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Libri distillati

Creato il 11 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Romanzi concentrati in meno della metà delle pagine per chi ha poco tempo: questa l’idea della casa editrice Centauria, che dal 29 dicembre 2015 ha rilasciato i “Distillati” dei più noti romanzi italiani e stranieri

Tutti hanno avuto a che fare, nella propria vita di studenti, con riassunti e “bigini” dei libri più famosi della letteratura. Molto spesso, durante le vacanze sono assegnati ai ragazzi alcuni romanzi, classici e non, in formato ridotto in lingua originale, che permettono di farsi un’idea abbastanza precisa della storia senza dover combattere contro il linguaggio ostico.

Cosa succede, però, se al dovere scolastico viene sostituita la semplice pigrizia? Sembrerebbe una domanda lecita se si considera la recente uscita della collana I Distillati di Centauria. Non è la prima volta che i romanzi più famosi sul mercato sono riproposti in una versione diversa da quella standard, ma è quasi certamente motivo di stupore vedere la trama tagliata e incollata a beneficio del pubblico di più ampio respiro rispetto agli studenti delle superiori. I volumi del liceo hanno però una scusante d’eccezione: devono far comprendere il testo a chi non ha una conoscenza sufficiente della lingua, elemento qui totalmente estraneo.

Libro

Photo credit: ginnerobot via Foter.com / CC BY-SA

I Distillati: cosa sono

Il 19 dicembre scorso Centauria, sotto il gruppo editoriale RCS Libri, ha rilasciato la collana I Distillati. Secondo le parole della stessa casa editrice, si tratterebbe di “un’occasione senza precedenti per goderti il meglio della narrativa italiana e internazionale in meno della metà delle pagine dell’originale, ma senza perderti nulla. Distillati infatti, non riassunti!”

Centauria promette di portare in edicola due libri al mese, i cui autori spaziano da Dan Brown a Nicholas Sparks passando per la Mazzantini e Stieg Larsson, quindi con un’attenzione decisamente puntata sulla contemporaneità. La particolarità di questi volumetti, acquistabili al prezzo di circa 3 euro, è la loro dimensione ridotta; non nel formato, bensì nelle pagine. Citando ancora dal sito della casa editrice, infatti, i romanzi sono versioni concentrate degli originali bestseller, talmente concentrati da essere fruibili “in meno della metà delle pagine dell’originale“ e, ancora, “abbiamo ridotto le pagine, non il piacere”. L’abile mossa di marketing vorrebbe così catturare tutti coloro che vorrebbero davvero dedicarsi alla lettura di un determinato romanzo ma, grande piaga del nostro tempo, non hanno assolutamente il tempo per farlo. Si è quindi pensato di riuscire a rendere perfettamente intercambiabili la visione di una puntata di Game of Thrones e la lettura di Uomini che odiano le donne.

I primi titoli in uscita per la collana sono stati Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson e Venuto al mondo di Margaret Mazzantini nel mese di dicembre 2015, seguiti da Il dio del fiume di Wilbur Smith e La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano a gennaio 2016 e Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks e Il socio di John Grisham a febbraio, spaziando quindi tra generi diversi e tra autori decisamente ben consolidati presso il grande pubblico. Il libro di Larrson, per citare uno dei più voluminosi, dalle 600 pagine originarie è arrivato a meno di 250.

Le reazioni dei lettori

Viene da chiedersi, soprattutto da parte dei lettori accaniti, quanto questa mossa sia effettivamente utile; Giulio Lattanzi non ha fatto sicuramente mistero del target di riferimento, formato da quella parte di popolazione che “legge meno o che non legge più perché non ha tempo”. Ma questa parte di lettori non accaniti o occasionali rischia di sentire di “doversi accontentare” di un surrogato, un bigino, un riassunto che però non è spacciato come tale.

