La trama. “Quando pubblicai Il sangue dei vinti nell’ottobre 2003 (…) avevo dato voce ai fascisti, obbligati dai vincitori a un lungo silenzio. E avevo posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell’Italia un paese satellite dell’Unione sovietica. Oggi l’Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca. E per sfida che nei Vinti non dimenticano ho scritto le pagine che mi ero lasciato alle spalle. L’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, guidata dal servizio segreto di Tito, con migliaia di deportati scomparsi nel nulla. La sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse. Le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti e democristiani che si opponevano al predominio comunista. La verità è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica. Nei Vinti non dimenticano ho rifiutato ancora una volta la storia inquinata dall’ideologia. Questo mi fa sentire un uomo libero, come lo sono i miei lettori.” (G. Pansa)
Giudizio. La narrazione, fluida e discorsiva, si avvale di un duetto tra l’autore ed una sua preziosa collaboratrice. Copkmmnetatndo la cronaca dei tempi a cavallo della fine della IIa guerra mondiale, sim ette l’accento su ciò che i libri di storia non dicono, ovvero tutte quelle storie negate e messe a tacere che sono al di là del campo di battaglia; storie di vinti, più che altro, ma anche storie di vincitori, tenute nascoste per imbarazzo o vergogna. Il lavoro di ricerca dell’autore è ricercato ma speigato con semplicità per cui i concetti arrivano diretti al lettore. Lo stile narrativo è inquinato dalla pietà dovuta al lato umano di ciascuna vicenda. Narrare stupri ed omicidi di uomini e donne non è impresa agevole, soprattutto quando il pericolo è quello di sventolare (inconsciamente) una bandiera politica piuttosto che un’altra. Nel complesso, ne emerge un’equilibrata analisi (seppur cruda) che si staglia al di sopra di ogni ideologia e che induce il lettore ad una profonda riflessione. Testo consigliato.