Promessi Sposi... in Musica: i precedenti.

Per cominciare iniziamo col dire che,contrariamente a quanto ho sentito, NON è la prima volta che Renzo e Don Abbondio incontrano la musica, esistono infatti diverse versioni:

Vi invito a dare un'occhiata ai libretti e a procurarvi le registrazioni (dove esistano).

Credo che la maniera migliore di giudicare un'opera sia confrontarla con altre simili, per rendersi conto di COME uno stesso soggetto drammaturgico sia stato trattato (nel bene e nel male) da diversi autori.I Promessi Sposi di Ponchielli (1856)
Un' opera lirica del giovanissimo futuro autore de "La Gioconda", scritta praticamente al liceo, il cui libretto venne steso da lui insieme a diversi amici (aggiustato poi da Emilio Praga).Ne esiste una versione in CD, con tanto di libretto, ed è reperibile in giro.L'opera si lascia ascoltare, anche se la trama manzoniana ne esce pesantemente banalizzata riducendola al classico intrigo "lui lei l'altro", ha delle buone trovate sia musicali che drammaturgiche.
Per chi si volesse fare un'idea approfondita Qui ho messo il libretto:

http://www.filedropper.com/ipromessisposi

I Promessi Sposi di Petrella (1869)

Considerata la vera messa in musica del romanzo, con l'apprezzamento dell'Autore.

Purtroppo non ne esiste un'esecuzione e già trovare il libretto è stata un'impresa. Ghislanzoni in questo libretto mantiene pressoché intatta la trama (per questioni di "tempo" molte scene secondarie vengono raccontate più che rappresentate), benché ricorra ai soliti cliché riesce a mantenere buona la caratterizzazione dei personaggi, e a far filare degnamente il dramma verso la conclusione senza cadute di ritmo.

Per i curiosi Qui il libretto :
http://193.204.255.27/operaliber/index.php?page=/operaLiber/booklets/view&id=PromessiSposi.xml&act=1&bookletTitle=I Promessi Sposi

I Promessi Sposi di Tato Russo.(2003)

Musical andato in iscena a partire dal 2003, anno in cui si è visto assegnare molti premi.

Purtroppo non ho mai ascoltato questo spettacolo, tranne qualche brano trovato a suo tempo in giro per la rete.

Devo dire che non amo Tato Russo come autore, e le musiche che ho trovato sembrano confermare le mie aspettative, ma mi sento di sospendere il giudizio finché non ascolterò attentamente tutto.

I Promessi Sposi di Guardì Vedo questi promessi sposi proprio dopo aver visto la Tosca di Dalla e devo dire che, sulle prime, è stato per me come una boccata d'ariafresca; non che si possa gridare al capolavoro, ma il mio parere sull'Opera non è proprio del tutto negativo.
Lo spettacolo mi aveva, benché non entusiasmato, incuriosito sin dall'anteprima, e mi lasciava sperare si trattasse di qualcosa di buono..


Bisogna riconoscere che, rispetto all'altro pattume che si vede in giro per i teatri italiani, questo, pur rimanendo in parte pattume, puzza molto meno.
Le musiche in definitiva non sono proprio inascoltabili, ed il libretto è stato scritto con un minimo di scelta lessicale (solo un minimo però) e qualche rima, che non fa male.

Rispetto a Tosca, Romeo e Giulietta, &C direi che è stato fatto un (timido) passo in avanti.

Dunque, cosa non va secondo me in questo spettacolo?

L'idea che si percepisce ad un primo ascolto è di qualcosa dalle buone potenzialità ma mal sfruttate; in definitiva lo spettacolo risulta pesaaaaaante, ripetitivo, retorico e piatto.

I brani spesso partono bene, ma poi si "afflosciano", o sfociano in uno dei soliti motivetti "riciclati".

Non c'è mai un bel verso o una canzone che ti rimanga veramente in mente, qualcosa che ti coinvolga veramente, un'aria in cui riconoscersi a pieno.

