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LIBERTA’ DI LICENZIARE. Qual’è la novità?

Da Mriitan @MassiRiitano

LIBERTA’ DI LICENZIARE. Qual’è la novità?

E’ il titolone apparso sulle prime pagine della stampa e web tra la calda domenica 04/09/2011 e il lunedì seguente che riprendono le decisioni in merito ai rapporti di lavoro riguardante la manovra finanziaria “salvagente” della crisi!

Incredibile, più leggo commenti e prese di posizione più mi rendo sempre più conto che la differenza tra la “politica reale” e quella “percepita” è abbissale. Mi viengono sempre in mente i titoloni scandalizzati all’epoca di MANI PULITE; allora furono scoperte migliaia di corruzioni e concussioni che noi che vivevamo il territorio, ne eravamo a conosenza e non solo, eravamo (siamo) gli attori e la benziana e ingranaggio di un sistema ben oleato. Ad avvalorare ciò, bisogna dire che quel sistema non è mai tramontato e che ci troviamo continuamente in presenza di clientelismo sfacciato.

Ma ritornando a noi; tutto questo rumore sulla possibilità di licenziare con l’accordo dei sindacati?  perchè conta ancora il parere delle organizzazioni sindacali? credo che gli ultimi scampoli di attività sindacale può essere quella svolta nella pubblica amministrazione, dove c’è ancora un minimo di sicurezza del posto di lavoro, ma che a me risulta, il sindacato nella stragrande maggioranza delle aziende è già bello che tramontato. Inutile portare esempi o altro, le aziende oggi hanno tutti gli strumenti tecnico amministrativi per poter disporre del lavoro dipendente a loro piacimento (Pomiglino/Marchionne) e anche il sistema giudiziario che prima era definito a favore dei lavoratori oggi si trova a dover negare le evidenze in nome dell’equilibrio economico dettato dal capitale.

Non si parla di idiologie, ormai anche quelle sono chiuse in un cassetto ed usate per manipolare il pensiero e l’orientamento dell’opinione pubblica, ma quello è certo che nelle scelte economiche e quelle sociali assistiamo sempre a questo squallido spettacolo dello scostamento insanabile dalla società virtuale studiata e analizzata in parlamento e sui media e quella reale, fatta da quelli che vivono sulla propria pelle le scelte dei “Marziani” (parlamentarie altri).

Basterebbe accorciare questo divario per avere quantomeno la sensazione che chi governa si sta occupando di “noi” e non di altri è giusto che noi che abbiamo la passione di scrivere anche nel gioorno e nelle ore di uno sciopero generale, ogni tanto lo ricordiamo almeno a chi ci legge.

Antonio

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