C’è un bar a Udine che non ha un listino prezzi. Il costo di un bicchiere o di una pastasciutta è discrezionale: dipende dal giorno della settimana, dal fatto che ci sia musica o meno, dalle simpatie dei gestori… non è ufficiale ma si sa.
Ogni tanto mi sembra di fare lo stesso con i miei libri. Faccio fatica a chiedere gli stessi dieci euro a chi non ha un reddito, e a chi invece è ricco e potrebbe pagare anche il prezzo di copertina intero. Ogni tanto vorrei scontare copertine rovinate, fare offerte, regalare addirittura. È una specie di mercanteggiamento da bazar, solo al contrario: io insisto per avere di meno, chi compra un mio libro insiste per darmi di più.
C’è una certa ingiustizia nel far pagare a tutti lo stesso per la stessa cosa, quando le diseguaglianze economiche sono così marcate. Al tempo stesso, non sapere a quanto vendere un libro è imbarazzante quando qualcuno ti chiede di comprarlo. Meglio la stessa cifra per tutti, alla fine. Tanto non è un genere di prima necessità (come l’iphone).
Quindi ho stabilito dei prezzi ufficiali per i miei libri, se venduti da me, inferiori al prezzo di copertina perché quello comprende la percentuale delle librerie (se a qualcuno interessa, si aggira sul 30%). Se poi qualcuno insiste per pagare il prezzo di copertina, pur sapendo che c’è un prezzo scontato, a buon rendere.
Alcuni di questi libri, cioè il primo romanzo e la prima raccolta di poesie, sono ristampe. Mi sono arrivate oggi e sono molto contenta perché è un traguardo e ci ho messo parecchio ad arrivarci :D.
Quindi:
Dove si sta bene – 10 euro
La fuga e l’addio – 10 euro
La metafora dell’acqua – 6 euro
Che male c’è – libro primo – 12 euro
Le spese di spedizione, per chi non è qui, sono comprese. Anche se la straordinaria rigidità dei dipendenti delle poste non mi permette di risparmiare usando imballaggi riciclati – ma persevererò.