DELOS
Delos ha ristampato un'antologia di 3 racconti lunghi che mancava da molto tempo: "La trilogia steampunk" di Paul Di Filippo. Volendo, ci sono anche in ebook ma separati.L'introduzione di Salvatore Proietti inizia così: "Questo non è un libro steampunk."
A dire il vero, ho trovato più incisivo il suo incipit di quello di Di Filippo :D
Prima di parlarvi del primo racconto intitolato Vittoria, vi spiego brevemente il senso della prefazione. E con l'occasione, parlarvi un po' di steampunk.
L'antologia di Di Filippo è del 1994.
Il suo steampunk è più una satira dei tempi, non ci sono sbuffi di vapore o aeronavi. Per lui il "punk" è inteso come un dissenso nei confronti della Londra vittoriana sotto forma di critica sociale.
Proietti si schiera dalla parte di Di Filippo, dicendo che nello steampunk si possono identificare tre tratti indispensabili.
Il primo, l'epoca dei grandi imperi coloniali, e non solo l'era vittoriana quindi.
Il secondo, la presenza di macchine anacronistiche. Ricercando nel retro-futurismo il mondo di oggi, ma visto con gli occhi del passato. Proietti aggiunge quindi che Verne, Wells e Conan Doyle non scrivessero steampunk. (Affermazione che mi trova in totale disaccordo, anche se comprendo il suo punto di vista.)
Terzo e ultimo punto, la satira che, sempre secondo Proietti, si sta andando a perdere. (A mio avviso, non è una grave perdita. La satira non ha le mie simpatie.)
Riesce in poche righe a tracciare una breve sintesi del genere, rimandando gli approfondimenti "alla rete".
Nel 1987 viene coniato il termine steampunk in una lettera alla rivista Locus da Jeter, che parla di satire storiche o gonzo-historical.
In Morlock Night (La notte dei Morlock, del 1979) Jeter aveva ripreso le creazioni della Macchina del tempo dal futuro al tempo di Wells.
Mio dubbio: che io sappia però, Jeter aveva ripreso i Morlock, cioè le creature del sottosuolo. Un gruppo di Morlock trova la macchina del tempo e viaggia indietro fino all'epoca di Wells. Poi, il romanzo si svolge nella Londra vittoriana. Non capisco quali siano queste "creazioni" che viaggiano dal futuro al passato.
URANIA 1347, del 1998
Torniamo alla prefazione di Proietti, grazie alla quale riusciamo a chiarire meglio questo genere di cui tutti ne parlano, ormai, ma che in pochi conoscono davvero.Nel 1983 Tim Powers nel suo The Anubis Gates, ossia Le porte di Anubis, fa uso raffinato di personaggi storici fra cui Byron.
Altro mio dubbio: Le porte di Anubis è uno stempunk per "etichetta", ma non tanto per quel che narra. E' più vicino alla fantascienza, per i viaggi nel tempo, e a un fantasy, per la presenza di magia. Io non l'ho finito. Personalmente, l'ho trovato molto noioso. Ma in futuro, vedrò. Comunque, usare un personaggio dell'era vittoriana non fa di un romanzo uno steampunk, a mio avviso.
Proietti continua con The difference engine di Gibson e Sterling, ovvero La macchina della realtà del 1990 dicendo che quest'opera ha dato risalto allo steampunk. Qui abbiamo Babbage con un proto-calcolatore che diventa nucleo centrale di uno sviluppo socioeconomico divergente.
Secondo me: sarà anche etichettato "steampunk", ma ricorda più un ucronia storica. La Londra del 1885 viene modificata cambiando l'assetto politico. Abbiamo un Karl Marx a Manhattan, ad esempio, e la dittatura tecnocratica di Byron in Inghilterra. Ma forse, anche questo è steampunk.
Io vi segnalo anche The Infernal Devices (Le macchine infernali) di Jeter del 1987 che a me è piaciuto molto e Proietti non lo cita. George ha ereditato il negozio del padre, un'orologeria. Un giorno entrano dei clienti strambi per la Londra di fine secolo in cui vivono. In più, uno dei due, gli chiede di riparare un oggetto "misterioso" e lo paga con una moneta particolare. L'ho apprezzato anche per le creature ibride, l'ironia e il tenore medio alto. Non ci si annoia.