I lettori scandalizzati non si sono fatti attendere, scatenandosi sui social e protestando contro quello che, per un amante dei libri, potrebbe essere visto come un vero e proprio stupro della letteratura. Sebbene sia innegabile che alcune parti “noiose” possono esistere in ogni romanzo e, come insegna Pennac, il lettore ha il sacrosanto diritto di saltare le pagine, dovrebbe essere una libera scelta del lettore poterle saltare, senza essere obbligato a non conoscerne l’esistenza. si potrebbe obiettare che, se fosse poi incuriosito dalla versione ristretta e desiderasse approfondire, sarebbe costretto a spendere ulteriormente tempo e denaro, rileggendo in parte ciò che ha già assimilato e rendendo quindi vano l’intento dei Distillati. La lettura breve di per sé non è una novità (i racconti ottocenteschi, si pensi ad esempio al gotico e ad Edgar Allan Poe o ai racconti a puntate, erano appositamente strutturati per essere letti in una sola seduta) né lo sono riassunti e bigini, in voga da molto prima di quanto un lettore accanito sarebbe (forse) disposto ad ammettere, ma sono cambiate notevolmente le condizioni del contesto e la fisionomia del lettore, incapace di affrontare l’opera omnia di Dickens prima, troppo impegnato adesso.Un’altra obiezione è che l’editor è per definizione una persona, con dei gusti, dei filtri, dei principi; quanto può risultare accurata, veritiera o, nel peggiore dei casi, mutilante la scelta di mantenere certe parti e non altre, pur assicurando l’integrità della storia? I social del progetto sono stati sommersi da critiche di lettori più o meno inferociti, che hanno definito l’iniziativa con termini che spaziano da “idiozia” a “idea abominevole”, fino a paragonarlo a Youporn per la fruizione immediata e fast foward. Sembrerebbe che il multitasking e la mancanza di tempo abbiano ridotto così tanto la soglia di attenzione (tanto che non resistiamo tre minuti senza sbirciare il telefono) da impedirci di concentrarci su prodotti che non siano estremamente concentrati, veloci, rapidi e fruibili, che porterebbero a far sembrare i Distillati una sorta di McDonald della letteratura. Ancora, ci si chiede se sia davvero necessario dover leggere La divina commedia concentrata, se non se ne ha il tempo, e se non sarebbe meglio leggerla lentamente o, in alternativa, dedicarsi a letture più brevi.

La totale demonizzazione dei Distillati, però, forse non è l’unica via percorribile. Pur essendo vero che le perplessità potrebbero essere fondate, soprattutto sul “cosa” e “quanto” tagliare”, è altrettanto vero che questi volumi potrebbero incuriosire e far avvicinare alla lettura chi, di leggere Uomini che odiano le donne, magari non ha il tempo ma è incuriosito dalla trama. Più che un McDonald, quindi, si potrebbe anche paragonare l’uscita della collana a un buffet a cui attingere per rinnovare e riscoprire i propri gusti (letterari), da ampliare successivamente con la versione integrale. I dati sulla lettura nel nostro Paese non sono incoraggianti (l’ISTAT informa che nel 2015 6 italiani su 10 non hanno letto alcun libro), e che il tempo ci manchi, è vero; probabilmente il gusto di leggere Stieg Larsson o Stephen King (sempre che qualcuno riesca ad immaginare IT, uno dei “mattoni” per eccellenza della letteratura contemporanea, delle dimensioni originali di “L’amico ritrovato”) sta anche nei dettagli e nelle pagine di descrizione, nell’introspezione dei personaggi e non solo nella rivelazione del puro schema, tanto caro a Propp, che dalla presentazione dell’eroe ci porta alla morte del mostro attraverso ostacoli ed aiutanti. Tuttavia, dall’incipit del volumetto da 3 euro potrebbe anche scaturire la passione di una nuova generazione di lettori. Se ce ne sarà il tempo.

Tags:Distillati,lettura,libri,meta,pagine

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