I P.S. un'Opera Moderna? Opera... Ma dove?!

Permettetemi un piccolo inciso: Sono arcistufo di sentir affibbiare il titolo di "OPERA" agli spettacoli, solo per giustificare il fatto che si tratti d'un mattone noioso e a tratti econfuso; L'OPERA (quella vera) non è affatto noiosa, tutt'altro, e sarebbe l'ora che qualcuno di questi signori "Autori" avesse l'umiltà di prendere dal nostro passato per imparare come si scrive veramente un dramma

Le Musiche...parola d'ordine: Riciclo!

Benché preferisca parlare dei testi più che delle musiche, qui il farlo è doveroso, poiché in quest'opera anch'esse hanno la loro parte di colpa.

Effettivamente qua e là ci sarebbero buoni spunti, i quali però non vengono sfruttati adeguatamente a creare un buon brano, complice forse l'eccessiva piattezza e ripetitività dello spartito, che abbia una sua "unicità", che "si regga in piedi da solo" .Quando dico ripetitività non intendo dire solamente che le canzoni si assomiglino un po' tutte (cosa peraltro vera e difetto comunque riscontrabile in molte delle migliori opere), ma anche che le musiche siano EFFETTIVAMENTE sempre le stesse.

Una ripresa di un pezzo è ammissibile, specialmente quando
serve alla trama per ribadire un messaggio, ma così mi sembra veramente troppo:
non puoi "copincollare" l'opera su sé stessa per portare a casa il
minutaggio!

Quest'operazione è estremamente deleteria per l'opera stessa, infatti in questa maniera i brani perdono di unicità, di "personalità". Mi sono divertito a scorrere il dvd cercando di individuaregran parte di queste ripetizioni riportandole in questa lista (i minuti siriferiscono al filmato del dvd) :


*47:52 quando ogni cosa (Fra Cristoforo)

1.46 - solo il silenzio (Cardinale, Conversione innominato)
*30.50 sì la legge è uguale per tutti noi (La legge è uguale per tutti)

35:33 c'è una legge sopra ogni legge (Il rumore del silenzio)


*8.20 oggi sempre come ieri (Oggi come ieri)

31.00 l'uomo quando nasce (La legge è uguale per tutti)

37.16 - porto questo saio (Il rumore del silenzio)

45:09 - se ci negano i diritti (Agnese, Scena della Notte degli imbrogli)
45:32 con gli imbrogli e i sotterfugi (Notte degli imbrogli)

54.37 quando il popolo lo vuole (La Rivolta) 1:06.10. quando il popolo è in rivolta (La Rivolta) 1.07.28 Oggi sempre come ieri (Ecco Milano) 1.25.16 quel convento non ha porte (l'Innominato) 1.27.10 siete il mio tormento la risposta (Fatela Uscire) 2.09.14 lo conservo da quel giorno (Il Lazzaretto)*3.52 il tempo passa la vita si ripete (Oggi come ieri)

47.12 questa è la notte notte degli imbrogli (Notte degli imbrogli)

54.10 adesso basta la misura è colma (La Rivolta)
1.06.30 è una rivolta contro chi comanda (Ecco Milano)
*56.17 vivevo pensavo le cose di tutti (La bambola col velo)
1.13.57 vivevo pensavo le cose di tutti (Che cosìè questo fuoco) 1.30.18 chi siete VOI, ditemi chi siete (Il buio della notte)

1.54 Madre di Dio io povera innocente *06.24 tu mi scoppi nella mente (Oggi come ieri)
1.13.10 tu mi scoppi nella mente (Che cos'è questo fuoco)
1.24.43 è una grazia che vi chiedo (per l'onore del casato 41.45) (L'innominato )

*27.25 contro l'ingiustizia (Giustizia...Giustizia)

1.26.31 nobile signora (La bambola col velo)

*1.31.30 il buio della notte (Buio della notte)

2.10.04 il buio della notte (Il Lazzaretto)

*4:50 comincia qui (Oggi come ieri)
24.56 finisce qui (Finisce qui)

2.11.33 comincia qui (Il Lazzaretto)Non sarà troppo?