E una saga per ragazzi che da noi ha visto tradotto solo il primo volume, Leviathan di Scott Westerfeld. L'ho letto, ne parlo QUI!, e non mi è dispiaciuto affatto. Una lettura gradevole, di svago. Spero traducano i due seguiti.
Dal punto di vista dell'animazione e del fumetto, Proietti cita Myiazaki con Il castello errante di Howl e Moore con La lega degli uomini straordinari.
Io aggiungerei, dal Giappone, anche il bellissimo Steamboy di Otomo e la strepitosa serie Last Exile.
In Steamboy abbiamo Ray, un ragazzo nella Londra vittoriana alternativa figlio di uno scienziato, che si ritrova coinvolto in giochi di potere più grandi di lui a causa di una sfera a vapore in grado di dare energia a un macchinario quasi apocalittico.
In Last Exile, Claus e Lavie sono corrieri con un vanship, un mezzo aereo anacronistico, nell'immaginario mondo di Prester. Per consegnare una ragazzina, si ritroveranno nel mezzo di un feroce conflitto tra le due fazioni rivali.
Ci sarebbero anche Metropolis basato sul manga del maestro Tezuka; Laputa di Myiazaki, secondo me migliore di Howl sotto molti aspetti; Nadia, e il mistero della pietra azzurra, dello Studio Gainax che miscela magistralmente il mito di Atlantide, il Nautilus del Capitano Nemo, azione e magia.
In ultimo, ma solo perchè è americano e non giapponese, segnalo anche il sublime Numero 9. Consigliatissimo! Ce ne sarebbero molti altri, ma questi che ho citato sono i miei preferiti.
Un'immagine del Robot in Laputa, l'isola galleggiante che
viene citata nel romanzo I viaggi di Gulliver.
Secondo me, non è steampunk ma dieselpunk.
Non capisco poi quando Proietti afferma: "Lo steampunk è diventato mainstream, e chi tiene alle mode e alla casuistica conia una pletora di sotto-sottogeneri: dieselpunk, clockpunk, atompunk; siamo nei puri territori delle mode e del marketing".
A mio avviso, non è proprio così. Sono nati dopo, ma non partono dallo steampunk. Semmai partono dal cyberpunk e hanno una loro identità, un loro stile, una loro epoca e soprattutto una loro ben definita estetica.
Spero però di non aver interpretato male il suo pensiero.
Finalmente, arriviamo a un'introduzione di La trilogia steampunk.
Proietti precisa dunque che Di Filippo ha lo spirito gonzo senza preoccuparsi di gadget e invenzioni, anche se qualcosa c'è. Sono racconti umoristici.
In Vittoria abbiamo un inventore poco responsabile, degno rappresentante di una società vittoriana tra il tragico e il ridicolo.
In Hottentots, Ottentotti, Agassiz è uno scienziato razzista che viene salvato da una donna africana, una Ottentotta. Tragicamente reali sono le ricerche craniometriche e la vita della Venere ottentotta.
(Confermo, purtroppo. La storia di Saartjie Baartman è vera. Una donna africana che nell'800 è stata resa fenomeno da baraccone in Inghilterra per le sue fattezze particolari.)
Nell'ultimo, Walt e Emily, è innanzitutto una storia d'amore tra Emily Dickinson e Walt Whitman. Un meta-steampunk per via della sfuggente natura.
Proietti conclude evidenziando la forza delle protagoniste femminili, quasi fosse un filo conduttore di tre racconti palesemente indipendenti.
Autore sconosciuto :(
Fermo restando che le mie intromissioni nella prefazione di Proietti vertevano al fine di un confronto di opinioni e nulla più, colgo l'occasione per ringraziarlo. L'ho trovata interessante. Ho potuto trarre così le mie conclusioni.Dire cosa sia lo steampunk è un'impresa gargantuesca!
In molti tentano, vi riporto alcuni link dopo, ma alla fine è sempre la stessa storia: uno dice che lo steampunk è "quella versione che preferisce". Perchè qui è di versioni che si parla. Di sfumature.
Noi oggi appiccichiamo le etichette secondo i gusti senza tener conto del tempo che passa.
