La trama. Anni settanta. Il giornalista De Mauro è al lavoro per allestire la sceneggiatura del film di Francesco Rosi, narrante la morte di Enrico Mattei, il presidente dell’Eni. Lo scrittore Pasolini invece è impegnto a stendere il romanzo “Petrolio”, testo di denuncia contro il mondo economico di destra e la la strategia della tensione, di cui il poeta parla anche nel celebre articolo apparso sul “Corriere della Sera”. De Mauro e Pasolini vengono ammazzati, a poca distanza l’uno dall’altro. Entrambi pronti a denunciare una verità che nessuno voleva far emergere: ovvero che con l’uccisione di Mattei, in Italia era iniziata una nuova era, una storia d’Italia fresca di concezione, un intreccio di tipo perverso ed eversivo, trascinatosi fino ai nostri giorni.
Giudizio. Il libro è un percorso storico sociale ben assemblato che narra l’Italia per quello che sembra essere: un groviglio di interessi economici e politici, in nome dei quali tutto o quasi diventa lecito. Gli autori legano in modo efficace le tre vicende (Mattei, De Mauro e Pasolini) narrando i fatti come in un romanzo, ma con eccellente capacità descrittiva e di cronaca che rende le pagine mai noiose e sempre pronte a richiamare quelle successive. La riflessione che sorge inevitabimente dalla lettura diventa sconcertante, proprio perchè utile nel suoi insieme. Per certi versi, quello che rimane dentro al lettore finisce per essere desolante, ma purtroppo di stretta attualità. Forse, proprio in questa capacità di far intuire da dove derivi la contemporaneità di certi avvenimenti, sta il maggior merito dell’opera. Consigliato. Per capire e poi, approfondire la tematica.
MaLo