«Viaggiare da sole non significa affatto essere sole. Significa che vi dovete arrangiare a portare la valigia» (Maria Perosino, “Io viaggio da sola”).
Ecco un libro di viaggio da portare sempre con sé: “Io viaggio da sola” di Maria Perosino (Einaudi, lo trovate sia in edizione cartacea che in ebook) .
A metà tra un diario personale, una guida per viaggiatori solitari, perché no, anche un romanzo tratto dal vero. Tutto questo è racchiuso in un piccolo tesoro di 144 pagine che scorrono lievemente sotto i vostri occhi e si imprimono nel vostro stile di viaggiare.
Nasce non per un’operazione di marketing, e nemmeno per proseguire quella irritante sequela di guide e manuali di auto-aiuto stilate come classifiche ( tipo le “100 cose che dovete fare nel tal posto una volta nella vita”, “I 100 posti da visitare per le coppie, bla bla). E che sia un’operazione al di fuori dalle regole di “mercato” nel senso più popolare del termine, lo dimostra il fatto che parli di una questione quasi tabù nel concetto di viaggi e vacanze moderne: lo spostarsi da soli, in solitudine. E apprezzarlo.
Il viaggio che ha cominciato Maria parte da una situazione drammatica. La morte del suo compagno. Da allosa si sviluppa una scelta coraggiosa e “ribelle”: quella di non aggregarsi per forza, di non ritornare subito in coppia per “non stare da soli”. Ma di accettare la solitudine, imparare a conoscerla, e ad apprezzarla.
E’ un libro che consiglio a tutte le donne (e anche agli uomini, se volete degnarvi di capirci un pochino di più), ma soprattutto a quelle donne che hanno sempre sognato di viaggiare da sole, e che magari ancora non hanno ancora avuto il coraggio di farlo, o vogliono capire come organizzarsi, a chi è già “una ragazza che viaggia”.
Il libro infatti è anche una guida intelligente. Anche se certo non è solo questo. In effetti sfugge a una semplice definizione o categorie: sono lezioni di autostima, aneddoti divertenti, manuale per farsi più furbe e aiutarci ad essere più indipendenti, col sorriso sul volto.
Si legge come un romanzo, ma è ricco di consigli utili, di vita e di viaggio. Come le dritte per fare la valigia, che deve rispondere al nostro stile di vita quotidiano, e rispecchiarlo (a meno che non si faccia un viaggio totalmente estraneo alla nostra quotidianità, tipo un trekking sull’Himalaya, e allora dovremmo pensare a una preparazione ad hoc). Maria consiglia di effettuare un elenco e di rispettarlo, durante ogni viaggio. Per capire come redigerlo, dovete cercare di capire quello di cui avete bisogno. Una specie di “menu del bagaglio”: antipasto, primo, secondo, quante portate?
Per capirlo, date un’occhiata alla vostra vita e fate una lista degli “ingredienti che la compongono”.
L’autrice consiglia anche di scegliere un “colore guida” di base nella valigia. Unico modo di potersi cambiare con frequenza senza dovervi portare dietro bauli pieni di roba (ricordate, che se viaggiate da sole, la valigia ve la dovete portare voi....e, mi sento di aggiungere, è bene anche sapere cosa NON portare in valigia ).
Viaggiare da sole significa buttarsi con curiosità nei luoghi in cui capita di trovarsi per scelta, per lavoro, per fuga. Significa cambiare valigia ("è il trolley l'invenzione che più di ogni altra, pillola anticoncezionale inclusa, ha contribuito alla liberazione delle donne" dice Maria).
Dallo scegliere l'albergo giusto a mangiare a un tavolo per uno senza sentirsi tristi (o sembrarlo agli altri. Cari miei, anche mangiare da sole è bello, basta rompere le solite convenzioni sociali che non ammettono momenti di solitudine o silenzio in questa società).
L'autrice è scomparsa di recente, ma continuerà a vivere nelle pagine dei suoi libri. E ricordate, come dice Maria nel libro
“Viaggiare da sole è stranamente bello, ma bisogna un po’ imparare a farlo”.
Leggetelo.