Io stesso per redigere questa lista mi son dovuto aiutare con i capitoli del DVD, perché saltando da una parte all'altra del filmato non riuscivo a capire dalla melodia che brano fosse, da tanto che erano tutte uguali....Un libretto (in versi) all'insegna della retorica e della banalità.

Se la musica manca di "piglio", anche il testo è da meno (benché sia da lodare il tentativo di far uso di versi abbastanza regolari).

Le liriche soffrono di una generale pesantezza, banalità, retorica ed un discorso spesso male articolato; per non parlare del vocabolario povero, che tende ad appiattire ancora di più il tutto.Alcuni concetti e parole che vengono ripetuti in maniera veramente fastidiosa:

"Povera gente" "Amore" "Potere" "l'onore del casato" "Vita" "Prepotente" "Disperato" "Cuore".

La più bistrattata da questo punto di vista è la povera Lucia: se avessi una lira per ogni volta che ripete come un'ebete "siamo povera gente / sono innocente / io non ho fatto niente", probabilmente sarei ricco; Credo che si sarebbe potuto valorizzare meglio il personaggio facendole dire cose meno idiote.
Le liriche mancano di scorrevolezza:
La Prova del nove per capire se un testo funziona o meno è quello di leggerlo SENZA musica...


Contrariamente a quanto accade nei libretti di Petrella o Ponchielli, che sono facilmente leggibili e comprensibili, anche da colui che non conosca il romanzo, quest'opera NON lo è!Forse ho un modo di pensare antiquato ma, per me, scrivere una canzone è un po' come svolgere un tema: bisogna esporre il messaggo maniera chiara (premesse - svolgimento - conclusione) cercando di dare "colore" al proprio discorso tramite figure retoriche ben azzeccate ed un'accurata scelta delle parole.

Il fatto di essere scritti in metrica, magari in un linguaggio un po' aulico NON significa che i discorsi non debbano essere corretti, lineari e ben costruiti.

Un esempio della poca linearità lo si vede subito all'inizio, in pezzi come:
Ti ho cercato....

"Ti ho cercato ti ho apettato

come il buio trova un sogno

come l'anima ha bisogno
di sentirsi dentro te"

Sorvolando sul "ti ho cercatO" (in loco del corretto "cercatA) e sul banalissimo "dentro te", che oggi viene
inzuppato dovunque:

"Ti ho cercato... come l'anima ha bisogno???"
Il periodo non torna!

"perché l'anima ha bisogno di sentirsi dentro te" in questo
modo, benché banale, evrebbe più senso...

Non si capisce "dove" e "perché" 'sti due cantino 'sto pezzo;

soprattutto se si considera che hanno già cantato il loro duetto d'amore introduttivo (Comincia qui) poco prima; Iniziare "a ghiaccio" con "Ti ho cercato ti ho aspettato", concetto che presuppone una
ricerca e un'attesa
, ad inizio dramma suona "monco"; fossimo stati all'ultima scena, quella del lazzeretto, avrebbe avuto un perché... ma qui apparentemente non sembra avere funzione alcuna.

A parer mio, questo brano manca di una strofaintroduttiva, sarebbe bastato un "cappello" del tipo:
"Su una via di solitudine, cercavo qualcuno con cui proseguire il lungo cammino della mia vita ...ti ho cercata... ti ho trovata..."
per far acquisirealla canzone un senso un po' più compiuto .Probabilmente si tratta di un brano che ha la funzione di introdurre le prossime nozze tra Renzo e Lucia (ma alzi la mano chi dal verso "la voce di questa notte è un giuramento" l'ha capito); forse avrebbe dovuto dare un po' più di risalto a questo elemento importante ai fini della trama...

