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Librini picini picciò.

Da Suster
Tadàn! (Come dice lei uscendo trionfante ed euforica per l'ennesima volta dal frigo piccolo che usiamo come dispensa per tenere i biscotti).
Approfitto di questa pausa esistenziale per tentare un esperimento che rimugino da un po': recensire la fantastica libreria di pupa a puntate. Scommetto non vedevate l'ora, eh? E scelgo questo periodo di avvento per inaugurare questa pseudo-rubrica assolutamente a-periodica, non a caso:
Libri di pupa, per un non-conventional Christmas!
Ah, dite che lo slogan l'hanno già usato prima di me? Uh, va be', non se ne accorge nessuno tanto.
Ma non divaghiamo.
Vediamo se riesco a dare a qualcuno qualche dritta in vista di acquisti librari per i più piccini.
E a proposito di piccini, oggi volevo presentarvi:
I librini piccini picciò.
Cosa sono?
Trattasi di libretti cartonati illustrati di formato quadrato, pratico, buono, come il noto cioccolato (oggi sono di citazioni erudite).
Appartengono alla mini collana "Storie piccine picciò", edita dalla casa editrice La Coccinella.
Origine.
Un giorno la mamma porta la pupa in una nota libreria della città, con l'intento di rinnovare il repertorio delle lettura in vista della partenza per le vacanze estive.
La pupa come al solito arraffa qua e là, nel mucchio dei librini della sezione per l'infanzia, ma poi che la mamma la mette a sedere su di una sediolina celeste che lì trovavasi, nella sezione libri per l'infanzia, ed inizia a leggerle la storia, rimane come ipnotizzata a seguire parole e immagini, e subito, appena finito chiede a gran voce il bis, e ancora, e ancora e ancora, finché la mamma non è costretta, per sua stessa sopravvivenza e per evitare di pernottare nella nota libreria, ad acquistare l'articolo.
Attualmente possediamo:
Librini picini picciò.La storia è la seguente: nel paese di gatti piccini picciò, c'era un gatto di nome Zampanò, che una sera decide di invitare a cena tutti i suoi amici, e benché avesse una casa piccina picciò, e tanti amici, come si vedrà, li invita proprio tutti. Ha così inizio una lunga processione di gattini piccini picciò verso la casetta piccina picciò, ciascuno si presenta col suo carico di regali o di amici, chi col cappello, chi col cappotto e alla fine...Eh, no: il finale non ve lo svelo, se no che gusto c'è?Allora, malgrado la storiella sia proprio scema scema, anzi, forse proprio per questo, la forza magnetica di questi libretti sui più piccoli è travolgente! Il segreto è proprio lì: la semplicità, la reiterazione, il fascino delle liste (Omero insegna), delle ripetizioni, dell'accumulo, che piace tanto ai bambini quando si racconta loro qualsiasi cosa (si pensi solo alla Fiera dell'Est, alla Vecchia Fattoria, agli elefanti che si dondolavano sul filo di una ragnatela...). Il gusto del raccontare, insomma, fine a se stesso, il ritmo cadenzato che scandisce il progredire della storia, l'entusiasmo di vederla crescere man mano, immaginando che potrebbe continuare all'infinito...
Librini picini picciò.Ma dove entreranno mai tutti questi gatti nella casa piccina picciò di Zampanò?Quanti ne arriveranno ancora?Lo spazio si trova, non temete. Questa di Zampanò mi ricorda un pochino casa nostra, ai tempi d'oro: piccina picciò sì, capiente per numeri imprecisati di ospiti autogenerantisi anche, ma questa è un'altra storia...
Librini picini picciò.C'era un bambino che non voleva dormire, e chiede alla nonna di cantargli una ninna nanna, e la nonna inizia: c'era un gattino che non voleva dormire... Il vecchio meccanismo delle Mille e una notte, un gioco di scatole cinesi: il racconto nel racconto nel racconto... e potrebbe continuare all'infinito: "C'era una volta un re..."; se non che: "il telefono squillò"! Niente di buono si preannuncia perché a questo punto, in rapida reazione a catena, il topino si svegliò, il gattino si svegliò, e pure il bambino si svegliò! Immagino e faccio miei la frustrazione e lo scorno di Nonna Topa, Nonna Gatta e Nonna, e mi chiedo come faccia quell'accidenti di arnese a suonare sempre nel momento sbagliato.Ma tornando ai bimbi. Anche questa storia piccina picciò ha il potere di incantarli, perché prende in prestito il loro modo di vivere gli accadimenti di ogni giorno, la ritualità dei gesti, il ripetersi di una sequenza di azioni, la pupa che si nasconde nel frigo e invita la mamma a cercarla per poi saltare fuori scompisciandosi dalle risate, convinta che lei ancora non abbia capito, dopo cinquantaquattro volte, dov'è che lei si vada a imboscare.Non hanno bisogno di colpi di scena, loro, se mai è sufficiente l'inconveniente del telefono, tanto per interrompere l'altrimenti interminabile catena di storie concentriche, che forse in fondo non sono che un'unica storia, di un bambino che si addormenta sognando, e il sogno si confonde col racconto che gli fa la nonna.
Librini picini picciò.Ok, ho fatto una recensione che manco per Guerra e pace.Ma un'ultima nota spetta alle bellissime illustrazioni di Antonella Abbatiello.Essenziali, a fondo neutro o assolutamente stilizzato, sono al tempo stesso di grande impatto visivo ed efficacia narrativa, perché riducono la scena della storia raccontata ai suoi elementi base, facilmente individuabili da bambini anche molto piccoli.Atmosfere soffuse e avvolgenti quelle in cui si muovono questi simpaticissimi, per nulla leziosi gattini e topini, dove si gioca con una spazialità infantile a due dimensioni, una prospettiva sfasata e una approssimazione del tratto solo apparente, che sa essere dettagliata e minuziosa là dove c'è da descrivere grandi scene (e allora ecco il ditino che viaggia a scovare nella grande casa di Zampanò dell'ultima pagina formato maxi, i lettini dei gattini, la lampada sul comodino e i librini impilati sullo scaffale...)
Voto di pupa: 5 stelle ***** (cioè il massimo)Età indicata: 1 anno circa in su.

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