A PROPOSITO DEI LICENZIAMENTI ALL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARTE OLANDESE DI FIRENZE
Risposta alla lettera della presidentessa dell’università di Utrecht Yvonne Vann Rooy
Visto che non mi sarà possibile ancora per un po’ , rispondere direttamente alla sua lettera, in perfetto stile olandese seguita alla mia richiesta di precisazioni sul licenziamento collettivo attuato all’Istituto olandese di Firenze NIKI a cura del nuovo direttore , devo avvalermi di questo mio mezzo informatico contando sui miei lettori per una capillare diffusione .
Devo ammettere che la sua risposta è stata una sorpresa , essere considerati noi piccoli subalterni italiani , degni di un suo interessamento è cosa che mi ha sorpreso ma non più di tanto .
Nel suo ineccepibile stile con caustica precisazione si tira fuori (praticamente si lava le mani della sorte di 4 persone come Ponzio Pilato ) dalla decisione del licenziamento collettivo, dichiarando che è solo il direttore d’istituto il responsabile delle decisioni in merito al management e allo staff dei lavoratori.
Ok , esatto noi non siamo dipendenti dell’università di Utrecht , voi non siete responsabili delle scelte fatte da altri , però il direttore E’ un vostro dipendente e i soldi dei finanziamenti li riceve da Voi e dal governo Olandese , un manager come Lui vorrebbe essere deve essere all’altezza di gestire i fondi che gli provengono in modo oculato salvaguardando le maestranze che lavorano alle sue dipendenze .
Questo non è successo , forse per inesperienza ,forse per cattivi consigli da parte del consulente amministrativo (Studio Bonechi) o del consulente della società Soluzioni a cui si è ampiamente affidato , fatto sta che questi licenziamenti sono molto sospetti.
Noi forse non riusciremo in pieno a dimostrare che il direttore ci ha licenziato perché era stufo di noi , perché non riusciva a gestire le crisi aziendali , ma questo sospetto deve essere presente anche in Lei “cara” signora Presidentessa .
Nella sua lettera che allego , Lei ci consiglia e invita a prendere contatto con il direttore per i nostri reclami , ma pensa che non lo abbiamo già tentato? È stata la prima mossa , alla quale Lui ha risposto con un netto rifiuto non vuole sentirci non vuole vederci , per lui è un capitolo chiuso , ha provveduto con precisione chirurgica a pagare i TFR a tutti così pensando che la cosa finisse lì, ERRORE!!! caro direttore la cosa non finisce qui.
Se pensa che quattro persone che hanno speso un quarto e più della loro vita al servizio del NIKI venendo a lavorare anche se erano malate per non far rimanere da soli senza personale gli studenti, adesso si accontentino di quattro spiccioli (perché i TFR di dipendenti part time, sono veramente miseri) senza protestare o senza far niente , si sbaglia e di grosso-
Spiacente ma le persone che lavorano anche in un ruolo subalterno hanno anche un cervello e una dignità , quelle stesse che Voi “cari” signori avete calpestato , per fortuna non tutti gli Olandesi sono come voi .
Proprio a quegli Olandesi veri e umani che conosco e che ho conosciuto nell’arco dei 20 anni di lavoro mi rivolgo , perché riescano a far giungere la nostra voce sempre più forte , rivolgo il mio appello alle centinaia di studenti e professori che mi conoscono, in Olanda e in Europa che hanno apprezzato la cortesia del servizio e la disponibilità di tutti nei loro soggiorni , vi chiedo quando dovrete venire in Italia di pensare che quel luogo non è più lo stesso e che non lo sarà più .
Nonostante questo cara signora Presidentessa , ancora riesco a pensare all’Olanda come un grande paese civile , peccato che ci siano tali elementi che sporcano quest’immagine , saluti dalla sua “cara” signora Tiziana