Molte persone, pur non sapendo cosa si prova in determinate situazioni, amano sparare a zero su chi sta vivendo momenti particolari, che siano questi momenti di gioia o di dolore.
E’ questo quello che sta succedendo ad Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, il giovane tifoso morto a seguito degli scontri avvenuti in occasione della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, il 3 Maggio del 2014. Quello fu un giorno che nessuno dimenticherà mai, il giorno in cui il calcio italiano si piegò alla violenza e al torpore che invase lo sport più amato, quel 3 Maggio, tutti gli appassionati di calcio sono morti dentro, indipendentemente dai colori della propria squadra.
Purtroppo a distanza di quasi un anno, a fare rumore non è la tragica e ingiusta morte di un ragazzo che voleva solo seguire la sua squadra del cuore, e neanche il dolore di una famiglia distrutta che prova in tutti i modi a risalire a galla, a distanza di un anno quello che continua a fare da eco alla vicenda, sono le chiacchiere che in tutti i modi provano ad infangare la memoria di Ciro Esposito.
Questa volta però l’accusa non è rivolta a Ciro in prima persona, ma alla mamma, che a pochi giorni dalla gara di campionato tra Roma e Napoli, presenta il suo libro allo Stadio Olimpico. Antonella Leardi, subito dopo l’aggressione che al figlio è costata la vita, non ha mai mostrato rancore o odio, bensì ha predicato amore e voglia di combattere affinché tutto quanto accaduto a Ciro, non si ripetesse mai più. Impegnata attivamente nel sociale e più volte presente a manifestazioni di beneficenza nel nome di Ciro, Antonella Leardi è oggi accusata di lucrare sulla morte del figlio, per raccogliere approvazioni e magari racimolare denaro.
Ad accusare la donna è Emmanuela Florino, figlia del noto senatore (MSI), che incurante della rilevanza mediatica che avrebbe avuto un suo commento pubblico su Facebook, esprime il suo parere puntando il dito contro la madre di Ciro.
“Con tutto il rispetto per la memoria di Ciro. Vedete…. sono queste le cose che mi fanno venire il voltastomaco. Un libro per lucrare sulla morte del figlio. Indefinibile. Che gente”. Nelle sue parole, riportate sulla pagina Facebook “Collettivo Antifascista VersuS”, e dalle quali tutti noi ci discostiamo nettamente, non riusciamo a trovare alcun nesso logico convincente che possa giustificare quanto detto. La perdita di un figlio è un dolore che va oltre ogni cosa e nessuno, in alcun modo, può arrogarsi il diritto di esprimere in merito a determinate questioni, pareri che hanno tutta l’aria di accuse e diffamazioni gratuite.
Antonella Leardi, donna coraggiosa ed esemplare, sicuramente non darà peso a parole dette evidentemente senza pensare, e continuerà con l’appoggio di quanti l’ammirano ad impegnarsi nel sociale, ma la domanda è un’altra: chi fermerà certe accuse gratuite e infondate che macchiano le opere buone di persone perbene?