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Se li cercate nelle normali biblioteche probabilmente non li troverete. Se siete particolarmente fortunati, o se vi recate nelle biblioteche più prestigiose, scoprirete che si trovano dentro vetrine o in sezioni chiuse al pubblico, a cui possono avere accesso solo i custodi della biblioteca o persone munite di speciali permessi.
Quelli che sto cercando per voi sono libri antichi e rari, stampe di cui si conservano poche copie o, addirittura, eleganti codici manoscritti, riccamente illustrati da mani esperte, che li hanno resi simili ad opere d’arte.
Tra questi, un genere di libri che mi affascina particolarmente sono i Bestiari. Questa sorta di medievali enciclopedie del mondo animale intrecciava e confondeva realtà e immaginazione, conoscenze scientifiche e racconti diffusi da viaggiatori dalla fantasia sfrenata. Così, accanto al lupo, al cervo e al leone troviamo creature fantastiche come il grifone, il basilisco, il liocorno o la fenice.
Di quest’ultima – detta anche Araba Fenice per via del paese in cui si credeva vivesse pascendosi solo di incenso e altre resine odorose – si diceva che giunta al cinquecentesimo anno di vita essa, sentisse la morte avvicinarsi. Allora costruiva un nido che riempiva di cannella e altre spezie, morendo infine tra questi aromi. Secondo alcuni, il nido prendeva fuoco e dalle ceneri dell’uccello genitore, nasceva un uovo da cui risorgeva l’uccello figlio.
Naturalmente nessuno aveva mai visto una Fenice, ma in tanti giuravano sulla sua esistenza. Al punto che “essere come l’Araba Fenice” equivale ad indicare qualcosa di introvabile.
Ad esempio Pietro Metastasio (Roma, 1698 – Vienna, 1782) scriveva:
“È la fede degli amanti
come l’araba fenice:
che vi sia, ciascun lo dice,
dove sia, nessun lo sa.”
(Demetrio, atto II, scena III).
E Lorenzo Da Ponte (Ceneda, 1749 – New York, 1838) , che tra le altre cose scrisse i testi di tre capolavori assoluti di Mozart (Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte) e che di donne, per averle lungamente e variamente frequentate, doveva intendersene parecchio, precisava:
“È la fede delle femmine
come l'araba fenice,
che vi sia ciascun lo dice,
dove sia nessun lo sa.»
(Così fan tutte, Atto I)
Sto divagando, me ne rendo conto, ma quando si entra in una biblioteca può capitare di perdersi. Portate pazienza e tornate a seguirmi.
C’è una categoria di libri più inquietanti dei bestiari. Libri che, in molte biblioteche, giacciono in una sezione speciale, denominata “Inferno”, in quanto stanno tutti nei primissimi posti dell’Indice dei Libri Proibiti.
Non mi riferisco alla letteratura dedicata ad Eros, che pure abbonda in quei recessi nascosti, ma agli oscuri testi di magia. Essi si distinguono in due gruppi. Il primo è quello dei testi, detti “clavicole”, di cosiddetta “magia alta”, vale a dire quella finalizzata ad ottenere uno stadio superiore di conoscenza o illuminazione. Uno dei più famosi è La chiave di Salomone, un libro attribuito al celebre re ebreo, ma anche il Libro dei Morti degli antichi egizi potrebbe essere considerato, per certi versi , una sorta di clavicola scritta per insegnare agli uomini come superare il pericoloso viaggio nell’aldilà e raggiungere la vita eterna.
Il secondo è quello dei “grimori”, testi di “magia bassa” aventi lo scopo utilitaristico di ottenere determinati effetti (fatture, incantesimi, filtri d’amore, ecc.). Sono i classici “libri delle streghe” che compaiono in molta letteratura e finzione cinematografica, ma che esistono realmente.
Ora, di fronte alla porta dietro cui sono conservati questi volumi non posso dimenticare il monito, per nulla tranquillizzante di un sacerdote conoscitore di esorcismi: «Se quei libri contengono solo sciocchezze è inutile perdere tempo. Se sono in grado di aprire delle porte su mondi che non conosciamo è meglio starne alla larga.»
Come se non bastasse, tra i cultori di queste scienze occulte vi sono alcuni individui veramente pericolosi, come dimostrano recenti episodi di cronaca.
Pertanto preferisco fare un passo indietro e cambiare strada per accompagnarvi alla scoperta di altri libri.
Continua...
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