ZeroZeroZero, di Roberto Saviano, Feltrinelli Editore.
La trama. “Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un’altra – incredibile, ma vera – prende il posto della precedente. Davanti vedi l’asticella dell’assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?” (Roberto Saviano)
Giudizio. Il libro mette l’accento sui fenomeni criminali legati alla produzione e alla spaccio della cocaina, utilizzando la formula del racconto e della narrazione delle storie delle persone che ne sono i reali protagonisti. La formula appare azzeccata, così come l’approccio non eccessivamente tecnico alla materia che di fatto rende l’elaborato fruibile a un pubblico molto più che ampio. Lo stile si rivela accattivante e piacevole, capace di agevolare la lettura che di fatto scorre veloce negli occhi del lettore. L’unico neo è rappresentato da brevi e isolati cenni alla personale fatica “intimistica” dell’autore, che seppur non fuori luogo e schietta, rallenta a tratti l’interesse di chi legge e rischia di far perdere il filo del discorso. Nel complesso il libro è opera ben riuscita, improntata alla semplicità e perciò di sicuro successo, un utile strumento per chi desidera conoscere un mondo che i mezzi di comunicazione hanno il demerito di non portare all’attenzione pubblica. Proprio perché finisce per sostituirsi a essi, l’autore merita un plauso e un incoraggiamento a continuare la sua opera di demonizzazione e vivisezione del regno criminale, sforzandosi di preservare la necessaria onestà intellettuale. Certamente consigliato, non solo per gli amanti del genere