Non è un mestiere comune, ma d’altronde, in tempo di crisi, per trovare lavoro bisogna inventarselo. Io l’ho fatto e il successo mi ha arriso. Spiegarvi cosa fa un’accomodatrice è molto semplice: risolvo i problemi della gente, semplificando le loro esistenze. Avete un problema? Mi chiamate e io ve lo risolvo in cambio di una modica cifra per i miei servigi.
“Lie4me” è un romanzo breve di Mariachiara Cabrini uscito in formato digitale per la collana eLit di Harlequin Mondadori lo scorso 31 agosto. La cover mi aveva incuriosito immediatamente adoro questi colori super vivaci e la trama ha qualcosa che mi aveva catturato e quando la scrittrice mi ha proposto di recensirlo non sono proprio riuscita a resistere. E avevo ragione è un chick-lit carino e senza pretese che intrattiene in una serata uggiosa.
Proprio come l'Alice del Paese delle Meraviglie, anche Alice Schiano ha un'irrefrenabile fantasia e decide di sfruttarla per inventarsi un lavoro alternativo. La sua missione è migliorare le vite altrui… una bugia alla volta. Vuoi mollare il tuo fidanzato ma non vuoi farlo di persona per non vivere un'esperienza spiacevole? Vuoi fare bella figura con il capo, sbarazzarti di una rivale, conquistare un collega? Alice è la donna che fa per te! Non c'è nulla che non possa risolvere grazie alla sua parlantina, e non prova mai rimorsi per ciò che fa, perché mentire paga, e bene! I servizi della sua agenzia sono richiestissimi, gli affari vanno alla grande e anche la vita sentimentale scorre liscia come l'olio, forse proprio perché racconta un bel po’ di bugie anche al fidanzato. Finché qualcuno non fa saltare in aria la sua auto. Chi è stato? Alice non intende restare con le mani in mano ad aspettare che la polizia scopra il colpevole. Tanto più che collaborare con l'ispettore Donati, uomo affascinante quanto irritante, potrebbe portare a risvolti inaspettati. In tutti i sensi.
L’idea alla base di questo romanzo breve è incredibilmente interessante e anche in qualche modo molto attuale. Prima o poi capita a tutti di mentire. Magari non volontariamente, magari per omissione, magari glissando su domande imbarazzanti, ma in un certo senso fa parte del nostro quotidiano. Che abbiano le gambe corte o che facciano allungare il naso, pure arrivano a invischiarsi nella nostra esistenza in modi che non avremmo mai immaginato. Alice, la protagonista del libro, si prende sulle spalle il compito di mentire per i suoi clienti. A prescindere dalla moralità o meno di un tale giro di affari, Alice mette su teatrini molto credibili per aiutare chi si rivolge a lei a salvarsi da situazioni spiacevoli e imbarazzanti. Alice per certi versi è una self-made woman, con un business che si è creata da sola in base alle sue competenze e alla sua capacità imprenditoriale. Sicura di sé, forte, indossa quotidianamente una maschera per portare a termine i suoi casi, proteggendosi da chi la circonda. La massima del Dottor House “Tutti mentono” diventa il suo mantra, per il suo lavoro e per la sua vita, e se tutti raccontato fandonie, tanto vale raccontarle per prima per proteggersi dalla delusione. I suoi rapporti sono sterili, intrecciati con i dubbi che arrivano dalla consapevolezza che la sincerità è una sconosciuta. Alice è una donna che ferita dalla vita, smette di credere nel prossimo e si abbandona a una vita di sotterfugi e incongruenze che la lasciano spossata e sola. Una cortina di ghiaccio le impedisce di connettersi davvero con il prossimo e pur conservando un’intima ricerca del bene e un desiderio di felicità si costringe a incatenarsi alle sue bugie e al suo lavoro. Ma quando il suo equilibrio, faticosamente conquistato a suon di menzogne, cade come un castello di carte, Alice deve fare i conti con sé stessa. E non è sempre facile fare i conti con sé stessi e quello che si prova. Molto spesso ci nascondiamo dietro scuse per evitare di metterci in gioco rispetto alle nostre capacità. E allora Alice deve navigare attraverso il suo passato e sé stessa. Non mancano certo le risate e l’ironia, non è un libro introspettivo e non mancano equivoci e situazioni imbarazzanti. Se Alice è ben caratterizzata, non posso dire lo stesso del resto dei personaggi. Edoardo è un macchietta, un uomo che si lascia vivere senza rendersi conto di chi lo circonda, senza preoccuparsi di prendere in mano la sua vita e abbandonandosi alle donne forti e determinate che lo circondando. Un comportamento che mi ha lasciato abbastanza basita. Anche Alice che si professa desiderosa di una vita sentimentale libera dalle menzogne che racconta ogni giorno per procurarsi il pane e poi non esita a liberarsi con bugie e mezze verità il suo fidanzato. E poi ovviamente c’è l’ispettore Donati. Un uomo burbero, che svolge il suo lavoro con passione e precisione e che si lascia sconvolgere da Alice nel preciso istante in cui inizia a parlarle. Mano a mano che si conoscono e approfondiscono la loro conoscenza devono fare i conti con il loro carattere e i loro lavori. Donati cerca di comprendere l’incoscienza di Alice, Alice sorvola sul suo aspetto trasandato e il suo irremovibile bisogno di proteggerla da ogni pericolo.
L’ambientazione milanese è molto curata e precisa, con descrizioni articolate che sembrano catapultare il lettore nell’interland del capoluogo lombardo.
Il particolare da non dimenticare? Dei pomodori…