Vignetta di repertorio di Tito Ponzi.
Il riferimento a fatti o personaggi richiamati nel testo
è assolutamente fuori luogo.
E' di oggi, 24 ottobre 2012, la notizia diffusa dagli interessati con conferenza stampa dell'ennesimo capitolo della saga del blog "Piazza Fidenza" che tiene col fiato sospeso ormai da più di un anno il piccolo, modesto, litigioso mondo politico fidentino. Il reato contestato è quello di diffamazione nei confronti del presidente del Consiglio Comunale e coordinatrice fidentina del PdL, Francesca Gambarini. Quest'ultima aveva esposto querela contro ignoti ritenendo offensivi alcuni commenti riportati dal blog Piazza Fidenza. La sentenza è prevista il 31 di questo mese.
Di rinvio in rinvio le invenzioni della difesa sono state geniali: rinvio per ascoltare la testimonianza di mamma e sorella, rinvio perché queste si avvalgono della facoltà di non rispondere sono solo episodi nella lunga corsa che dovrebbe impedire una sentenza. L'obiettivo potrebbe essere quello di arrivare alle prossime scadenze elettorali senza una sentenza, impugnabile ma pur sempre sentenza oppure quello di far passare tempo e basta. La giustizia nel nostro "paese del diritto" (non della giustizia) lo permette. Sulle ragioni accampate da Morza e Malvisi per affermare di essere estranei ai fatti anche l'articolo non è decisivo, resta solo l'ammissione della esistenza dei "fatti" calunniosi o meno che siano sarà il giudice a stabilirlo. Altro "fatto" è la chiusura un anno fa del blog "Piazza Fidenza".
Fidenza: il corto vicolo del tribunale che non c'è più
"... siamo pronti ad affrontare qualunque grado di giudizio e a rivolgerci a qualunque organo competente pur di dimostrare la nostra innocenza, sino alla Corte Europea." dichiarano gli interessati, gli avvocato allora sferrano l'attacco finale "in relazione a questo procedimento è stata presentata un'interpellanza parlamentare, e quanto accaduto nei modi e nelle forme è stato sottoposto all'attenzione del Consiglio superiore della magistratura".Insomma un paese non abbastanza piccolo per non essere abitato da giganti.
Il caso "Nave Corsara"
Tutt'altra storia quella che vede coinvolto un altro blog locale, l'ultimo rimasto a consentire un un libero confronto di opinioni. Si tratta del noto blog Nave Corsara che ha deciso di non pubblicare i commenti a partire dal prossimo 2 novembre:
Non pubblicheremo più commenti
"Solo dopo quattro anni e quattro mesi abbiamo capito che nella piccola città, dove la querela è un’arma che ormai si portano in tasca anche i mocciosi, i commenti liberi non sono possibili. Prima ti minacciano e poi ti querelano. Magari dopo tre o quattro anni la querela viene ritirata o sei assolto. Nel frattempo però hai speso migliaia di euro. Che sono molti, se non li hai perché non sei né un politico che li intasca né un commerciale che se li guadagna.
Nella piccola città, dunque, i commenti non sono e non saranno più perché non possono essere. Ne cesseremo la pubblicazione il 2 novembre. Il giorno dei defunti. Nel giorno dei morti, anche noi moriremo un po’."
Commentando poi la propria decisione con questa nota: "Il gestore del sito non sempre sa chi si celi dietro il nickname, poiché ci sono commentatori che si ostinano a non qualificarsi. Passi se il commento è all’acqua di rose, ma spesso non lo è. E allora bisogna prevedere una casistica molto complessa che fa perdere molto tempo. A ciò si aggiungano le nubi che si stanno addensando sull’informazione, ivi compresi i blog, con la legge bavaglio di cui si sta discutendo e che provocherà il solito paradossale scandalo: un mascalzone fuori, protetto dai soldi del suo padrone, tutti gli altri a rischio. Più sinceri dei politici, che invocano lo spirito di servizio per giustificare il loro attaccamento alla poltrona costi quel che costi, noi almeno osiamo chiederci e chiedervi: chi ce lo fa fare? Ci dia una risposta. Ci rispondano anche gli altri. Uno, per esempio, ha osato confessare quanto più gli stava a cuore: e adesso dove scrivo? Si tranquillizzi, pure lei è incolpevole. Abbia pazienza e presto faremo il nome di chi ci ha indotti alla penosa scelta. Il tempo che passa non significa nulla a termini di legge, La querela, che ci è stata notificata dieci giorni fa, risale infatti all’ottobre 2011."