L’ispirazione che Munir Mezyed, trae dalle sue “allucinazioni” è violenta e dolce perché è intrisa di una sensualità e di un misticismo che lo riportano spesso fra le braccia di un’amante che a volte si percepisce come metafora della sua patria amata e lontana e a volte come esplicita attrazione carnale o come eros e nostos al contempo. La sensualità dei versi di Munir Mezyed ci ricorda la grande tradizione di secoli remoti, della poesia araba, persiana e indiana dentro l’Islam, in particolare evoca i poeti mistici della Spagna del secolo XI e i poeti sufi dalla Turchia fin a Bengala. Il grande proggetto di Munir Mezyed è quello di compiere un meraviglioso intreccio, un incontro fra le civiltà del Mediterraneo, nel quale non ci siano altri conflitti ma una poetica Universale di Pace. Allo stesso modo in cui quella poesia del Sefarad spagnolo costituiva un vincolo fra l’Europa e il sedicente “Oriente”, in quel modo che ha ispirato sia i Troubadours provenzali che i primi poeti e poetiche del mondo, non esiste un altro poeta che sia così universalmente rispettato e che abbia un’ambizione così globale (fonte lafeltrinelli.it).
Genere poesia. Vertigo, uscita 2013.