Un altro problema è l'eccessiva ripetitività delle espressioni, come succede qui:

Finisce qui
Lucia Lucia

sciogli i tuoi capelli
la festa non è piu' festa
ora tutti via
lucia luciaqualcuno vuole chenon sia piu' amore
amore l'amore
mio per te
e canti e balli inutili
andate via perché non è piu' festa, è inutile.Finisce qui
La storia mia con te
finisce quied io non so perché
pero' non puo' finire
la vita mia
perché sei tuil mondo e forse piu'la luna tula terra il sole tusei tutte le parolema questa sola basta
amore amore

come dire acqua

terra sole luna

amore amore amoreamore mioL'acqua l'aria miasei solo tuluce amore miosei sempre tustelle vita miasei tutto tusei vita luce aria acqua
terra sole stelle

sei tutto tu
la terra e l'aria tusei tutte le parolema questa sola bastaamore amorecome dire acqua
terra sole luna
amore amore
amore amore
mioEsistono parole da utilizzare con ESTREMA parsimonia per non cadere

nel retorico, una di quelle parole è AMORE, che qui viene ripetuta SOLTANTO DODICI volte.

Inoltre, come al solito, le informazioni necessarie alla trama sono molto confuse:
"qualcuno vuole che
non sia piu' amore amore l'amore mio per te"
...se voi foste Lucia, capireste cosa vi sta cercando di dire?
ConclusioniPur essendo uno spettacolo che muove qualche passo nella direzione giusta, la strada da fare è ancora lunga.

Dal lato della costruzione dell'intreccio, bene o male il dramma sta in piedi (cosa, come abbiamo già visto, non scontata); ma al pari di altre opere contemporanee soffre dei medesimi difetti dei "musical"
moderni
(benché meno accentuati):

Testi ancora troppo poco curati, confusi, grottescamente retorici, poveri dilessico e di sfumature, figure retoriche utilizzate in maniera impropria.
Musiche ripetitive, "pese" e troppo poco accattivanti
.
A mio parere questa difficoltà è dovuta, da parte degli autori, al desiderio di creare per forza qualcosa di innovativo, che vada "al dilà" del nostro passato, senza però rendersi conto che prima bisognerebbe essere capace di scrivere secondo i canoni tradizionali per poi stravolgerli.La poca preparazione da parte dei nostri autori da una partesi deve anche al pubblico nostrano che, disabituato alla qualità, ha perduto quell'incontentabilità che lo rendeva proverbiale (sulla scia probabilmente del mondo anglosassone dove la spettacolarità e l' "apparenza" spesso prevale sul contenuto e sull'intreccio) e si lascia affascinare dai "lustrini", senza badare se quello che stia succedendo sul palco abbia senso o meno.A questo aggiungansi dei critici che hanno perso la capacità di criticare come avevano un tempo: Nessuno si azzarda più a"stroncare", oggi si abbonda con i superlativi, e tutto diventa "Fantastico, Emozionante, Magico" ed ogni stupidaggine diventa Capolavoro.Purtroppo, se abbondano i professionisti "sul palco", mancano professionisti "dietro" al palco; mancano autori che prendano sul serio il proprio compito.Non basta che ad un qualche notabile della TV o della musica venga in mente di scrivere un dramma, e che recluti un qualche autore di sceneggiature televisive e di canzonette, per costruire un buon intreccio e una buona musica.

Se la televisione puo' permettersi di mettere in scena la normalità, il teatro (specialmente musicale) no:

Sul palco i personaggi sono sempre e comunque stereotipi in cui lo spettatore deve riconoscersi (in positivo o negativo) e qualsiasi frase esca loro dalla bocca deve essere ben calibrata e sintetica; qualsiasi azione compiano deve avere delle conseguenze e delle giustificazioni precise,senza mai calare di ritmo, badando sempre a rendere chiaro il "succo" del discoroso e il messaggio che si vuol trasmettere.

In conclusione, concedetemi un'ultima battuta:Come dico spesso agli amici, un vero capolavoro deve potersi ascoltare con piacere in ogni situazione:

Metterei il CD nello stereo dell'automobile, per cantichiarlo mentre guido?

Io no, e voi?


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