Così fra tre giorni avremo la legge ammazza blog, oltre che ammazza intercettazioni, oltre che ammazza verità. La cosa riguarda tutti, non solo chi ha un blog propriamente detto, ma anche chi scrive note o apre pagine su Facebook, o su altri social network perché è possibile un’aplicazione estensiva del Ddl : chiunque può mandarti una mail pretendendo una smentita entro 48 ore, in mancanza della quale pioveranno multe fino a 12 mila euro.
E’ fin troppo chiaro che estendere a luoghi di informazione amatoriali e personali gli stessi criteri validi per la grande editoria è già di per sé una distrazione dalla realtà, ma diventa una “narrazione” birmana quando è calata dentro l’anomalia di un Paese dove il quasi monopolio dell’infomazione è nelle mani del capo del governo. E raggiunge il sublime quando non tiene conto della natura tecnica e pratica del blog che per sua natura è un luogo di discussione.
Certo sui blog vengono scritte un sacco di cavolate e ad alcuni fighetti figli di papà con quell’aria da “velospiegoio” non piace la protesta definita pavloviana: con una cecità che meriterebbe l’assegnazione di un cane guida, pensano che questo possa addirittura migliorare la qualità della rete. Certo se la qualità è questa, stiamo freschi. Non capire che la dinamica è quella di impaurire, di normalizzare e alla fine di impadronirsi della rete con la forza dei soldi e della paura, rasenta l’idiozia se non fosse che invece i blogger che scrivono dietro la “protezione” di un giornale o più genericamente di una filiera di potere oppure di visibilità, pensano di poterne trarne vantaggio.
Ma non voglio occuparmi di ottusità o di miserie, quanto dello specifico problema. Se infatti per i giornali e le organizzazioni editoriali la smentita può essere “contrattata”, ostacolata o anche respinta potendone pagare il prezzo, può essere insomma vagliata alla luce di quella che potremmo chiamare verità, nel caso del blogger questo “mercato”, dovuto peraltro a una giurisprudenza che ha il penetrante odore delle foglie morte, non può esserci. Chiunque, senza nemmeno l’uso di una mail certificata, può pretendere di smentire qualunque cosa tu abbia scritto a prescindere dal fatto che sia vera o falsa, che diffami o meno. Se scrivo che l’ora legale cesserà nella notte fra sabato 29 ottobre e domenica 30 ottobre 2011, qualcuno potrebbe pretendere una smentita anche se è fattualmente verissimo.
Siamo quindi dentro un assurdo che porta alle estreme conseguenze il veleno del berlusconismo: l’ablazione di ogni concetto di verità e di realtà in favore di opinioni tutte sullo stesso piano, il cui valore è dettato semplicemente dal potere e dal denaro, da chi ti copre le spalle, dalla capacità di inganno o semplicemente da una servile malafede.
Naturalmente questa delirante legge verrà cassata dalla Corte Costituzionale, ma non prima delle elezioni politiche che è poi la cosa che interessa ad un anziano statista oltre che a una vasta corte di “onesti”. Spero solo che qualcuno mi costringa a rettificare quest’ultima frase.