Chi ha perso il lavoro, grazie al nuovo decreto legge, e vive in una casa in affitto rientra nei casi di morosità e non può essere sfrattato. Saranno gli enti locali a gestire queste situazioni, versando un contributo e accompagnando l’incolpevole moroso verso un contratto a canone moderato, o una casa popolare. Segue la spiegazione data dal sito http://www.studiocataldi.it
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 14 luglio scorso del Decreto 14 maggio 2014 per l’attuazione dell’articolo 6, comma 5, del decreto-legge n. 102/2013, convertito, con modificazioni dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, entrano in vigore le nuove regole per gli inquilini afflitti da “morosità incolpevole” finalizzate a far fronte all’emergenza sfratti.
Secondo quanto stabilisce l’art. 2 del decreto, tutti coloro che si trovano in una situazione di morosità incolpevole, ovvero nella “sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare” potranno accedere al fondo appositamente istituito (20 milioni di euro per il 2014 e 20 per il 2015).
I casi che possono determinare tale condizione sono fissati tassativamente al comma 2 dello stesso articolo. Tra questi vi sono: la perdita del lavoro per licenziamento; il mancato rinnovo di contratti a termine; la riduzione dell’orario di lavoro a seguito degli accordi aziendali o sindacali; la malattia grave, l’infortunio o il decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato la consistente riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo.
Quanto alle modalità di accesso ai fondi a disposizione, il decreto 102 stabilisce che la disponibilità è da ripartire, in proporzione al numero di provvedimenti di sfratto per morosità emessi e registrati al dicembre 2012, per il 30% tra le regioni ad alta densità abitativa (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania) e per il resto tra tutte le altre regioni e province autonome.
Fonte: Affitti: niente più sfratti per “morosità incolpevole”
(www.StudioCataldi.it)