Domenica si è conclusa la manifestazione Libri Come - Festa del libro e della lettura, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Telecom Italia, presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma. Questa seconda edizione, raddoppiata rispetto alla prima, si è strutturata in incontri con grandi autori italiani ed internazionali, snodati nei due week-end (e ricordiamo qualche nome: Claudio Magris, Andrea De Carlo, Nicole Krauss, Margaret Mazzantini, Elmore Leonard, e Andrea Camilleri che, insieme a altri sette scrittori italiani, ha raccontato la storia del nostro paese in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità); incontri, tavole rotonde, conferenze e presentazioni ospitati presso le tre sale dette Officine (Alberto Angela che ha presentato il suo ultimo libro, il comitato guidato da Cristina Comencini, che ha organizzato la manifestazione del 13 febbraio, ma anche un gruppo di lettura su Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, presentazioni di antologie poetiche, e molto altro) e infine laboratori riservati alle scuole e lezioni di scirttura organizzati dalla Scuola Holden di Baricco.Questo un assaggio, più che un riassunto, degli eventi svoltisi durante la prima settimana, raccontati più dettagliatamente nella prima parte di questo reportage.
Dacia Maraini
Immancabile e puntuale, Il Vostro Affezionatissimo si è recato all'Auditorium anche il secondo fine settimana. La giornata di sabato è stata particolarmente dedicata al mondo femminile: si è cominciato con il primo incontro della giornata, la già sperimentata forma del Dialogo tra due scrittrici, in questo caso Dacia Maraini e Michela Murgia; titolo dell'incontro, Come raccontiamo le donne. E già dalle prime battute è emerso chiaramente lo spirito di questo dialogo: entrambe le autrici hanno manifestato la loro diffidenza verso il concetto, piuttosto limitante, di una letteratura femminile, al quale hanno preferito, piuttosto, quello di "scrittura di donne". Così, parlando della affatto insanabile distinzione tra il ruolo di donna e quello di scrittrice, si è passati a interrogarsi sul ruolo degli scrittori a tutto campo, soprattutto nella particolare congiuntura politico-sociale che stiamo vivendo. E se Dacia Maraini non ha mai voluto tirarsi indietro, Michela Murgia ha espresso la preoccupazione di ritrovarsi strumentalizzata e costretta entro un ruolo di scrittrice politizzata, mentre fioccano i commenti di chi le dice "faresti meglio ad occuparti solo di romanzi, e lasciar perdere tutto il resto!".Daria Bignardi
Il binomio donna-scrittrice è stato al centro anche di una tavola rotonda che, nel contesto del Garage, ha visto protagonisti la televisiva Daria Bignardi e l'esordiente Mariapia Veladiano. La prima, volto noto della televisione italiana, al suo secondo romanzo con Mondadori; la seconda, di professione insegnante, ha incantato Einaudi e vinto il Premio Calvino 2010 con il suo romanzo La vita accanto, storia di una donna brutta. Entrambi i casi, donne che raccontano di donne; frenetica, iperattiva ed energica la protagonista della Bignardi, nascosta e allontanata dal mondo la brutta protagonista della Veladiano. E voi lo sapevate che la Bignardi ha esordito in televisione con un programma sui libri, quando ancora era possibile pensare un programma del genere?David Grossman
Al calar della sera, si è svolto un Dialogo d'eccezione: Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli si sono confrontati su Come raccontiamo i misteri d'Italia. Il Vostro Affezionatissimo, impegnato in diverso modo, ha saltato l'appuntamento, mentre non si è lasciato sfuggire l'incontro con David Grossman: il primo sold out di questa manifestazione! Controllato il biglietto, prese le cuffie per ascoltare la traduzione dell'interprete (anche se Grossman parlava in un inglese pefettamente intellegibile), relegato in una posizione, questa volta, lontanissima dal palco, in una sala immensa e stracolma, si è goduto il racconto di questo grandissimo autore, amatissimo in Italia, ospite ricorrente alla trasmissione Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio. Stimolato dalle domande del suo interlocutore, Grossman ha racconto l'esordio in radio durante la sua infanzia, l'amore per le parole che l'aveva rapito giovanissimo, la necessità di raccontare la Shoah nel suo primo romanzo per spiegarla al figlio piccolo, il dramma di una guerra che non si può vincere, ancora, citando il suo celebre saggio, e la tragedia della perdita del figlio, durante la scrittura del suo ultimo romanzo, l'immenso A un cerbiatto somiglia il mio amore.Alessandro Bergonzoni
Domenica 9 aprile, ultimo giorno dell'evento, è stata una giornata particolarmente ricca: la mattina ha visto protagonisti altri due stimolanti dialoghi: il primo tra Alessandro Barbero e Melania Mazzucco su Come si scrive un romanzo storico; il secondo tra Marco Belpoliti e Francesco Piccolo, su Gli italiani degli anni Zero, seguiti a ruota daAntonio TabucchiIl pomeriggio è stato il momento di un altro sold out: con sgomento Il Vostro Affezionatissimo ha preso parte alla fila di persone che speravano di poter ottenere un posto in piedi per l'incontro con Tahar Ben Jelloun, il grandissimo scrittore marocchino autore di Il razzismo spiegato a mia figlia. Niente da fare: la sala era piena fino al limite, ed Il Vostro Affezionatissimo questa volta è dovuto rimanere fuori. Ma si è consolato benissimo con il vero e proprio show che ha visto protagonista Alessandro Bergonzoni. Il celebre comico ha tenuto un discorso della durata di un'ora e mezza, interamente costituito da una sorprendente catena di giochi di parole. E tra una risata e l'altra, non sono mancate riflessioni profondissime, specie quando ha parlato del ruolo della televisione: in particolare, la tv trash è come il fumo passivo, anche se tieni il televisore spento intossica ugualmente le menti. E il pubblico è esploso in un boato quando Bergonzoni ha proposto di attaccare l'etichetta Nuoce gravemente alla salute a certi personaggi della televisione!
Umbero Eco
Ma il vero re della serata è stato Umberto Eco, altro sold out, altra sala stracolma, con annessa fila di persone che chiedevano il posto in piedi. Spaziando tra i suoi romanzi, da Il nome della Rosa all'ultimo Il cimitero di Praga, dalla scrittura alla politica, dalla linguistica al bunga bunga, Eco ha incantato e fatto riflettere, commosso e fatto ridere. E quando gli è stato chiesto cosa l'abbia spinto a rifugiarsi nella narrativa, lui ha risposto: "perché scalare il Monte Bianco era troppo difficile"! La scrittura, in sostanza, è stata per lui la risposta alla niente affatto banale crisi di mezz'età che non ha risparmiato nemmeno un personaggio del suo calibro. Così, con le parole di Eco che ancora risuonano nella testa, Il Vostro Affezionatissimo esce e si lascia l'Auditorium alle sue spalle. Sperando di tornarvi l'anno prossimo, e magari, di rimanervi ancora di più.Articolo di Tancredi