Rinnovato anche quest’anno in Sudafrica il permesso per uccidere circa 900mila sciacalli e caracal. Un numero che supera di gran lunga il totale degli esemplari presenti nell’area. Il permesso fu richiesto dai membri della lobby agricola del Western Cape e fu rilasciato la prima volta nel 2011 per permettere di controllare il problema della perdita di bestiame allevato, ma si tratta di una decisione che potrebbe spazzare via l’intero gruppo di predatori mid-level della zona del Capo e provocare la crisi di un ecosistema.
I predatori di medio livello – come lo sciacallo e il caracal – uccidono spesso pecore e capre. Il settore agricolo, d’altronde, è molto importante per l’economia del Sud Africa e il problema dei predatori che uccidono milioni di rand di bestiame ogni anno deve essere affrontato. Tuttavia, il premesso accordato in Western Cape riconosce la mattanza di un numero tale da decimare l’intera popolazione di questi animali.
In base al permesso, ogni titolare è autorizzato ad uccidere cinque caracals e cinque sciacalli al giorno per 183 giorni consecutivi. La somma porta appunto a 894.250, numero massimo di vittime fissato annualmente dal 2011 ad oggi.
I permessi tradiscono anche i principi della conservazione per quanto riguarda la natura della esecuzione dei sciacalli e dei caracal, permettendo ai titolari di utilizzare tecniche di caccia tabù, come i richiami, i cani da caccia addestrati, gli elicotteri, le luci artificiali notturne e le tremende trappole gin (dichiarate illegali in oltre 90 paesi per la loro natura cruenta).
Fonte: getaway.co.za