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Licata: Angelo Stracuzzi collabora con la giustizia

Creato il 23 gennaio 2013 da Yellowflate @yellowflate
Arrestato Giuseppe Aquino Latitante dal 2010 si nascondeva in un bunker

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Sicilia, sembra ci sia un n uovo pentito. Il nuovo collaboratore di giustizia, si legge online è della provincia di Agrigento per l’esattezza di Licata.  Angelo Stracuzzi, più volte arrestato per mafia.

Angelo Stracuzzi  avrebbe deciso di collaborare con la giustizia  dopo l’attentato che lo ha visto protagonista. Si ricorda infatti che Stracuzzi, mentre era  sulla statale Licata – Riesi è stato raggiunto da diversi colpi di pistola che hanno colpito la sua  Mercedes.

Stracuzzi è vivo solo per caso anche e sopratutto grazia alla blindatura della sua vettura, che a quanto pare risultava essere blindata proprio per il timore di Straccuzzi di cadere vittima di attentati.

Dopo l’attentato Stracuzzi aveva deciso di collaborare.

Stracuzzi probabilmente vuole narrare fitti legami tra Cosa Nostra e il territorio agrigentino.

Le dichiarazioni però sembrano essere importanti infatti avrebbero determinato, riporta Canicattìweb, l’arresto di Pasquale Cardella e di altre 5 persone, nell’inchiesta Ouster – “Imposizione”.

 Stracuzzi ha  anche narrato che l’organizzazione potrebbe essere pronta a fare atti criminali di grande peso persino, forse, una strage.

Con Ouster sono finiti sotto fermo, riporta Canicattiweb,   oltre a Pasquale Cardella, 61 anni, Angelo Occhipinti, 58 anni; Giuseppe Galanti, 54 anni. Ai domiciliari, Giuseppe Cardella, 31 anni, figlio di Pasquale; Claudio Cardella, 37 anni, nipote; e Gianluca Vedda, 37 anni.

Le persone indagate sembra imponessero il pizzo a diverse imprese.

In occasione del blitz dell’operazione Ouster,  avvenuto il 13 dicembre scorso, i militari della Guardia di finanza avevano sequestrato due aziende di movimento terra e di commercializzazione di calcestruzzo.  Le aziende sotto sequestro sarebbero la Nova Car, impresa edile, di proprietà per il 95 per cento di Pasquale Cardella, amministrata da un certo Bulone (che non è stato arrestato ma sulla cui posizione sono al vaglio della magistratura ulteriori accertamenti), che nel mese di ottobre scorso era stata ceduta a Gianluca Vedda. La seconda impresa sequestrata è la Gianluca Vedda, pure questa operante nel settore edile e movimento terra, di proprietà di Vedda, che secondo gli inquirenti era solo un prestanome di Cardella. C’è una terza impresa coinvolta, quella intestata a Giuseppe Galanti, ma per questa attività non sono scattati i sigilli.

Fonte Canicatti web


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