A mio avviso, dire che le opere di Verne o Wells non sono steampunk non è corretto. Non dico che sia sbagliato, solo che non sono d'accordo. All'epoca, erano opere di fantascienza, ma oggi hanno tutti gli ingredienti per essere definite steampunk, anche se la parola è stata coniata dopo.
Dire che lo steampunk sia solo satira, sarà giusto storicamente, ma oggi non si può negare che sia sinonimo di macchine anacronistiche, di vapore e un'estetica molto ricercata.
In più, bisogna tener presente che anche i videogiochi hanno avuto un certo peso. Se penso agli splendidi MYST e ad alcuni Final Fantasy (non sono tutti uguali) soprattutto il nove che era molto steampunk, mi commuovo.
Ecco perchè io non vedo nulla di sbagliato se lo steampunk abbracciasse una fascia più ampia di sfumature. Non credo che si snaturi la sua origine, anche se sarebbe opportuno fare un po' più di chiarezza, magari con delle micro-etichette che precisano la sfumatura dello steampunk. Steampunk-gonzo, Steampunk-romance, Steampunk-storico ecc. ne ho sparate alcune tanto per fare degli esempi.
La cosa importante sarebbe poter indirizzare il lettore verso una storia che si avvicina ai suoi gusti.
Dire: "Lo steampunk è questo, punto. Il resto, è schifo. E' banale, cliché..." lo trovo controproducente per il genere stesso. Considerando che proprio grazie al cinema e a pellicole "considerate dagli esperti non-steampunk" si è avuto però un avvicinamento al genere, che prima era di nicchia-nicchia-nicchia, sarebbe opportuno creare chiarezza con le micro-etichette e non ostruzionismo.
La storia dello steampunk rimane lo stesso, ma in questo modo avrà un futuro prolifico.
E, magari, chissà ... potrebbero arrivare "ibridi" interessanti ;)
Quindi, che si sappia che esistono diversi steampunk. A voi la scelta.
Quale preferite?
LINK d'approfondimento, solo alcuni:
- Wikipedia
- Intro del Duca QUI!
- Luigi Pachi, Delos QUI!
- Steampunk Italia
Cover dell'ebook "Vittoria"
Primo racconto: VITTORIA (acquistabile separatamente in ebook)INCIPIT“Ero stanca, e così me la sono filata”
dal diario personale della Regina Vittoria.
1-POLITICA A MEZZANOTTEUna bacchetta di rame brunito, tenuta ferma da un morsetto da laboratorio, spuntava dall’angolo della scrivania a zampa di leone, rivestita del migliore marocchino. Alta una cinquantina di centimetri, la bacchetta terminava con un giunto cardanico che consentiva piena libertà di movimento a una seconda estensione, per descrivere una sfera quasi completa.
Una terza bacchetta, accoppiata alle altre due da un secondo giunto, finiva con una sagomatura foggiata in maniera da adattarsi a all’impugnatura di uno scrittore: quattro solchi per le dita e un incavo per il pollice. Dalla sagoma spuntava il pennino di una penna stilografica.
TRAMA: Cosmo Cowperthwhait vive in ritiro col fidato maggiordomo a causa di un incidente con un macchinario di sua invenzione che gli ha ucciso i genitori anni prima. Creatore e scienziato, contempla la sua ultima meraviglia: una donna tritone, un hellbender, che chiama Vittoria.
Un giorno arriva nel suo studio William Lamb, secondo Visconte di Melbourne e Primo Ministro, la Regina Vittoria non si trova. Gli chiede se sia possibile sostituirla provvisoriamente con l'hellbender. Peccato però che l'ibrida abbia appetiti sessuali notevoli e gli scopi del ministro potrebbero subire sviluppi particolari.
CONCLUSIONI: E' un buon racconto, scritto bene e con molti dettagli, ma la trama mi ha detto poco. Anche se mi ha fatto sorridere, sul finire, il tenore satirico e un po' lento non fa per me. L'idea resta accattivante e, considerando la fama dell'autore, mi sento comunque di consigliarlo. Soprattutto in considerazione della premessa che, spero, vi abbia mostrato quanto sia vario oggi lo steampunk.
L'unico modo che resta per conoscerlo e così scegliere la sfumatura preferita, a questo punto, è leggere :)